1 - Diamo il via alle danze

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Durante la notte pensai molto all'opportunità di dimostrare ai ragazzi che le loro convinzioni erano sbagliate e che io, in effetti, potevo stare sopra. Il piano aveva molti buchi (e non mi riferisco ai loro buchi, eh!), primo fra tutti: come li avrei convinti a venire a letto con me? Mi sembrava un tantino impossibile che un tipo etero fino al midollo come Michael si facesse convincere a farsi mettere qualcosa nel culo solo per provare che si sbagliava… per non parlare di Ashton e Calum, poi. Anche se, qualcosa mi diceva che il più difficile sarebbe stato Michael; Ashton speravo ci provasse per curiosità e, per quanto riguarda Calum, sospettavo un suo possibile interesse per i ragazzi (che fosse gay o bisessuale, poi, non mi importava finché sarei riuscito a scoparmelo).

La seconda falla di questo piano era il fatto che i tre sarebbero venuti a sapere che me li ero fatti tutti di sicuro, per non parlare del fatto che sarebbe stato imbarazzante (e questo era il terzo dei tanti contro): insomma, non posso farmi i miei compagni di band e poi comportarmi come se niente fosse successo... E se poi si venisse a sapere? Oh, non mi perdonerebbero mai più (e Michael mi sfotterebbe senza ritegno)! Forse dovrei solo farmeli tutti e tre insieme... il che sarebbe ancora più impossibile ed assurdo. E poi non è neanche il genere di cose che faccio.

Le mie riflessioni sul piano impossibile che avevo tutta l'intenzione di attuare comunque erano puntellate da sporadici ricordi di me e Todd che mi colpivano come coltellate allo stomaco con un pugnale bagnato con l'acido corrosivo. Volevo odiarlo perché mi aveva lasciato così, senza una ragione seria, ma non ci riuscivo. Non avrei mai potuto odiare Todd, neanche con tutta la volontà del mondo. Questo mi faceva sentire colpevole: come potevo solo pensare di fare sesso con altri ragazzi quando io amavo solo Todd? Non mi sembrava corretto, anche se, in fin dei conti, io non piacevo ad Ashton, a Michael o a Calum e a me non piacevano loro (anche se devo ammettere che quei tre sono il mio tormento da più o meno sempre), quindi non dovrei sentirmi così. Eppure, mi ci sentivo. E non potevo farci niente...

Mi accorsi del sole che spuntava guardando alla finestra, decisi di alzarmi soltanto perché mi andava. Scesi dal letto, sussultando per quanto il pavimento fosse freddo sotto i miei piedi, e camminai in silenzio verso il corridoio, scendendo le scale lentamente. Quasi mi cadde la mascella sul pavimento quando notai i tre in cucina, intenti a confabulare a bassa voce. Volete dirmi che ho fatto tutto questo per niente?!

«E io che pensavo di essere l'unico sveglio a quest'ora», esclamai, facendoli voltare verso di me. Ashton si morse un labbro, strattonando Michael per la manica del maglione e facendogli cenni verso di me mentre Calum li guardava di sottecchi, masticando i suoi cereali. Li fissai confuso finché Michael non si avvicinò a me, afferrando le mie mani. Le sue erano stranamente fredde.

«Ehm, uh... Noi volevamo dirti che ci dispiace», cominciò, facendo sbuffare Calum che borbottò qualcosa sottovoce su quanto Michael fosse stupido, «Non dovevamo sfotterti, specialmente ieri... Avremmo dovuto consolarti e invece ti abbiamo solo peggiorato l'umore».

Eccome se me l'avete peggiorato. «Non fa niente Mike, non preoccuparti».

«Noi ci preoccupiamo eccome», la voce di Ashton ci sovrastò, mentre il riccio si avvicinava a noi, «Vogliamo rimediare, quindi... Oggi ci hai a tua completa disposizione. Ti prepareremo colazione, pranzo e cena, ti compreremo tutto quello che vuoi e possiamo anche farti il bagno se vuoi. Certo, puoi chiedere tutto tranne... Beh, lo sai...».

Calum, che aveva affiancato Ashton, gli aveva tirato uno schiaffo dietro la nuca. «Ash! Non essere il solito coglione!», esclamò, facendo ridere Michael e me.

Ashton alzò le mani al cielo. «Volevo solo mettere in chiaro quella cosa», si difese, in tono di sufficienza, «Non si sa mai d'altronde».

Calum roteò gli occhi. «Non è che visto che gay voglia fare... ehm... certe cose con tutti i ragazzi, eh», disse, arrossendo leggermente.

Man on a mission || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now