Mulan

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Sapeva che ciò che stava per fare era alquanto rischioso e pericoloso ma, pensò, che anche lei voleva esserlo.
Aveva sempre agito nell'ombra, mostrandosi alla luce del giorno per ciò che non era: una fidata compagna dell'esercito di Mulan pronta a tutto per proteggerla.
Rise dentro di sé per quell'assurdo pensiero, al massimo avrebbe fatto di tutto per ucciderla.
Sì, quell'immagine le piacque molto di più, tanto da darle la forza necessaria per continuare il suo cammino alla ricerca del nemico.
Era notte fonda, ma per una come lei, affascinata dall'oscurità, era solo un modo più avventuroso per entrare nel territorio nemico e dare tutta se stessa per attuare il suo piano.
Agile e furtiva entrò dentro ad un grande palazzo fatto in marmo, il cui interno ricordava più un tempio.
Non fece in tempo ad entrare che un movimento repentino la fece indietreggiare: si ritrovò presto una spada puntata al collo e un ragazzo dallo sguardo intenso e apparentemente freddo e cinico.
Ghignò per un secondo per niente intimorita, iniziando ciò che aveva fatto in tutti quei mesi: recitare.
-Bene, bene. Chi abbiamo qui?- la voce maschile e profonda penetrò le sue orecchie, tanto da farla rilassare ulteriormente.
Non era una stupida sprovveduta, sapeva a cosa andava incontro e che non sarebbe stato facile persuadere gli spagnoli: erano un popolo combattivo e determinato; fino ad allora, le loro sconfitte si potevano contare sul palmo di una mano.
Per questo potevano rivelarsi gli alleati perfetti per proseguire il suo piano.
-Una valida arma in più per sconfiggere i cinesi- rispose senza scomporsi.
Lui la fece girare con forza, fino a premerle la schiena contro il muro, facendo incontrare così i loro volti.
Lo fissò attentamente, studiando ogni centimetro del suo corpo, per quanto il buio di quella notte lo permettesse.
Fu il luccichio malvagio dei suoi occhi verdi a colpirla per prima, seguito dal suo sguardo perforante; lunghi capelli castani gli coprivano la fronte.
-Chi? Tu?- sentì la sua risata ironica, seguita poi da un'espressione seria.
-Ma per favore! Sarai un'infiltrata che vuole fare il doppio gioco!-
-Non perdo fiato con un guerriero mediocre. Portami dal tuo capo- fredda e inespressiva, gli lanciò un'occhiata di sfida, che il ragazzo davanti a lei raccolse.
-Come osi definirmi mediocre?! Nel caso non te ne fossi accorta sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, letteralmente- gli sussurrò glaciale, premendole ulteriormente la spada contro il suo collo, fino a farle un taglio.
La ragazza non perse occasione a ghignare: povero ingenuo.
In quel momento si chiese se fosse solo lui così o tutta la popolazione maschile.
Poco cambiava.
Lo spagnolo davanti a lei stava aspettando: una sua mossa, una sua parola.
Tuttavia pareva irremovibile, e questo bastò per mandarlo ulteriormente su tutte le furie.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua?- domandò esasperato e con astio.
Si prese tutto il tempo del mondo per rispondergli, come a fargli capire che aveva di meglio da fare; troppo al di sotto delle sue aspettative, così insignificante da rivolgergli l'attenzione per pura pietà.
Fu lei questa volta ad avvicinarsi al suo orecchio, facendo toccare i loro corpi, sussurandogli in modo suadente:
-Non ti ha mai detto nessuno di non interrompere mai il tuo nemico mentre sta facendo un errore?-
O almeno fargli credere di star sbagliando.
Infatti, lo spagnolo perse qualche secondo di concentrazione per lo spaesamento di quella dichiarazione, ma alla cinese bastò per tirargli un calcio all'altezza della caviglia e atterrarlo, tirando fuori la sua spada, disarmandolo in un colpo solo.
-Che buffo pensare a come si invertano i ruoli nel giro di poco, non credi?- gli fece un graffio nello stesso punto in cui gliel'aveva fatto lui, premendogli bene un piede sullo stomaco per non farlo alzare.
-Non amo essere ripetitiva, quindi portami dal tuo capo. E ringraziamo il cielo che non siete voi a gestire l'esercito perché sareste già morti dopo un solo minuto di battaglia. "I grandi e impavidi spagnoli" che si fanno mettere k.o. da una ragazza! Nel mio Paese sento già le risate!- si beffò di lui, vedendolo digrignare i denti e stringere i pugni.
Solo allora trovò la forza necessaria per sovrastarla e riprendersi la spada.
-Hmm, forse sei un po' più interessante delle altre guardie che ho atterrato in pochi secondi- ghignò la mora, per niente spaventata, alzando in aria la sua spada e lanciandogli una nuova sfida che il ragazzo accettò di buon grado, con una nuova adrenalina addosso.
Solo due giorni prima aveva scoperto che la sua -ormai ex- fidanzata lo tradiva con suo fratello maggiore, e fino a quel momento si era sentito uno straccio, vuoto e senza dignità. Non riusciva più nemmeno a prendere in mano una spada.
Tuttavia quella ragazza aveva riacceso in lui la voglia di tornare in gioco, di dimostrare a suo fratello e a tutta la sua famiglia chi era il migliore.
Combatterono a lungo, nessuno dei due voleva cedere.
Lo spagnolo più volte si stupì della tecnica e della agilità che aveva la sua rivale, non immaginando che una donna potesse combattere così tenacemente.
Il vincitore non venne mai decretato, perché un'ombra alle loro spalle fece capolino, facendoli voltare in contemporanea.
-Che succede qui?-
Il ragazzo fu il primo a parlare, rimettendo la spada a posto.
-Papà. Mi dispiace è che...-
-Ah, quindi il capo è tuo padre... Sai? Stai iniziando a diventare più interessante del previsto- disse con tutta tranquillità la mora, rivolgendosi al suo rivale, per poi prestare attenzione all'uomo che aveva davanti.
-Tu chi saresti?-
-Signore- fece un mezzo inchino, alzando poi il volto per far scontrare i loro sguardi, -sono Heather, ero una dei bracci destri dell'esercito di Mulan, e ora vengo qui al vostro cospetto come spia.-
-Mulan... La conosco, è una giovane guerriera, quasi impossibile da contrastare.-
-Ha detto bene... Quasi.-
-Tu stessa hai ammesso che eri il suo braccio destro, dunque perché dovrei crederti?-
Padre e figlio stettero in religioso silenzio, aspettando che parlasse.
-Vendetta, Signore- ghignò di rimando Heather più sicura che mai. -E se mi fa entrare le spiegherò il motivo.-
Vide l'uomo più anziano cercare le sue fidate guardie, ma non ricevette nessuna risposta.
-Oh, giusto. Forse le conviene anche prendere delle persone più competenti che non si facciano corrompere da una "povera ragazza indifesa" che porta con sé dei sonniferi- gli riferì, gioendo di cuore alle loro espressioni stupite.

C'era una volta... Where stories live. Discover now