Prologo

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Era immobile, quasi non riusciva a crederci o a capacitarsene.

Si sentiva bloccato, come congelato sul posto.

In piedi con gli occhi sbarrati, osservava la figura davanti a sé.

La mano sinistra era intenta a sfiorare le labbra mentre la destra era lasciata giacere lungo il fianco, stretta in un pugno.

Era nervoso, stupito e pieno d'angoscia e di rabbia.

Le urla ed i fischi attorno a lui nemmeno li sentiva. Era in uno stato di shock.

A renderlo così un bacio.

Un maledettissimo bacio, dato solo per scommessa, per metterlo in ridicolo d'avanti a tutti.

Le urla ed i commenti si sprecavano.

Era stato sempre preso in giro perché pensavano che il suo modo di fare così remissivo e gentile con quella testa ossigenata nascondesse un sentimento. Ed era vero. Ma lo sapeva solo lui e nessun'altro. Le loro potevano essere solo accuse infondate e senza prove.

Il suo cuore batteva velocemente e con i denti prese a mordersi le labbra che ancora formicolavano, come se il suo corpo provasse a ricordargli il contatto di poco prima con quelle del soggetto d'avanti a sé.

Era a conoscenza della sua stronzaggine, ma non pensava che sarebbe mai arrivato a ciò. Tutto per il suo divertimento, tutto per vederlo, ancora una volta, umiliato d'avanti a tutti.

Meccanicamente si voltò di lato, afferrò lo zaino e superò quel maledetto ghigno e quella faccia da schiaffi lasciandosi tutto alle spalle.

Non disse nulla, non fece nulla. Non parlò con nessuno, l'unico pensiero che aveva era andare via subito da lì, togliere quel volto dalla propria vista prima che fosse troppo tardi, prima di cedere in maniera definitiva. Prima di rovinare il suo orgoglio ancora, più di quanto non fosse già accaduto.

Gli occhi cominciarono a diventare lucidi appena in tempo, ma non avrebbe lasciato che nessuna lacrima prendesse a solcare il suo viso. Mai e poi mai.

Non aveva pianto nemmeno quando era stato picchiato oppure quando era stato lasciato nei bagni rinchiuso fradicio a congelare. Non lo avrebbe fatto nemmeno in quel momento.

Si sentì chiamare alle spalle, ma non intendeva voltarsi.

Che fosse stato LUI o che fossero stati gli altri poco poteva importare.

I passi, da prima pesanti, cominciarono ad alleggerirsi man mano che prendeva ad allontanarsi aumentando la velocità fino a ritrovarsi a correre velocemente, sempre più velocemente.

Stava scappando da tutto e da tutti.

Era troppo, quello era stato troppo per lui.

NESSUNO, poteva sapere che lui era attratto veramente da quella persona, nessuno poteva immaginarlo, nessuno sapeva che lui aveva accettato tutto di quella persona, sempre, ma questo no.

La finzione, lo scherno e quel ghigno malefico di presa in giro lo avevano stroncato. Il suo cuore ne pativa, era sempre stato troppo sensibile, sapeva che prima o poi sarebbe rimasto ferito, ma non pensava così.

Sarebbe andato via.

Aveva deciso di scappare.

E così fece.

Ferito e arrabbiato corse via da quella scuola per non tornarci mai più, convinto di aver risolto il problema. Codardo si, ma non poteva davvero più reggere.

Ma si sa, i problemi non si risolvono così facilmente, ed il destino, solitamente, ha un senso dell'umorismo incredibilmente bastardo.

★★★★★★★

Hola a tutti!
Dunque, due semplici parole giusto per rompere il ghiaccio sono doverose.
Premetto che è la mia prima storia, è una Boylove per cui se non siete interessati vi esorto a non continuarla, cestinarla o ignorarla XD
Mi sono buttata così incoraggiata da una piccola Nana che ha deciso di appoggiarmi, aiutarmi e pure correggermi in questo viaggio con voi, e sto parlando di MrsProud. ( Grazie piccola bestia di Satana)
Detto ciò spero che quello che scrivo vi possa piacere, commentate pure, consigliate e siate clementi XD

=Kiara=

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