Cap. 9

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Ommioddio come sono carini i miei Larry!! Momento di autocompiacimento improvviso, concedetemelo! Non vi anticipo nulla, ma questo capitolo mi piace un sacco, e credo mi sia venuto particolarmente bene! Poi non so, sta a voi giudicare, non anticipo nulla, e vi lascio alla lettura! Alla prossimaaa!!

Appena usciti dal locale, trovarono ad aspettarli un mastodontico Jumbocruiser, a dir poco imponente nelle sue dimensioni. Louis non aveva mai visto dal vivo un simile mostro su ruote, l'aveva solo scorso in qualche documentario sulle leggendarie band del passato, ma non avrebbe mai pensato di poter salire a bordo un giorno o l'altro. La sensazione di star vivendo un sogno continuò ad accompagnarlo come un'ombra, ma cercò di non badarci.

-Wow, ma voi girate sempre con questi bestioni?- chiese Louis incuriosito.

-No beh a dire il vero è la prima volta che ce ne danno uno così grande, di solito siamo molto più spartani. Sarà la tua serata fortunata Tomlinson!- affermò Harry con un sorrisetto.

Louis non seppe cosa replicare, ma cominciò a percepire una familiare sensazione di farfalle nello stomaco alla vista di quelle fossette.

-Ehi un momento, e tu come fai a sapere come mi chiamo? Non mi pare proprio di avertelo detto!-

-Una rock star ha sempre le sue fonti!- affermò Harry in tono volutamente criptico -forza andiamo, che la notte è giovane!- e così dicendo lo spinse leggermente per farlo salire a bordo del pullman, annullando per un momento le distanze tra i loro corpi, tenendolo per le spalle e inebriandosi del suo profumo.

Una volta saliti, Louis rimase ancora più strabiliato. Abituato com'era alla semplicità e alle cose di tutti i giorni, non pensava potessero esistere tali meraviglie.

Una lunga fila di poltrone in pelle era disposta a semicerchio nella parte posteriore, con in mezzo un piccolo tavolino di cristallo, già colmo di bottiglie di champagne pronte per essere stappate. Un corridoio conduceva ad una mini cucina dove erano presenti altre bottiglie di superalcolici, e numerose pietanze dall'aspetto delizioso.

Louis notò una scala a chiocciola affianco a quello che suppose fosse il bagno, e chiese -Sopra quali altre meraviglie ci sono?-

-Solo un altro divano simile a questo con una televisione e relativa consolle, per poter giocare quando non siamo troppo a pezzi, e i letti. Ma non credo tu voglia vederli, almeno per il momento!- disse con una punta di malizia.

-Ahahahah, credi bene!- rispose Louis, lo stomaco sempre più aggrovigliato mentre prendeva posto sul divano.

Gli altri ragazzi si unirono a loro tra urla e risate, ancora euforici per il successo della serata. Da quel momento in poi tutto successe molto in fretta, l'alcol prese a scorrere a fiumi, la musica fluì dal potente impianto stereo, e le luci si abbassarono per un'atmosfera più soffusa.

Un brindisi dopo l'altro Louis si ritrovò ben presto a ridere come un demente, dicendo cose senza senso ma che evidentemente erano divertenti per gli altri; la vista annebbiata e le persone intorno a lui che non la smettevano di muoversi. Non riusciva a capire se fosse il pullman o meno, ma quando sentì un forte sobbalzo, seguito dal silenzio, immaginò che l'autista avesse spento il motore.

-Siamo arrivati!- gli disse Harry, ancora incredibilmente lucido. Allora si erano davvero spostati. Ma soprattutto per andare dove?

-Siamo arrivati dove?- chiese Louis, palesemente confuso e disorientato.

-Lo vedrai, un attimo di pazienza.-

Tutte quelle attese, tutti quei misteri lo stavano facendo impazzire. Se da un lato non sopportava l'idea di essere sballottato da una parte all'altra come un manichino, dall'altro l'idea che fosse Harry a condurlo, con i suoi modi di fare misteriosi, il suo carisma e le sue frasi a effetto rendeva il tutto molto gradevole, caricando la serata di sempre maggior aspettativa, di nuovi stimoli e di mille esaltanti possibilità.

Davanti a loro si aprì un elegante cancello in ferro battuto, arricchito da decorazioni dorate raffiguranti animali e motivi floreali. Al di là del cancello un viale poco illuminato conduceva su una collina, dove troneggiava la villa più lussuosa che Louis avesse mai visto.

Disposta su due piani, con una struttura squadrata delimitata da massicce colonne, era interamente di colore bianco, che alla luce dei lampioni e delle lanterne cinesi che fluttuavano lì intorno, la rendevano ancora più brillante. Tutto intorno si estendeva un grande parco con alberi secolari, alcuni di essi molto rari e preziosi. Dovevano essersi spostati parecchio, perché il panorama circostante non era assolutamente simile a quello di Londra.

-Adesso mi dici dove siamo?- chiese Louis con uno sguardo attonito, i sensi di nuovo vigili adesso che l'effetto dell'alcol stava parzialmente passando.

-E' davvero così importante saperlo? Siamo a casa del nostro produttore, Duncan Black. Non se la passa male, vero?-

-No, direi proprio di no. Mi sembra di essere sul set di uno di quei telefilm che guardavo con le mie sorelle, sai, quelli sui figli di papà californiani.-

-Ah si certo, chi non li ha visti?! In effetti ci starebbe bene. Ormai non ci faccio più caso, siamo qui praticamente una volta al mese. Ma basta parlare, balliamo!- disse, trascinandolo letteralmente all'interno della casa piena di gente, e raggiungendo in pochi passi il giardino posteriore.

Questa era di sicuro la parte migliore della grande abitazione. Una vasca delle dimensioni di un bilocale di media grandezza faceva bella mostra di sé al centro dello spiazzo, finemente rifinita con piastrelle e maioliche dalle decorazioni più disparate, che risplendevano alla luce dei faretti posizionati sotto al livello dell'acqua.

Tutto intorno numerose sdraio, poltrone e divanetti in vimini erano disposti in modo da permettere agli invitati di fare tranquillamente conversazione; mentre sotto a un gazebo il dj, in compagnia degli altri componenti dei White Eskimo che nel frattempo lo avevano raggiunto, accompagnava la lunga notte con musica d'atmosfera, leggermente ritmata.

In realtà più che ballare, la gente raccolta vicino alla consolle sostava chiacchierando con un drink in mano, alternando ogni tanto qualche movimento o passo di danza. Decisero di adeguarsi e, una volta presi due calici, brindarono alla serata che li aveva fatti incontrare.

-Sei silenzioso, a cosa stai pensando?- chiese Harry dopo un attimo, passato a contemplare il bel ragazzo davanti a sé.

-No niente di particolare, pensavo a quanto fossimo diversi.-

-Diversi?-

-Si, soprattutto nelle nostre abitudini, nel modo di trascorrere le serate. Io non sono mai stato in ambienti simili, mentre tu ti ci trovi completamente a tuo agio- spiegò Louis.

-In realtà non è così. Poco tempo fa ero come te, un semplice ragazzo con un lavoro più che ordinario. Poi da un giorno all'altro tutto è cambiato, siamo stati notati da Duncan che ci ha inseriti nei suoi tour promozionali, e da lì è cambiato tutto.-

Fece una pausa per sorseggiare un po' del suo champagne.

-Ma non credere che sia tutto bello come sembra, anzi mi capita spesso di ripensare al passato con nostalgia- ammise a malincuore.

-Davvero?-

-Si. I momenti passati con i ragazzi a suonare in un garage solo per noi stessi, o al massimo in qualche scantinato con una manciata di spettatori, erano molto preziosi. Era tutto più naturale, spontaneo, era solo la musica la cosa importante. Tutto questo sì, è affascinante, fa invidia a molti, ma dopo un po' è tutto uguale, artificioso, è tutto un susseguirsi di feste ed eventi mondani dove in realtà non si diverte nessuno- concluse Harry a bassa voce.

-Ma stasera è diverso, stasera ci sei tu- aggiunse in fretta, lasciando Louis spiazzato. Uno stato d'animo che aveva provato molto spesso quella sera in compagnia del riccio.

Ogni volta che pensava di arrivare a conoscerlo, lo lasciava senza parole con qualcosa di inaspettato. Adesso che cominciava a figurarselo come la classica star tutta feste e paparazzi, scopriva che in realtà avrebbe preferito vivere nella semplicità, nutrendosi della sua musica e dei suoi sogni. Non sapendo cosa dire, dopo quelle poche parole a bruciapelo, fece l'unica cosa che gli venne in mente, e che desiderava fare dalla prima volta che lo aveva visto in hotel.

Delicatamente, accostò una mano sulla sua guancia candida, e avvicinandosi poco a poco, poggiò le sue labbra sottili su quelle di Harry, in un delizioso bacio che li fece naufragare in un mare di emozioni senza fine.

Night changesOù les histoires vivent. Découvrez maintenant