Just a kiss on your lips in the moonlight

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«Io farei attenzione a come parla, Mr. Polinski. Ha fatto giuramento alla Corona inglese» affermò tutt'ad un trattò Sherlock Holmes, smettendo di fumare la sua pipa per bere qualcosa, nel frattempo Watson guardava silenzioso la scena, traendo le sue conclusioni. Probabilmente avevano già le prove che servivano, o almeno così parve, ma la discussione si allungò parecchio.
«Io non ho la minima intenzione di offendere la Santissima Corona inglese, che servo da più di vent'anni, signori miei» Polinski si alzò in piedi «Mai e poi mai. Anzi, se c'è qualsiasi cosa che potessi fare per contribuire alla sua grandezza lo farei, io do suggerimenti. Ma capisco bene che molti delle volte non comprendono il mio punto di vista. Suo padre, Signorina Watson, neanche lui ha mai apprezzato le mie idee, ma voleva comunque saperle e dare un parere. Sotto sotto con suo padre si poteva discutere, con altri non proprio. Non vedo l'ora di poter tornare a parlare con lui al suo ritorno, quando lo ritroverò e ci saluteremo come vecchi amici, magari le cose saranno migliori» detto questo, Polinski andò via, lasciando il tavolo preso possesso da un lungo silenzio di riflessione.«Pareri?» Thomas interruppe il silenzio.
«È una provocazione bella e buona. In due minuti ha voluto mettere in dubbio l'efficenza della Corona, e questo è già motivo di arresto; secondo, ha affermato con certezza che andrà a trovare i vostri genitori molto presto e non per cortesia» disse Sherlock.
«Dobbiamo sapere dove si nascondono i miei genitori, Tewkesbury, se lo sai. Poi, bisogna che i francesi sappiano che è una trappola, se prima non lo era, ora è di vitale importanza».
«Bene».
Il tavolo venne abbandonato e chi vi sedeva si era sparso per la sala per fare le sue considerazioni. Nel momento stesso in cui Belle era uscita per prendere aria, Tewkesbury le si avvicinò da dietro, mettendo la sua testa sopra la spalla.
«A che pensi?».
«A tutto e a niente. Prima sappiamo dove sono i miei genitori, meglio sarà. Sono confusa».
«Io penso che stai mantenendo un ottimo ordine invece. Hai le rispose che volevi, Polinski vuole trovare tuo padre, ma non per chiacchierare sicuramente, questo è un passo avanti. Ora, se potessimo convincere qualcuno dei funzionari ad andare in Francia per assicurarsi che il messaggio arrivi ai francesi, avremmo una solida alleanza».
«Solo io penso che questa storia, andrà a sfociare in una guerra? Una ancora più grossa. E solo io penso che non sia l'Impero Tedesco a cominciarla?».
«Non sappiamo cosa succederà, Belle» Tewkesbury le fece fare un giro su se stessa, per guardarla negli occhi «Sappiamo solo che quello che dobbiamo fare è trovare i tuoi genitori, devo farmi dire dov'è il suo nascondiglio, e avvisare i Francesi, quindi inviare qualcuno che possa occuparsi di riferire, nel frattempo possiamo perquisire Polinski. Probabilmente verrà firmato un patto, una tregua su cui costruire qualcosa. Scacco matto per chi vorrà attaccarci».
«Sei bravo in politica» la ragazza affermò togliendo un pilucco dalla giacca del moro, e passandoci sopra la mano. Erano nuovamente vicini, forse più di prima. Tewkesbury teneva le mani ai lati della sua figura sul del balcone di pietra, così che lei fosse prigioniera con la sua figura di fronte, ma questo non sembrava dispiacere troppo, forse un pò avventato, ma comunque Belle non aveva la forza di muovere un solo muscolo.
«Non sono un bravo soldato. Non saprei difenderti con un'arma, pistola o spada che sia. Ma forse con le parole sì; e poi, non ho mai amato la violenza».
«Sei nobile di cuore per pensarla in questo modo, anche io lo penso, pur avendo sparato il mio primo colpo per sbaglio a dodici anni. Mio padre voleva insegnarmi a mirare e sbagliando riuscì a centrare il bersaglio».
«Tu non faresti mai del male a qualcuno, vero?»
«Assolutamente no, non ne avrei né il coraggio, né la forza».
«Se fosse per salvare la vita di qualcuno? Io ci penserei, sopratutto se si tratta di te, di Enola, e anche di Thomas. Ma specialmente te».
«Ti stai per caso innamorando Tewkesbury?».
«Perché me lo chiedi? Così all'improvviso?».
«Perché mi interessa saperlo».
«E sapendolo avrei forse qualche chance in più con te, che sembri impossibile?» il ragazzo abbassò lo sguardo imbarazzato verso terra, cosa che a Belle fece stringere il cuore perché in fondo capiva i sentimenti che provasse per lei, erano sulla stessa barca, e per incoraggiarlo decise di fare una cosa. Una sorta di esperimento per sollevargli il morale. La ragazza alzò il suo viso e poggiò delicatamente le labbra vicino all'angolo della bocca, tastando la morbidezza delle labbra rosee del moro, il quale sorpreso, provò a baciarla, ma Belle non gli diede questa soddisfazione.
«Accontentati» disse.
«Provi a fare il mio stesso gioco?».
«No, ma almeno non hai quel muso lungo. Ora devo andare, buonanotte Tewkesbury».
«Notte mia principessa» il ragazzo sorrise e prese la sua mano per lasciarci un leggero bacio. Poi, la vide andar via, correre verso la carrozza con la quale era arrivata, concludendo così la serata.

➣ Enola Holmes: the Watson caseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora