III. Non me lo so spiegare

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.Mia.
Ci sono giorni in cui, succede quel qualcosa che ci fa scattare, e ci fa pensare che se restiamo fermi a guardare senza fare nulla, non risolviamo assolutamente nulla, dobbiamo agire e prenderci ciò che desideriamo.

Avevo promesso a me stessa, che non avrei mai più fatto, una cosa del genere per nessun uomo, che non sarei mai più corsa dietro a nessun uomo ma quella mattina di fine settembre, qualcosa dentro il mio cuore scattó, l'unica cosa che desideravo era vederlo, essere davanti a lui anche in silenzio, ma dovevo vederlo.
Il tempo di fare un biglietto Roma Termini-Palermo Centrale.

Non potevo più aspettare, nonostante fosse passato solo un mese scarso da quando lo avevo conosciuto, non potevo più aspettare, dovevo vederlo, e quelle dieci ore di treno ne sarebbero valse la pena, ne sono certa.

Durante quelle dieci ore di treno, non facevo che pensare a me, a quello che avevo passato prima di arrivare fino a qui, ne avevo passate tante, tante mi avevano buttata in un baratro, senza farmi risalire, ci avevo messo il mio tempo per riprendermi e una parte di me, aveva paura ancora adesso, aveva paura di farsi male, di soffrire, ma era anche emozionata, perché era convinta che lui fosse speciale.

Arrivata alla stazione di Palermo, lo cerco con lo sguardo lungo il binario, e lo vedo lì a pochi passi da me, che si guarda intorno, probabilmente mi sta cercando. Sorrido, guardando la sua espressione seria, è meraviglioso. Lo chiamo mentre mi avvicino, e lo vedo sorridere, quando sorride è qualcosa che non riesco a descrivere.

Siamo l'uno davanti all'altra, un lieve saluto sussurrato tra le nostre labbra che si stanno per unire, lui prende le mie mani sulle sue, le nostre labbra si sfiorano prima dolcemente, lo sento approfondire il bacio, le nostre lingue si cercano, si vogliono, sorrido contro le sue labbra per mettere fine ad un bacio che vorrei non finisse mai.

.Corona.
Non so bene cosa ho provato quando Mia mi ha detto che stava arrivando, un miscuglio di emozioni che non sarei in grado di spiegare a parole, è stato come quando da bambino mio padre, mi portava allo stadio a sorpresa, ogni volta era un emozione enorme, certo che le due cose non si possono paragonare, ma una cosa è certa, l'emozione che sto provando in questo momento è qualcosa che ricorderò per sempre.
-Ciao..-.
Le sussurro avvicinandomi a lei.
-Ciao...-.
Mi sussurra a sua volta, per poi avvicinarsi di più, istintivamente sorrido avvolgendo il suo corpo con le mie braccia, prima di coinvolgerla in un bacio pieno di esigenza e passione, uno di quei baci che hanno il potere di isolarti, per me c'eravamo solo io e lei, il resto era scomparso.

.Mia.
Ora che sono con lui, mentre guida, non riesco a smettere di guardarlo, seguo ogni suo gesto, da come guida, al suo sguardo mentre lo fa, noto che di tanto in tanto, si volta e mi guarda, mi sorride come se sapesse quello che sto pensando, come se sapesse quello che sto provando, come se conoscesse ogni mia singola emozione, come se mi leggesse dentro, e proprio come succedeva in videochiamata a quella sensazione abbasso lo sguardo in soggezione di quello sguardo.
-Dove stiamo andando?-.
Gli domando curiosa.
-A casa mia.-.
Mi dice sorprendendomi.
-Io veramente ho preso una stanza...-.
Dico insicura.
-Ma non esiste, tu vieni da me.-.
-Okay...-.
Dico sorridendo felice.

Quando arriviamo a casa sua, non facciamo neanche in tempo ad attraversare la soglia della porta che le nostre mani sono già alle prese con i nostri vestiti, mentre le nostre labbra si cercano con passione ed esigenza, mentre una delle sue mani comincia a giocare con la mia intimità, provocandomi un piacere che non so spiegare, le mie labbra lasciano baci lungo il suo collo, fino a sussurargli "Ora tocca a me... Chiudi gli occhi".
Mi abbasso all'altezza del suo membro, lo accolgo tra le mie labbra muovendole su di esso, sento il suo piacere, fino al momento in cui mi fa alzare, e ricomincia a baciarmi fino alla camera da letto, una volta lì ci guardiamo un istante, lui mi sorride in modo malizioso facendomi ridere, mi basta poco per capire, si sdraia, io sopra di lui, lo lascio entrare dentro di me, muovendomi sopra di lui, le sue mani sui miei seni, i suoi occhi nei miei, i nostri ansimi che si uniscono, passiamo così la mattina, tra quelle lenzuola a fare l'amore pensando solo a quell'istante e a nient'altro.

Sorrido mentre lo guardo dormire al mio fianco, sembra sereno e rilassato. E ora, che è davanti a me, mi rendo conto di non averlo idealizzato, è chi pensavo che fosse.

Corona...
Corona è come il mare, basta guardarlo per perdersi in lui, è affascinante e silenzioso, è buono, ma quando gli parte la scheggia palermitana non lo ferma più nessuno.
La sua voce è come una melodia, che si alza e si abbassa a seconda del suo umore.
La sua risata è come la tua canzone preferita, puoi sentirla mille volte senza stancarti mai.
Quando sorride, i suoi occhi brillano, e guardandolo, non puoi fare a meno che sorridere anche tu.
È quello che quando qualcuno, prova anche solo a sfiorarmi, non ci vede più, non sente più e come una scheggia parte proteggendo ciò che è suo.
È quello che in live, fa lo scemo, lancia la battuta a doppio senso, si fa prendere in giro, prende in giro, e io amo questo lato di lui, forse più degli altri, forse perché tutto questo lo condivide con me.
Difficilmente si apre, e quelle poche volte che lo fa, va dritto al punto, e ti sorprende rivelandoti cose che non ti aspetti.
Corona...
Corona è questo, ma è anche molto di più. È dolce, è romantico, è pazzo, è quello che desidero, è lui.

E mentre lo guardo, penso a quando gli ho detto che lo amavo, lui mi disse che non mi amava però disse altro, e quell'altro per me, valeva più di mille "Ti amo", probabilmente perché per lui quello era il suo modo di volermi bene, e mi piaceva, mi piaceva perché era per quel suo modo, la gelosia, la protezione, i suoi pensieri, i suoi sguardi, la sua risata che riusciva a conquistarmi ogni giorno di nuovo, in questo modo mi mostrava di tenerci a me e tanto.

-Cucciola...-. La sua voce impastata dal sonno mi chiama risvegliandomi dai miei pensieri.
-Ei, ti sei svegliato?-. Gli domando chinanondomi su di lui per dargli un bacio sulle labbra.
-Si, cucciola e ho un problema...-. Mi dice serio.
-Quale?-. Gli domando allarmata.
-Ho ancora voglia di te...-. Mi dice scoppiando a ridere.
Lo guardo con rimprovero per avermi fatta spaventare ma anche divertita.
-Corona?!-.
-Che cosa... Vieni qua, che Corona è pazzo di te...-. Sento quella frase e mi fermo un attimo non credendo ai miei occhi.
-Questa si che è una bomba...-. Sussurro tra le sue labbra, lasciandomi baciare da quelle meravigliose labbra, di lì a poco, ricominciamo quella passionale e sensuale danza tra le lenzuola.

.Corona.
Non avrei mai pensato che mi sarei sentito così, anche se ero certo che lei fosse colei che mi avrebbe completato, e in questa prima giornata passata insieme, ho capito proprio questo, che è lei.
Lei che mi sbottona la camicia, lei che mi sorride, che mi bacia dolcemente mentre facciamo l'amore, che mi guarda dormire, che nonostante è meravigliosa, è sempre un pó imbarazzata, lei semplicemente lei.
Mentre stiamo facendo colazione, la porta di casa mia suona così vado ad aprire.
-Ciao Fratellone, ho portato quello che mi hai chiesto...-.
Mi dice Teresa entrando.
-Grazie tesoro...-.
Le dico posandogli un bacio sulla guancia.
-Lei è lei?-.
Mi domanda guardando Mia che a sua volta sorride alzandosi.
-Sì, lei è Mia. Mia, lei è mia sorella Teresa che ha portato le cialde di ginseng per te...-.
Le dico sorridendo.
-Ciao! Ma grazie, non dovevi, sei stata molto gentile!-.
Le dice sorridendo dolcemente e istintivamente Teresa l'abbraccia con trasporto, Mia è visibilmente sorpresa ma ricambia teneramente.
Quando mia sorella abbraccia qualcuno significa che le piace.
-Teresa, vuoi fare colazione con noi?-.
Le domanda Mia.
E lei annuisce sedendosi.
-Sono molto contenta che sei venuta, quanto resti?-.
Gli domanda Teresa.
-Fino a domani, devo tornare a Roma, ho preso due giorni di permesso dal lavoro.-.
-Ah ecco, ma poi torni?-.
Gli domanda ancora.
-Certo!-.
Esclama lei sorridendomi guardandomi.
-Che bello!-.
Dice Teresa sorridendo.
Quando finiamo di fare colazione, mia sorella torna a casa da mia madre, mentre io decido di portare Mia a visitare Palermo, in sella alla mia moto, sento le sue braccia stringermi e sorrido pensando che magari sto andando troppo veloce, ma lei come se mi leggesse nella mente mi dice.
-Non rallentare, non ho paura, amo solo stringerti....-.

Un treno preso al volo per paura di perderlo,

Senza pensarci neanche un secondo,

Con un'unica consapevolezza,

Non potersi spiegare come a volte l'amore,

Ci porti a compiere i gesti più folli.

L'uomo Del Destino Where stories live. Discover now