A17: Anakin e Padmé, chiaro di luna

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Richiesta antica come Yoda di bibi_mezzosangue05 , che ha tutte le mie scuse per l'increscioso ritardo.
Questa one shot iniziata durante l'ora di arte è la mia versione di come Anakin fa la proposta di matrimonio a Padmé. Se me la sono inventata di sana pianta? Sì. Se nel mio cervello è canon? Decisamente sì.
Probabilmente fa schifo ma sono davvero in un brutto periodo, accontentatevi😂

Padmé camminava speditamente nel porticato esterno della villa fuori Theed, quello che dava sul lago. L'ancella di cui si fidava ciecamente che aveva sorvegliato Anakin nell'infermeria le aveva annunciato, trafelata, che l'uomo era sparito improvvisamente: bisognava ritrovarlo, chissà cosa avrebbe potuto fare con un braccio di metallo potenzialmente contundente.

Quel ragazzo stava davvero iniziando a irritare la giovane senatrice con la sua totale incapacità di rimanere fermo per più di dieci minuti. Eppure lei lo amava perdutamente, proprio come gli aveva confessato nell'arena di Geonosis quando tutto pareva finito.

Padmé sorrise tra sé mentre scivolava dietro le colonne lungo la riva del lago, così immersa nei suoi pensieri da non notare nemmeno che le tre lune erano piene nella stessa notte in una rarissima coincidenza.

Anakin la stava facendo impazzire. Era sicuramente un ragazzo particolare, pieno di contraddizioni e debolezze, di difetti tanto spiccati quanto i suoi evidentissimi pregi... ma per lei non erano che piccoli nei, minuscole imperfezioni che lo rendevano unico...

Padmé si impose di fermare quel treno di pensieri: ogni volta che si soffermava su quanto Skywalker fosse insopportabile e immaturo finiva per perdersi in quanto era bello, brillante, coraggioso e pieno di fascino.

Sei fritta, Padmé Naberrie  si disse la giovane donna. Sei caduta ai suoi piedi.

Non si era nemmeno resa conto di aver percorso il porticato fino alla fine, dove si fermava sulla riva del lago Theed.

E Anakin era proprio lì, seduto tra i ciottoli lisci, intento a lanciarne alcuni nel lago.

"Buonasera, signor Jedi" salutò Padmé, mettendosi le mani sui fianchi con aria autoritaria. "Non dovresti essere in infermeria?".

Anakin si voltò verso di lei con quel suo sorrisetto sfrontato che irritava e inteneriva la senatrice.

"Affatto" disse il ragazzo. "Sono guarito".

"Questo lo dovrebbe dire il medico" ribatté Padmé.

"Ho messo un paio di guanti e nessuno in città si è accorto che avevo una protesi" rispose Anakin.

"In città... cosa?!".

"Sono andato a fare acquisti".

"Che tipo di acquisti?".

"Acquisti per il motivo per cui mi sono fatto trovare solo da te".

Padmé nascose il viso dietro una mano. Quel ragazzo era impossibile... cosa accidenti era andato a fare in città quando era scampato a malapena a un duello (e neanche tutto intero)?

"Allora fammi vedere questo acquisto, su" disse alla fine la donna.

Gli occhi furbi di Anakin scintillarono nell'oscurità.

"Solo se prima mi baci".

Padmé alzò gli occhi al cielo, ma si sedette accanto al Jedi e si sporse leggermente per sfiorare le sue labbra con le proprie.

"Bene" disse Anakin con una certa soddisfazione. "Questo vuol dire che mi ami ancora? Era vero quello che mi dicevi su Geonosis?".

Padmé sorrise e gli diede un altro bacio.
"Certo" rispose, senza ripensarci nemmeno per un secondo. Per quanto la loro storia d'amore fosse proibita e pericolosa, non sarebbe riuscita a continuare senza l'uomo che per la prima volta l'aveva fatta sentire viva. Quando pensava razionalmente si convinceva del fatto che innamorarsi di Anakin fosse stata una pazzia, ma quando lo vedeva e parlava con lui era tutta un'altra storia.

Anakin sorrise di nuovo ed estrasse qualcosa da una tasca; l'oggetto, tuttavia, rimase celato dall'oscurita.

"Padmé" disse in totale serietà.

"Sì?" rispose la donna, non del tutto tranquilla. Amava come il suo nome suonava detto da Anakin.

"Ti voglio chiedere una cosa che mi gira per la testa da qualche tempo" continuò il Jedi.

"Ti ascolto".

"In queste settimane mi sono reso conto che non sarò più capace di vivere senza di te. Voglio restare con te per sempre, capisci?".

Padmé annuì, intuendo dove quella conversazione stava andando a finire, temendo per il suo epilogo e allo stesso tempo attendendolo con impazienza.

Anakin deglutì rumorosamente e strinse la piccola mano della senatrice con la propria, quella vera.

"Padmé, vuoi sposarmi?" domandò, la sua voce più incerta del solito.

La donna, che fino a pochi minuti prima era stata piena di dubbi sulla loro storia, vide ogni incertezza sciogliersi come neve su Tatooine. Abbracciò Anakin e lo strinse forte  a sé, mandando al diavolo l'etichetta e le consuetudini del suo mestiere.

"Sì" rispose. "Mille volte sì!".

Anakin si mise a ridere e si separò dalla fidanzata, al cui dito infilò subito un anello di delicata filigrana ornato da un piccolo smeraldo nubiano. Ecco cos'era andato a comprare in città!

"Ecco qui" disse. "Staremo insieme per sempre. Nessuno lo saprà, ma noi ci sposeremo e vivremo insieme fino alla fine".

"Quando ci sposiamo?" chiese Padmé, sognante, dimenticando di colpo ogni altra cosa.

"Domani?" suggerì Anakin.

"Domani?! È troppo presto!".

"Pensavo che sognassi le tue nozze con le tre lune".

Padmé guardò il cielo e sorrise, pregando che quel segno fosse una benedizione da parte della Forza.

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