Paulo.

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Laguna Larga , Luglio 2018.

Mi porto il lenzuolo sopra la testa , la luce che entra in camera è davvero fastidiosa e io ho un mal di testa atroce, probabilmente per il modo in cui mi sono lasciato andare alle lacrime, cosa che non facevo davvero da anni.

Anche se poi Rachele è tornata.

E' tornata.

E' questo pensiero che mi fa fare un balzo sul letto, mi tolgo velocemente di dosso il groviglio di coperte in cui ero avvolto.

Mi giro e Rachele non c'è , mi guardo intorno e non c'è segno di lei nella camera, non ci sono più le sue cose, non c'è più nulla, non c'è niente.

"Amore."
Dico con voce flebile perché le lacrime hanno già preso il sopravvento.

Mi sento soffocare mentre il mio cuore si frantuma di nuovo.

Non può essere andata via di nuovo, non può avermi lasciato qui di nuovo, non può davvero avermi lasciato.
Non possiamo lasciarci.
C'è troppo amore per lasciarci andare.

Enrique ha dormito con Lautaro questa notte , pensavano tutti che dovessi essere lasciato solo e penso che nessuno sappia che Rachele sia passata, che abbia dormito qui, che abbia fatto l'amore con me .

Mi scappa un singhiozzo.

"Dove sei amore mio?"
Mi guardo intorno, mi metto le mani fra i capelli.
Non può essere andata via così, dopo aver fatto l'amore con me .

Mi vesto velocemente , con cose a caso che trovo nella stanza , corro di sotto.
Guardo in sala , poi guardo in cucina .
Ed è in cucina che purtroppo ho la conferma di quello che più temevo.

"E' andata via."
Dice mia madre , seduta al tavolo con una tazza di tè davanti , trema la voce anche a lei.

"Quando ?"
Chiedo sentendo il terreno sotto i miei piedi lacerarsi.

"Qualche ora fa , saranno state le tre e mezza del mattino al massimo."

"E perché non mi hai chiamato?"
Alzo la voce , non aveva il diritto di andarsene così.

"Non voleva che la fermassi , non voleva guardarsi indietro."
Dice semplicemente.
"Ma voleva salutarti a modo suo, voleva dimostrarti un'ultima volta il suo amore per te."

"Non è giusto cazzo , non è giusto."
Dico con le lacrime che non accennano a fermarsi mi asciugo in malo modo le lacrime mentre questo pianto sta prendendo il sopravvento.
Mentre cado a pezzi e non posso farci nulla.

Mia madre si alza, mi viene a prendere fra le braccia.
Mi lascio cadere a terra e mi faccio stringere dalla mia mamma. 

I miei venticinque anni si annullano improvvisamente.
I miei venticinque anni sembrano tornati ad essere cinque.

Anche se a cinque anni non avrei mai provato tutto questo dolore .
A cinque anni non avrei mai pensato di poter soffrire come ho sofferto in soli venticinque anni di vita.

"Perché mi ha lasciato mamma ? Perché non prova a capire anche il mio punto di vista ? Perché non prova a capire quello che provo anche io?"

Mia madre sospira, mi accarezza una guancia, cerca di asciugarmi quelle lacrime che ancora non accennano a fermarsi.

"Tu hai provato a capire il suo ?"

"Stare a Torino ci avrebbe ammazzato, ci stava già ammazzando prima che partissimo per la Russia."

"Non hai risposto alla mia domanda Paulo, hai provato a capire il suo punto di vista?"
Sospiro.

"Volevo solo fare il meglio per noi mamma."

"O quello che credevi fosse meglio Paulo . Quello che consideri il meglio per voi forse per lei non lo è . Rachele ha bisogno di sentirsi il dolore addosso, tu hai bisogno di scappare dal dolore.
Oltre che entrambi ve lo tenete troppo dentro fino ad arrivare ad esplodere."

"Non voglio restare a Torino, mi manca il respiro solo al pensiero."

"Lo so figlio mio , lo so."
Mi lascia un bacio fra i capelli.

"Alice era anche la mia bambina , era diventata anche centro del mio mondo, ero impazzito all'idea di essere padre e odio l'idea di non poter più essere suo padre, che non sarò mai suo padre e, se non posso essere il padre di Alice, non voglio essere il padre di nessun altro."
Singhiozzo perché oltre al dolore di Rachele c'è quello di Alice che persiste sempre, che è li e fa male, un dolore che se mi soffermo a pensarci non mi fa respirare cazzo.

"Tu sei suo padre Paulo."

"E allora perché non posso stringerla mamma? Perché non mi è stata data la possibilità di prenderla fra le braccia da viva ma solo quando ormai non c'era irrimediabilmente più niente da fare? Non ho mai sentito il suono del suo pianto mamma, non ho mai visto i suoi occhi aperti.
Mi ero già fatto mille idee, mi ero immaginato mille cose. Avevo già comprato le prime cosine.
L'avrei fatta venire allo stadio ogni volta che sarebbe stato possibile , con ovviamente la maglia di papà.  Avevo già immaginato i mille scleri di Rachele perché all'inizio non sarei stato in grado di cambiarla senza fare casini.
L'avrei controllata dormire ogni notte per essere sicuro che dormisse tranquilla.
Le avrei dedicato tutti i miei gol oltre che a papà e a Rachele.
Già ero geloso di tutti i ragazzi che avrebbero guardato la mia bellissima bambina, anche se sarebbe successo fra quindici anni.
Avrei sempre protetto la mia bambina, avrei voluto proteggerla anche prima, quando era nella pancia di Rachele.
Ma non ne siamo stati in grado, anche se tutti dicono che non è colpa nostra come facciamo a non accusarci?
E' morta la mia bambina mamma.
E un po' sono morto anche io.
Non voglio essere il marito di qualcun altro , voglio essere il marito della mia Rachele.
Non voglio essere il padre di qualcun altro , voglio essere il papà della mia nocciolina."
Singhiozzo di nuovo perché forse per la prima vola da quando la mia bambina è stata portata via riesco davvero a tirare fuori quello che ho dentro.

"Mi è stata strappata mia figlia mamma e non ho potuto fare niente."
Piango.
Mi lascio andare.
Mi lascio cadere a pezzi.

Perché non ha più senso restare in piedi, non c'è più nulla per cui valga la pena lottare, non c'è più nulla per cui valga la pena lottare.

Alice non c'è più.

E senza Alice non ci siamo più nemmeno io e Rachele.

Si è sgretolato tutto sotto i miei piedi e non ho potuto fare nulla.

"Tio Paulo!"
La voce di Enrique mi arriva dritta alle orecchie e cerco di darmi un contegno perché nessun bambino dovrebbe vedere questo tipo di scene.
"Tio Paulo che succede?"
Chiede ancora arrivando davanti a me, mia madre si alza, mentre io prendo in braccio il mio piccolo tesoro.

"Dov'è la tia Ra? Volevo venire nel lettone con voi ma non c'eravate."

"La tia Ra è andata via Enrique."
Dico con la voce che trema, vorrei davvero trattenere le lacrime .

"Come andata via ? Dove?"

"Non lo so, credo a Torino."

"Ma non mi ha salutato !"
Dice con occhi tristi , sembra che possa piangere da un momento all'altro.

"Non ha salutato nemmeno me Enrique ."
Rispondo cercando di addolcirgli la pillola, so che Rachele non voleva ferire Enrique e che stanotte ha sofferto quanto lui ora nel non salutarlo.

"Non possiamo andare da lei?"
Chiede ancora appoggiandosi al mio petto per farsi consolare.
Lo stringo forte.

"No, per ora no."

"Avete litigato tio Paulo?"

"Si, abbiamo litigato."
E' un bambino troppo intelligente, dirgli delle cazzate non avrebbe senso.

"Fate presto la pace , non mi piace stare senza la tia Ra."
Dice dopo un po' accucciandosi di più a me, lo stringo forte, gli bacio i capelli, cerco di trattenermi dal crollare davanti a lui.

"Non piace nemmeno a me stare senza la tia Ra Enrique."

N.B.
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Fix You Inediti.-Paulo DybalaWhere stories live. Discover now