Paulo.

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Madrid, Luglio 2019.

E' notte fonda e fa terribilmente caldo, come è normale che sia in piena estate.

Non siamo stati molto in giro e siamo stati poco al mare.

Parlo al plurale perché da qualche mese non sono più da solo, anche se non per mia scelta.
Ho messo incinta una ragazza, Oriana, in una delle numerose sere in cui l'alcol ha preso il sopravvento.  Non eravamo nulla, non ci eravamo nemmeno mai visti.

E' successo e basta.
E mi sono odiato, mi sono fatto schifo.
Egoisticamente quel bambino non lo volevo. Non ne volevo sapere.
Avevo perso da così poco la mia meravigliosa Alice che non volevo nessun altro bambino.

Ma, nonostante questo, da quando Oriana mi ha comunicato della sua gravidanza mi sono preso le mie responsabilità, ovviamente. Non so se siamo una coppia, non credo. Condividiamo solo nostro figlio in realtà, per il resto ci conosciamo poco e, anche se viviamo insieme, ci vediamo veramente poco. Ci siamo entrambi ritrovati incastrati in una vita che nessuno dei due voleva, soprattutto lei che ha una carriera da portare avanti. Ha inciso qualche canzone ma ovviamente recitare o altro niente, non che me ne interessi più di tanto in realtà.

Sono una persona orribile ma, infondo, da un anno ormai, non sono più la stessa persona.

Cambio la posizione di Abel cercando di cullarlo meglio, non vuole saperne di addormentarsi stanotte. E' nato da due settimane e, in realtà, non ha dato poi così tanti problemi nel dormire.

Ma ancora dobbiamo conoscerci meglio.

Sono diventato il padre di Abel da un momento all'altro anche se non volevo.
Volevo solo essere il padre della mia Alice. Volevo essere solo suo padre ma nella vita non va mai davvero come uno vuole.

Anche se non pensavo che potesse andare davvero tutto così male.
Perdere tutto da un momento all'altro. Essere in cima ad una montagna di felicità il giorno prima e cadere rovinosamente il giorno dopo.

Abel fa un lamento, lo cullo leggermente.

"Shhh, mi nino, shhh."
Sussurro, gli bacio i capelli. 

Lo guardo, è bellissimo.
E mi sento così in colpa nel non averlo voluto come si meriti.

Non che non lo ami, anzi, lo amo come un padre ama suo figlio.
Ma non l'ho voluto.
E non l'ho desiderato.
Perché io volevo solo la mia bambina.
Volevo solo la mia Alice con la mia Rachele.

Volevo solo questo.

E non l'avrò mai più. 
E non potrò mai più avere nulla di simile.

-

"Tio Paulooooo!"
Esclama Enrique correndo, il cuore mi potrebbe esplodere di gioia, non lo vedo da un po', volevo passare un po' delle vacanze con lui, Alina e Milagros ma dato che Oriana aveva il termine  del parto proprio nel pieno di Giugno abbiamo rimandato e sono arrivati ora anche per conoscere Abel. 

"Campione!"
Rispondo prendendolo in braccio accovacciandomi, mi sbilancia indietro per la troppa foga che ci mette, ma non mi interessa, sono davvero immensamente felice.

Milagros, che ha ormai un anno e mezzo, è una trottola e, tenendo la mano di sua madre, cammina velocemente verso di me, spalanco l'altro braccio, Alina lascia la sua mano, la piccola corre veloce verso di me, la prendo al volo, stringendola insieme a suo fratello.
Quanto amo questi due piccolini.

Ci siamo visti solo a Natale, l'ho passato con loro, poi ho fatto una toccata e fuga a Marzo prima di andare in Nazionale. 

E ora finalmente li ho di nuovo qua.

Fix You Inediti.-Paulo DybalaWhere stories live. Discover now