𝕎𝕒𝕝𝕝𝕤

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-Stai pensando di suicidarti, vero?-

Ah.
Diretto.

Irrigidii le spalle.
Non mi ero minimamente accorto di quella presenza.

Una presenza decisamente, decisamente disinvolta.

La consapevolezza di non essere solo mi riportò velocemente alla realtà.

Voltai appena la testa, osservando la figura che aveva richiamato la mia attenzione.

Un ragazzo.

Avrà avuto meno di vent'anni, a giudicare dai lineamenti quasi infantili del viso.
Forse diciotto.

La prima cosa che notai fu il suo sorriso spensierato.

Poi venne tutto il resto: la corporatura solida e slanciata. Un'altezza superiore alla media, dei muscoli che avrebbero fatto invidia a chiunque.
Il naso leggermente all'insù e la mascella rigida.

Le iridi brillavano di un colore simile all'oro e i ciuffi appuntiti erano di un bianco sporco, alternati con meshes scure.

Una scelta di colori che non passava certo inosservata.

Eppure, il mio sguardo venne catturato da quello strano sorriso.

Pensai di non aver mai visto un'espressione simile.

Anche se, allora, non avrei saputo spiegarne il motivo.

Quando incrociai i suoi occhi, il tempo sembrò fermarsi per quelli che mi parvero minuti interi.

E l'unico pensiero che sorse spontaneo fu: "Che cosa sto facendo?"

Il respiro si mozzó in gola e avvertii un forte senso di nausea.

Fu l'altro ragazzo a rompere il silenzio per primo.

Il tipo si grattó la testa, evidentemente a disagio: -È una domanda tanto difficile?-

In circostanze normali, avrei saputo dare una risposta.

Ma quelle erano circostanze tutt'altro che normali.

E il ragazzo di fronte a me...beh, anche il ragazzo era tutt'altro che normale.

Mantenni le labbra serrate e mi limitai a non muovere un muscolo.

"Che cosa...che cosa sto facendo?"

L'eco di quelle parole mi rimbombó nella testa.

Ero stato davvero sul punto di...?

Strinsi la ringhiera con così tanta forza che le nocche mi divennero bianche.

Pian piano, la coscienza delle mie azioni azzardate andò a sostituirsi al senso di vuoto che avevo provato fino ad un istante prima.

Il respiro aumentò assieme al battito cardiaco.

Io, Akaashi Keiji, avevo pensato seriamente di...?

Lo sconosciuto mi staccó gli occhi di dosso per rivolgerli al panorama.
-Oh, okay.-

La mia testa scattò nuovamente nella sua direzione.

Che problemi aveva quel tipo?

-Okay...cosa?-
-Ah! Quindi sai parlare.- Il suo tono di voce non nascondeva una benché minima provocazione, tanto che mi domandai se il ragazzo che avevo davanti non soffrisse veramente di qualche tipo di disturbo mentale.

-Tu hai...hai appena...- Mi interruppi, alla ricerca di un qualche cambiamento nel suo volto.
Nulla.

Il ragazzo continuava a sorridere come se niente fosse. La sua espressione sembrava dire "Coraggio, ti ascolto, vai pure avanti."

Only the BraveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora