Il Gatto guardava, assieme al suo gatto, il canarino in gabbia. Non era giusto tenerlo lì, si diceva, ma non si poteva neanche liberare una creatura nata in cattività, sarebbe morta certamente, così il Gatto passò altri dieci minuti a pensare come liberarlo, mentre il gatto passò altri venti minuti a pensare come catturarlo. Nessuno dei due trovò la soluzione, cosicché il gatto andò a dormire sul divano, e il Gatto andò a lavorare al super mercato. A sera, come tutte le sere, il Gatto si vide al bar con Giovannino e Sasso, come tutte le sere nel tavolino di fuori e come tutte le sere il Gatto si guardava attorno con aria stralunata, Giovannino guardava in alto il cielo o forse solo gli ultimi piani dei palazzi, e Sasso sorbiva un bicchiere di negroni dopo l'altro incupendosi sempre più. Ad un tratto il Gatto parlò e disse: "Ragazzi, devo liberare l'Aereo !" "Si chiama così il canarino?", chiese Giovannino. "No. Non il canarino. È nato in gabbia e gli tocca rimanerci, ma l'Aereo no. Lui ha volato per i cieli!" "Ma che aereo ?" "Quello del super mercato!"