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❗Vorrei ricordare che tutte le mie storie sono protette da copyright❗

Percorro i lunghi corridoi di questa scuola e rimango incantata dalle decorazioni di ogni singolo colonnato, le vetrate lasciano entrare la brillante luce solare di oggi. Mai vista una scuola così. Certamente non dico che facessero schifo le mie scuole precedenti, beauxbatons era molto graziosa, ma qui sembra di stare nell'arte pura. Sono così distratta da tale bellezza che non mi rendo conto di essere andata a sbattere contro qualcuno. Tengo a stento i miei libri in mano mentre traballo un po' per il colpo. Un 'hey'  involontario esce senza che me ne accorga dalle mie labbra. E per tutta risposta il ragazzo con cui mi sono scontrata sussurra un "guarda dove metti i piedi ragazzina" molto di sfuggita, come se i suoi pensieri fossero focalizzati completamente altrove. Ma se c'è una cosa che non sopporto sono gli insolenti. Decido così di seguirlo lasciando perdere il mio tentativo di trovare l'ufficio del preside invano e seguire il ragazzo scortese con cui mi sono scontrata. Magari si rivela anche gentile e mi mostrerà lui come trovarlo. Non mi faccio problemi ad entrare nel bagno degli uomini dove pochi secondi fa è entrato lui e sono già pronta ad urlargli contro quando mi rendo conto che è in lacrime, con la testa china appoggiato al lavandino ed un 'Ei' strozzato esce dalle mie mie labbra facendolo sussultare, rimane incredulo davanti al mio riflesso nello specchio. Si volta di scatto e la sua espressione muta da confuso ad arrabbiato. Lo posso notare da come aggrotta le sopracciglia e si fa più cupo. Anche i suoi occhi si fanno più scuri nonostante la distanza non mi permetta di vederne il colore. Le labbra corrucciate completano l'opera. I capelli di un biondo spento, quasi consumato gli ricadono sugli occhi.

"Che diavolo ci fai tu qui? Non puoi entrare!" quasi urla.

Non spiaccico parola, tutto quello che volevo dirgli mi è completamente volato di mente. Mi esce solo un quasi fin troppo normale "Perchè piangi?"

"Questi non sono affari tuoi mezzosangue" tira fuori tutto d'un fiato. Ma come si permette di rispondermi così. "E tu che ne sai?"

"Sei sicuramente una tassorosso?" si rivolta verso il lavandino e si sciacqua frettolosamente il viso. Sussurro un 'okay' più a me che a lui e mi avvicino posando i libri su un lavandino vicino. Appoggio una mano sulla sua spalla e faccio per abbracciarlo ma si scansa velocemente.

"c-cosa fai? Non mi toccare" alzo le mani in segno di resa e faccio un passo indietro per lasciargli lo spazio di cui ha bisogno.

"Scusa io.. pensavo ne avessi bisogno... Comunque sono Arya" gli porgo la mia mano ma viene completamente ignorata e perciò la ritiro poco dopo.

"Senti potresti accompagnarmi nell'ufficio di Silente? Non riesco a trovarlo." Sembra rifletterci un po' per poi dirmi un "Si così ti levi di torno" sussurrato mentre mi sorpassa per uscire. Recupero i miei libri e non fiato per tutto il tragitto. Mi limito ad ammirare la scuola e cercare di stare al suo passo.

"E' questa, devi dire sorbetto al limone, ciò ti permetterà di salire" annuisco e lo ringrazio, tento di salutarlo con un "Allora ciao" ma mentre se ne sta già andando mormora un "Si ciao". Direi che non vedeva l'ora di liberarsi di me.

Straight to Hell Onde as histórias ganham vida. Descobre agora