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"Baby non so cosa c'è che (c'è che)
Mi tiene incollato a te se (te se)
Di te non so quasi niente (niente)
Se non sotto le coperte (yeh)"



Mi sveglio con un odore bellissimo di cornetti, vado in cucina da Davide < ma buongiorno > dico baciandogli una guancia < colazione pronta > ci sediamo vicino al tavolo < mmh che buono > dico < già > < allora tutto bene ieri con Vincenzo? > dico maliziosa, subito arrossisce < cosa intendi? > chiede < dai ho visto che sintonia c'era tra di voi > dico felice < sarà > fa spallucce < non mi dai soddisfazione > alzo gli occhi al cielo < fai presto che dobbiamo andare a scuola > dice lui bevendo dalla sua tazza. Stiamo fuori al cancello della scuola < immagino che ritornerai a chiuderti nella tua stanza > dice Davide < no in realtà stavo pensando di romperti le scatole > dico io < mi dispiace ma lavoro > dice < e poi volevo dirti che stasera viene Giovanna da me > annuisco < entriamo? >.
Mi siedo al mio solito posto e aspetto l'entrata della prof, ma a catturare la mia attenzione è l'entrata di questa ragazza che non ho mai visto < chi è? > chiedo a Marco uno della mia classe < boh mai vista...però > dice l'ultima parola malizioso. È una bella ragazza devo ammetterlo, alta, occhi verdi e capelli rossi < buongiorno > dice guardandosi intorno, la prof entra < buongiorno > dice chiudendosi la porta alle sue spalle < tu devi essere la ragazza nuova? > annuisce < si mi chiamo Anna > dice < io sono la professoressa di letteratura > dice la prof < accomodati pure > Anna viene a sedersi davanti a me. La campanella suona avvisando la fine delle lezioni < cosa ne pensi della ragazza nuova? > mi chiede Davide < mah non lo so non voglio giudicare un libro dalla copertina ma sembra molto sicura di sé fin troppo e penso che non potremmo essere amiche > dico camminando nei corridoi < a me sembra simpatica > < ma poi hai visto come Giovanna ha cercato di fare amicizia? > dico < è una ragazza nuova tutti abbiamo cercato di fare amicizia > dice lui < sarà > faccio spallucce < adesso devo andare > dice baciandomi una guancia < ciao > dico io. Mi fermo fuori scuola sto aspettando mia madre, non mi va di tornare a casa da sola < devo prendere la patente > penso ad alta voce < scusa? > si gira la ragazza nuova < no a te scusami pensavo ad alta voce > spiego io in imbarazzo < ma tu sei nella mia classe? > mi chiede < si > dico < piacere Anna > mi porge la mano < Teresa > dico ricambiando il gesto < non sei di Napoli? > chiedo per fare conversazione e non sembrare apatica come avevo pensato < no di Roma mi sono trasferita qua con mia madre > spiega, mia madre arriva < ehm adesso devo andare ci vediamo > dico salutandola.

Sono le 17 e provo una grande noia, di studiare proprio non mi va e Davide sta a lavoro. Mi viene un'idea, messaggio Vincenzo l'amico di Eugenio per farmi dare la posizione di dove lavora, almeno vado a rompere le scatole a lui " io non ti ho mandato niente " dice "HAHAHHAA shh".
Sono per strada in cerca dell'officina finché non la trovo, ho pensato di portargli da bere e ho comprato qualcosa al Mc < buonasera > dico entrando e guardandomi intorno < Teresa? > un Eugenio in abiti da lavoro, tutto sporco, ma nonostante ciò resta sempre bono, mi guarda confuso < dove la trovi un'altra come me? > dico mostrando le buste < tu si pazz > ride < ma poi chi te l'ha detto dove lavoro? > < ma quante domande se vuoi me ne vado > faccio finta di andarmene ma lui afferra la busta del Mc < ecco ora puoi andare > dice ridendo < ma che stronzo > gli do uno schiaffo amichevole sulla guancia < dai scema entra > mi fa strada e ci avviciniamo ad un tavolo < scusa per come sto > si guarda < non scusarti perché stai lavorando anzi > gli sorrido.

Eugenio

Stiamo parlando e ridendo già da un'ora io però ho ripreso a lavorare nel frattempo e lei mi guarda < è di tuo zio questo posto vero? > < già lo tiene da anni ormai > spiego < ma lui dov'è? > chiedo < gli ho detto di andare a casa a riposare penso che tra poco viene però > < e dei tuoi cosa mi racconti? > chiede e qualcosa dentro di me si rompe < sono morti in un incidente quando avevo 16 anni > la guardo per vedere la sua reazione, resta di sasso e mi guarda < mi dispiace io non volevo> la interrompo < non ti preoccupare non hai fatto nulla, Non potevi saperlo > attimi di silenzio invadono la stanza ma è un silenzio dolce fatto da mille parole < Eugè> mio zio entra in officina < o zi'> dico uscendo da sotto l'auto < ue e chesta bella fanciulla chi è? > < Teresa > gli porge la mano < Mimmo > < ah ma tu sei quella Teresa finalmente posso conoscerti > dice contento, io vorrei solo sprofondare < anche io sono felice di poterla conoscere > dice Teresa sorridendo < si ma dammi del tu > si siedono a tavolino tutti e due < si adesso voi parlate e io a lavorare > dico < ma si fammi scambiare due parole con Teresa > dice mio zio.

Teresa

Lo zio di Eugenio è molto simpatico mi sta raccontando le avventure del nipote < poi una volta era piccolino non lo trovavamo più, la madre per poco non gli veniva un infarto alla fine stava nel giardino del vicino che avevano una figlia > rido < già ruba cuori > dico guardandolo < modestamente > dice prendendo una sedia e sedendosi accanto a noi < no ma io da piccola non ero così ribelle > < crescendo si > aggiunge lui < un po' diciamo che quando stavo con Giovanna, una mia amica, lei mi copriva sempre e io coprivo lei allora abbiamo fatto molte cazzate > ripenso alle cose fatte insieme e il mio sorriso diminuisce, Mimmo mi guarda in cerca di risposte < abbiamo litigato > spiego < e perché mai? > < eh Mimmo che vi devo dire alcune persone mettono l'amore prima dell'amicizia Ma poi fosse amore manco quello era > < piccerè l'amicizia è sacr comme l'ammore> mi dice < già ma sinceramente potevo anche passarci sopra però la falsità proprio non mi va > dico < non starci male però se è destino le cose si risolveranno > mi sorride.

Si sono fatte le 20 < caspita me ne devo andare > dico alzandomi < ti accompagno > dice Eugenio < ma no devi accompagnare tuo zio > dico io mentre indosso il capotto < no io ho la macchina non ti preoccupare > mi appoggia una mano sul braccio < allora ci vediamo > dico io abbracciandolo < torna presto > < certo >. Arriviamo fuori casa mia < embe' mo quand ce verimm? > mi chiede < quann vuo > rispondo io baciandogli una guancia < riman allor > mi fa l'occhiolino < a domani > dico. Salgo sopra < chi era? > chiede mia madre non vedendomi manco arrivare < un amico > rispondo io togliendomi il capotto < si certo > dice lei seguendomi da per tutto, rido < sembri una mia amica > dico < ma perché fino una settimana fa non uscivi da casa per Francesco e adesso esci con questo" amico "> < è proibito ritornare a stare bene? > < no anzi > dice < e poi è un amico di Davide, siamo solo amici > aggiungo io < va bene basta che sei felice > mi bacia una guancia < vado a farmi una doccia > dico prendendo le cose ed entrando nel bagno.

Uno Sbaglio Da RifareWhere stories live. Discover now