capitolo 16 (finale)

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ALLIE

E' da qualche ora che, dopo aver terminato la conversazione con Cinque, sono in silenzio a pensare a tutto quello che è successo nell'ultimo mese e a come uscire da qui, ma, d'altronde non è che possa fare molto, eccetto aspettare e sperare che Herb faccia qualcosa.

Noto praticamente solo ora che la cella in cui sono è piuttosto spaziosa, ma decisamente poco pulita e igienica; non mi hanno ancora portato da mangiare e non penso lo faranno molto presto, ma sono sopravvissuta a cose ben peggiori di questa.

CINQUE

Mi precipito a cercare il numero di Herb in camera mia, so di averlo messo qui da qualche parte nel mentre ripromettevo a me stesso di utilizzarlo solo in casi strettamente necessari; dopo pochi minuti, eccolo, esattamente dove l'avevo lasciato l'ultima volta: in fondo al terzo cassetto più basso della scrivania.

Scendo al piano di sotto, prendo in mano la cornetta del telefono, compongo il numero e attento che qualcuno mi risponda; uno...due...tre...quattro squilli, poi la voce secca e pacata di Herb mi giunge alle orecchie:

"qui è Herb, chi parla?"

"Sono Cinque Hargreeves"

"Ciao Cinque, come stai? Non accade spesso il fatto che mi arrivi una tua chiamata, è successo qualcosa?"

"A dire il vero si. Ti ricordi di Allie?"

"Certo, come di menticarsela quella ragazza, era veramente simpatica"

"Parla al presente, è ancora viva; hanno finto la sua morte per motivi a me sconosciuti. Tornando a noi, ti ho chiamato perché lei ora si trova alla commissione, l'hanno rapita, è dentro una di quelle segrete che utilizzavano solo in casi eccezionali." Sentì Herb fare un piccolo sbalzo, ci teneva a lei, era come era come una nipote per lui.

"farò tutto il possibile, grazie per avermi avvertito Cinque" Non feci nemmeno in tempo a ringraziarlo, che mi riattaccò il telefono in faccia.

Dopo che la conversazione si concluse, con il petto colmo d'ansia, non mi restò altro che prepararmi un caffè per rilassarmi, lo so è strano, di solito il caffè agita, ma per me è il contrario.

Mi siedo sul divano e noto Klaus seduto poco distante da me, pensavo fosse uscito con gli altri, ma, sta leggendo?

"Klaus perché stai leggendo? Non è date, sicuro di sentirti bene?"

"oh, non ti avevo visto Cinque, non sono Klaus, ma Ben. Non fare domande, di recente abbiamo scoperto che posso impossessare il suo corpo, quindi questa è una delle numerose prove."

Ero scioccato, in senso buono ovviamente, questa notizia mi ha un po' alleviato i nervi tesi.

"ma è fantastico! Niente più Klaus anche solo per pochi minuti" affermo ridendo.

"beh, in effetti può essere un aspetto positivo della questione, ma dimmi, perché sei così e muovi costantemente il piede?" la mia ansia era davvero così evidente?

Stavo per rispondere con qualche stupida scusa, ma Ben, come se mi avesse letto nella mente, mi precedette:

"non cominciare a dire cagate, anche se ho vissuto con te meno degli altri ti conosco e so per certo che hai qualcosa che ti turba, sappi che, qualunque cosa stia succedendo in questo periodo, puoi parlare con me." Sono contento che Ben si preoccupi così per me, però mi da anche fastidio che le mie emozioni si vedano così tanto.

"grazie, davvero; sono solo preoccupato per una questione delicata, la quale implica il coinvolgimento di una persona a me cara.

"vuoi parlarne?" ci pensai un po' su, poi però pensai che fosse meglio sfogarmi e non tenermi tutto dentro.

At least you...-Five HargreevesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora