Capitolo 10

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Fabian mi svegliò accarezzandomi delicatamente, erano giorni che non mi alzavo per conto mio, qualcuno la mattina era sempre in camera mia pronto a svegliarmi.

"Buongiorno." disse sorridendo.

"Giorno."

"Ero venuto a parlarti di quello che era successo ieri. So che non è colpa tua, e so che non puoi rifiutare Wrath facilmente, è una persona piuttosto testarda." disse sorridendo come se nulla fosse.

"Già, spero che tu non te la sia presa per ieri, mi dispiace, davvero, non volevo." dissi abbassando lo sguardo.

"Oggi il consiglio si unirà per parlare delle nuove informazioni di Huston, cercheremo di prendere quell'uomo il prima possibile. Deve pagare per ciò che ha fatto." disse con un tono che non avevo mai sentito prima.

scesi giù per fare colazione, e notai che le cameriere correvano da una parte all'altra, erano ancora più indaffarate del ballo. Mi chiesi se dovessi andarci anche io, appena avrei incontrato Fabian glielo avrei chiesto. Entrai nella sala dove qualche giorno prima avevo cenato con il re, notai che era piena di fiori, il tavolo aveva una tovaglia con degli origami d'oro, le tende erano aperte e l'oro rifletteva la luce del sole. Mi guardai intorno sbalordita: la sala era almeno dieci volte più della dell'ultima volta che c'ero entrata.

"Bello vero?" disse Wrath apparendo alle mie spalle.

"Si... devo venire anche io?" chiesi curiosa.

"Si, rimarrai solo per cena, poi quando inizieremo a parlare di Huston dovrai andartene, sono questioni riservate ai membri del consiglio." disse sorridendo.

Anna mi chiamò e seguii la sua voce, era in cima alle scale vicino alla porta d'entrata della mia camera. In mano aveva un appendiabiti con un velo bianco sopra per coprire l'abito al suo interno.

"Dimmi." dissi sorridendole.

"Dobbiamo prepararti per la cena, richiesta di Fabian e di Wrath." disse aprendo la porta per farmi entrare in camera.

appoggiò delicatamente il vestito sul letto e mi fece segno di sedermi sulla sedia della toilette. Cominciò a lisciarmi i capelli, poi fece una treccia laterale e passò al trucco, mi mise mascara eyeliner, fondo tinta e il blush. Aprì la zip che conteneva il vestito, era bellissimo: era rosso con una scollatura a V molto profonda, era molto aderente, c'erano un po' di brillantini sparsi su tutto il vestito e mi arrivava un po' più in giù del ginocchio. Anna mi aiutò a mettermi il vestito e non appena mi guardai allo specchio rimasi a bocca aperta e sussurrai un piccolo 'grazie' a Anna che mi aveva trasformata.

Nella stanza entrò Fabian che mi guardò ancora più sorpreso, mi prese per mano e mi accompagnò giù per le scale. Notai molte faccie nuove, erano circa una ventina di uomini di tutte le età, mi guardarono sorpresi e arrossii un po'. Ecco perchè il tavolo della sala era così grande, molto probabilmente è lì che il consiglio faceva le riunioni. Ci sedemmo e notai quanto lavoro avevano fatto mentre Anna mi stava preparando, sul tavolo c'erano un sacco di portate, dei camerieri con delle bottiglie di vino in mano pronti a riempire i bicchieri vuoti, Dalle finestre pendevano delle tente viola con il contorno d'oro, e al centro delle tende c'era un simbolo: un'aquila che tra le zampre tiene una rosa nera, molto probabilmente era il simbolo del regno, anche perchè lo stesso simbolo era cucito sulle giacche dello smoking.

Wrath mi pare sorpreso non appena mi vide.

"Anna si è davvero impegnata." disse facendomi fare una piccola piroetta per vedere l'abito. Oltre a Wrath, Fabian e il re notai un'altra faccia conosciuta, era Mark.

"Loro sono i re dei popoli confinanti, con loro abbiamo un rapporto speciale, anche loro amavano la regina e ci vogliono aiutare a trovare il colpevole." mi informò Fabian.

"Come mai sono così tanti?" chiesi curiosa.

"Guarda bene, ogni anziano è affiancato da un giovane, sono padre e figlio, il prossimo erede al trono." disse sorridendomi.

La seratà durò molto e io mi stavo davvero annoiando.

"Scusa Elisabeth, mi sfiggie il tuo cognome...?" Disse un anziano curioso.

"Uh... ehm... mi chiamo Davis di cognome, Elisabeth Davis." dissi stringendogli la mano. L'anziano mi guardò prima con uno sguardo un po' incredulo, ma poco dopo sorrise e mi strinse la mano. Parlarono a lungo dei loro regni e di quello che accadeva dentro di essi. Poi a un certo punto si fecero cupi e mi venne chiesto di uscire, così io uscii e me ne andai in camera mia. Sentivo alcune urla provenire dalla sala, dovevano aver trovato altre informazioni su mio padre. Sentii la porta della mia camera aprirsi e credendo che fosse Fabian sorrisi, ma poco dopo notai che era Mark e il mio sorriso si spense.

"So chi sei." disse cupo.

"C-cosa?" dissi fingendo di non aver sentito.

"Elisabeth Huston." disse lui avvicinandosi a me.

"Stai sbagliando persona." dissi con tono freddo, ma sapevo che il mio corpo mi tradiva, stavo tremando ed ero diventata pallida.

"So che sai di cosa sto parlando." Disse avvicinandosi a me e mettendomi le mani sui fianchi.

"Ti conviene seguirmi se non vuoi morire." disse freddo, non voleva tenermi al sicuro, non gli importava se gli altri avrebbero scoperto chi ero, voleva qualcosa, il problema è che io non sapevo cosa. Lo seguii senza fiatare, lui mi portò fuori dalla casa e lì mi prese di forza e mi buttò in auto. Il suo sguardo non trasmetteva alcuna emozione. Mi stavo guardando intorno, bosco, bosco e ancora bosco, proprio come la prima volta che Wrath mi aveva portata a casa sua. Si fermò dopo un po', circa 15-20 minuti. Mi guardò e sorrise, era un sorriso freddo, che ti faceva venire i brividi. Lo vidi allungarsi verso di me e io d'impulso cercai la maniglia della porta per poterla aprire.

"se credi che sia così stupido ti sbagli." disse ridendo. Lo guardai terrorizzata. In un attimo mi ritrovai lui sopra che cercava di tirarmi via la maglietta. Mi dimenavo, urlavo e lo insultavo. A un certo punto pensai di tirargli un pugno, così feci, si spostò appena, come se il mio pugno fosse un piccolo schiaffetto, mi guardò con occhi fiammeggianti, mi tirò una sberla e mi strappò la maglietta di dosso. Urlai e cercai di colpirlo sul petto per allontanarlo, ma niente, continuava a starmi addosso. Lo sentii piegarsi su di me e prendermi la faccia tra le mani, mi baciò con violenza, pretendendo di entrare nella mia bocca mentre mi palpava il seno, io acconsentì, ma solo per potergli mordere la lingua. Il sangue gli scese sul mento, e in un attimo mi ritrovai mezza stordita dalla sberla che mi aveva tirato.

"Non fare la dura con me." disse premendosi la mano sul labbro. Poi notai che stava armeggiando con la cintura per potersi aprire i pantaloni. Pregai dio, volevo essere trovata, Mark stava abusando di me e mi stava picchiando. Durò più di quando mi aspettassi, poi sentii il finestrino rompersi e vidi che una mano stava tenendo mark per il collo lo scostò da me in un istante, e sgranando gli occhi notai Wrath che teneva fermo Mark, aveva chiamato qualcuno e Mark era sparito con qualcuno. Wrath mi prese in braccio, ero quasi nuda, solo in reggiseno e pantaloni. Mi appoggiò delicatamente sul sedile della sua auto, mi teneva la mano mentre tornava a casa, era preoccupato e mi ripeteva di rimanere con lui. Mi svegliai sul divano in salotto con cinque persone che mi guardavano, Wrath, Fabian, il re, l'anziano che avevo incontrato quella sera e un dottore che mi teneva il polso per sentire il battito. Cercai di alzarmi ma qualcuno mi disse di rimanere giù perchè dovevo riposare. Mi sentivo tutti gli occhi addosso, mi vergognavo perchè ero seminuda, preferivo rimanere solo con Fabian e il dottore, ma gli altri non ci pensarono neanche a lasciarmi sola.

"Fabian ti devo parlare." disse il re.

"Tu, Wrath, aiuta Elisabeth a salire in camera sua, deve riposare." disse il re indicando Wrath.

Wrath mi aiutò ad alzarmi, e poco dopo mi ritrovai sdraiata sul mio letto. Vidi Wrath che si avviava verso la porta.

"No ti prego, non lasciarmi sola." dissi con un filo di voce.

"Cosa?" disse Wrath guardandomi preoccupato.

"Rimani con me, ti prego." dissi con l'ultimo filo di voce. Riuscii a vedere che si spostava e si sedeva su un divanetto vicino al letto, poi vidi solo nero.

Rapita dalla mia vita.Where stories live. Discover now