XVI.

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Tyler

«Ragazze, mi dovete dare una mano!» Esclamo irrompendo nella stanza d'albergo di Eveline e Lauryn.

«Che ti serve Tyler?» Dice Lauryn posando il libro che stava leggendo e alzandosi dal letto. «Eveline ti ricordi di Ian? Ai mercatini alla fine mi ha chiesto di uscire e stamattina mi ha chiamato per incontrarci pomeriggio, non è fantastico?» Mi avvicino al letto di Eveline e la prendo per le braccia costringendola ad alzarsi.

«Come sono vestito?» Chiedo ad entrambe mostrando il mio outfit: un paio di jeans skinny grigi, una felpa nera, il cappotto e le scarpe del medesimo colore.

«Stai bene, ma intanto mi devi spiegare chi diavolo è Ian.» Dice Lauryn avvicinandosi a me per guardami meglio. «Ah sì giusto, ieri pomeriggio ai mercatini di Natale mentre tu e Ethan eravate sulla ruota panoramica a fare chissà che cosa...» Inizio a dire. «TYLER!» Squittisce Lauryn arrossendo.

«Dicevo... Mentre voi non c'eravate, io Eva e Ryan ci siamo messi a cercare qualche ragazzo e abbiamo incontrato Ian che aveva perso di vista sua sorella. Eh niente, alla fine l'abbiamo aiutato e poi mi ha chiesto di vederci qualche volta.» Spiego la situazione un po' imbarazzato.

«Perfetto, mi piace come sei vestito, ma dove andrete? Di che cosa dovete parlare?» Inizia Eveline facendo molte domande a raffica.

«In realtà non lo so, per questo mi servite voi! Di che cosa posso parlare? E se dovesse andare male? E se non dovessi trovare argomenti di cui parlare? Sono spacciato.» Inizio a lamentarmi.

«Ehi stai' tranquillo, vedrai che andrà bene e se ci dovessero essere momenti di silenzio basta scrivere o a me o a Lauryn e ti aiuteremo.» Sorride Eveline.

«Grazie mille ragazze, ora però devo andare, ci dobbiamo incontrare tra due minuti al bar qui davanti.»

«Vai, tranquillo.» Dice Lauryn e io abbraccio entrambe, non so come farei senza di loro.

Una volta uscito dall'hotel, il freddo invernale inizia a farsi sentire e mi maledico per non aver messo - né portato in valigia - guanti e cappello.

Vado davanti al bar e subito vedo Ian seduto in una panchina lí vicino, appena mi vede, sorridente si alza e viene verso di me.

«Ciao Ian.» Dico sorridendo e dandogli una pacca sulla spalla.

«Ciao, amico.» Ricambia il sorriso.

Sono stupido, dannatamente stupido.

Ma certo, come potevo pensare di incontrare un ragazzo interessato a me così di punto in bianco? Io pensavo fosse una specie di appuntamento, ma a quanto pare a lui neanche è passato per la testa questo pensiero.

Mentre entriamo nel bar scrivo un veloce messaggio a Eveline.

A Eva:

S.O.S. nel momento del saluto mi ha chiamato amico, AMICO. Che diamine dovrei fare???

Da Eva:

Tranquillo Tyler, magari è solo in imbarazzo, se vedi che la situazione si mette male inventa una scusa e vai via.

A Eva:

Va bene, ti tengo aggiornato.

Ci accomodiamo finalmente al bar e, dopo aver preso due cioccolate calde, iniziamo a parlare.

«Allora, come mai da queste parti?» Chiede Ian, posando il suo sguardo su di me.

«Sono in gita con la scuola, in realtà vengo da New Haven.»

BLINK - un battito di cigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora