VII.

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Mi sveglio a causa della luce mattutina che invade la mia stanza, mi strofino gli occhi e mi siedo sul letto. Sono le sette e trenta, quindi ho tutto il tempo per prepararmi tranquillamente.

Strano, oggi non mi ha svegliata nessuno, di solito Ethan mi disturba ogni mattina. Decido di andare a chiamarlo, esco da camera mia e busso alla sua porta.

Silenzio totale. Decido di entrare e la scena che vedo, mi fa tenerezza.

Lui immerso nel sonno piú profondo, coricato nel letto a pancia in giù e con giusto un po' di saliva all'angolo della bocca.

Sembra così tenero che neanche si riconosce.

Decido allora di rovinare questa tenerezza, d'altronde, di solito è lui a svegliarmi, oggi posso vendicarmi.

Sopra la mia testa spunta una lampadina che si illumina, ho avuto un'idea.

Riempio un secchio di acqua ghiacciata e lo metto sulla porta del bagno.

Poi tolgo le ciabatte per non fare troppo rumore, prendo il dentifricio e lo metto sulla mano di Ethan.

Con molta cautela strofino la sua guancia in modo da provocargli solletico.

Lui si sveglia e passa la mano sulla guancia per grattarsi, ma finisce per riempirsi di dentifricio.

Così apre di colpo gli occhi e mi vede.

Inizialmente sembra confuso, poi però, quando realizza, si alza di scatto dal letto e viene verso di me.

Io cerco di allontanarmi, ma inciampo su un suo paio di scarpe -la sua stanza sempre disordinata- e mi ritrovo a terra, così lui ne approfitta per mettersi a cavalcioni su di me e iniziare a farmi il solletico.

Sa quanto io non tolleri il solletico, infatti basta poco per farmi innervosire.

Di conseguenza inizio a ridere come non mai e i miei occhi iniziano a lacrimare.

«Oh Effy, hai dichiarato guerra alla persona sbagliata.» dice con un ghigno e dopo mi lascia andare.

Esco subito da camera sua e, appena apro la porta del bagno, mi ritrovo un secchio di acqua ghiacciata addosso e mi maledico mentalmente.

«Cazzo.» urlo.

Sento Ethan ghignare.

«Non sei capace neanche di fare uno scherzo, oh Effy, ti devo insegnare proprio tutto!»

Lo mando a quel paese e, dopo aver pulito il casino che ho fatto, mi fiondo sotto la doccia.

Come sempre, quando sento l'acqua calda toccarmi la pelle, automaticamente il mio cervello fa una lungo viaggio tra i miei ricordi.

Questa volta, mi è venuto in mente un ricordo di me che giocavo felice con una bambina nel giardino della mia nuova casa, della mia nuova famiglia.

Stavo saltando la corda con una bambina dai codini rossi, Mandy, molto probabilmente una mia compagna d'asilo.

Era estate e il Sole batteva sulle nostre pelli ancora chiare.

Mentre facevamo una gara però, ero caduta e mi ero sbucciata il ginocchio.

Mi misi a piangere e mia madre, spaventata dai miei singhiozzi assordanti, venne subito in giardino e cercando di calmarmi, mi curò la ferita in breve tempo.

Ethan in tutto ciò, guardava la scena preoccupato e non osava avvicinarsi a me, visto che il sangue gli faceva impressione.

E' bello quando sotto la doccia ti ricordi delle più piccole cose, anche quelle che pensavi di aver dimenticato.

BLINK - un battito di cigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora