"Ho sempre pensato che la scuola fosse una cosa sottovalutata da moltissima gente. Tutti la odiano, credono che sia troppo oppressiva e non vogliono andarci. Credono anche che tutti i problemi degli adolescenti siano causati solo e soltanto dalla scuola, quando in realtà, esistono problemi più grandi di un semplice voto basso o un professore antipatico. E' vero, tante volte è causa di stress e tristezza, ma ci insegna un sacco di cose che in futuro ci saranno utili."
«Oh Dio, sembro mia madre» penso tra me e me mentre sono intenta a scrivere un tema per la scuola: sì, sono appena arrivata in città e ho già i compiti.
L'altro giorno, mentre ero sull'aereo diretta verso New Haven, stavo leggendo le vecchie email - che scordo sempre di controllare - e ho trovato una lettera della scuola che mi invita a scrivere un breve tema dove mi presento e parlo della mia esperienza scolastica.Non sono mai stata una persona socievole e spesso mi ritrovo a estraniarmi dal mondo.
A Santa Monica non mi trovavo molto bene, l'unico mio amico era mio fratello gemello Ethan e poi venivo sempre giudicata dai professori per il mio brutto passato; ora sto cercando di dimenticare tutto l'anno scorso, che è stato uno dei periodi più brutti della mia vita.
"Sono Eveline Moor e ho un cane troppo presuntuoso." Avevo pensato di iniziare così il mio tema, ma non posso mica iniziare un compito parlando del mio cane.
Lancio il foglio in aria e mi alzo dalla mia scrivania bianca. Mi dirigo verso la finestra della mia piccola e umile stanzetta: è autunno, sono le cinque del pomeriggio e fuori non c'è assolutamente nessuno.
Mi soffermo un po' a guardare le foglie arancioni e gialle staccarsi dagli alberi e cadere a terra. Ogni tanto mi sento come le foglie: appassisco piano piano, fino a quando crollo a terra raccattando tutti i miei pezzi. Forse non sono una foglia, forse sono solo stupida. Molte volte quando sono in mezzo alla gente, mi sento come un pesce fuor d'acqua, un secondo prima ci sono e subito dopo mi perdo nei miei pensieri, proprio com'è successo adesso.
«Eva scendi che ho fatto i biscotti!» i miei occhi marroni iniziano a brillare come due stelle.
Amo i biscotti che fa mia madre: cereali con gocce di cioccolato.
Mi dirigo verso la porta bianca, ma inciampo su uno scatolone dal quale esce una palla di pelo bianca, aka il mio cane Neve. E' un piccolo barboncino bianco -come la neve- che mi sopporta ogni giorno e affronta le mie disgrazie e gioie.
Ama nascondersi o comunque giocare a nascondino e visto che al momento la mia stanza è piena di scatoloni del trasloco -che non sistemo per la troppa pigrizia- il mio cane si diverte a farmi disperare.
Impreco mentalmente ed esco dalla mia stanza andando verso la cucina che si trova al piano di sotto. Il profumo dei biscotti appena sfornati invade le mie narici, mi siedo immediatamente sullo sgabello e appoggio le mani sulla penisola di marmo beige.
Vedo subito un vassoio bianco pieno di biscotti dorati e mia madre biologica che è intenta a raccogliere i suoi capelli biondi e a prendere i biscotti senza bruciarsi le mani.
Sì, proprio così, ho detto madre biologica.
Katherine While e Steve Moor hanno adottato me e mio fratello quando avevamo solo cinque anni e noi li abbiamo sempre considerati i nostri veri genitori e sinceramente nè a me nè a mio fratello interessa conoscere la nostra madre biologica anche perchè se ci ha abbandonati significa che non ci voleva avere tra i piedi.
Katherine ci è sempre stata per me e per mio fratello, si spacca in quattro ogni giorno per rendere felice me e Ethan nonostante tutti i suoi problemi.
Mio padre Steve invece si è sempre dimostrato poco disponibile da quando una brutta notizia ha separato la nostra famiglia.
«Eva tesoro, che hai?» la voce di mia madre mi distrae dai pensieri: «Nulla mamma, stavo pensando che domani è il mio primo giorno di scuola e ho paura di trovarmi male.»
«Tranquilla e poi ci sarà Ethan con te... a proposito, sai dov'è?» faccio segno di no con la testa, ma sento improvvisamente due mani posarsi sui miei fianchi e darmi improvvisi pizzicotti.
«Parli del diavolo...» esordisce mia madre ridendo: «...e spuntano le corna.» risponde mio fratello in modo malizioso e mimando due corna con le mani.
Si siede sullo sgabello accanto al mio e dopo avermi scombinato i capelli, prende un pugno di biscotti e si riempie la bocca leggermente carnosa..
«Va bene ragazzi, io vado a sdraiarmi sul divano, voi fate i bravi.» dice mia madre mentre posa il grembiule sporco di farina e si dirige verso il salotto.
«Allora fluffy, agitata per domani?»
Chiede curioso mio fratello mentre mastica un biscotto.
«Abbastanza, ma non chiamarmi fluffy, è un nome odioso.» alzo gli occhi al cielo.
«Ma come fai ad odiare il tuo nomignolo, ti ricordo che è stata la tua prima parola!» dice ridendo.
«Non me lo ricordare.»
Sì, fluffy è stata la mia primissima "parola", infatti quando ero molto piccola all'orfanotrofio veniva sempre a trovarci un gatto super morbidoso e ho deciso di dargli il nome di Fluffy. Le signore che badavano a noi raccontano sempre questa storia e ha differenza di altri orfanotrofi noi venivamo trattati bene ed eravamo molto affezionati alle signore che ci hanno cresciute.
Gli occhi marroni di mio fratello osservano l'ambiente in cerca di nuovi biscotti. Io e Ethan siamo gemelli quindi di aspetto fisico ci assomigliamo molto, tranne che per i capelli: lui ha dei bellissimi e adorabili ricci mentre io ho i capelli lisci spaghetto.
Per quanto riguarda il carattere, invece, siamo due rette parallele. Io sono abbastanza ordinata, mentre lui odia sistemare, lui ama suonare la chitarra mentre io passerei ora dietro i libri e alla scrittura -specialmente quando sono triste.-
Inoltre lui pratica basket mentre io ogni tanto vado a fare una semplice corsetta al tramonto per schiarire le idee.
Sì, siamo opposti, ma ci vogliamo bene come se fossimo la stessa persona, ogni volta che io sono triste, lui soffre con me, lui è il mio migliore amico.
«Fluffy, a che pensi?» interrompe il silenzio guardandomi con i suoi profondi occhi nocciola.
«A quanto il tempo passi in fretta.»
Ed eccoci qui con il primo capitolo della storia che sto scrivendo! Vi piacerebbe se mettessi delle canzoni a inizio capitolo? Fatemi sapere!
Che ne pensate? Quali sono le vostre opinioni sui personaggi? Fatemi sapere perché sono sempre pronta a leggere i vostri commenti!
Se vi è piaciuto lasciate una stellina.
Baci. <3
STAI LEGGENDO
BLINK - un battito di ciglia
RomanceEveline, desiderio. Un nome che rispecchia la sua voglia di cambiare vita, di riempire di felicità la sua anima tormentata. Decide quindi di trasferirsi con la sua famiglia per provare a dimenticare i fantasmi del passato, per un nuovo inizio. Ma no...