~𝐕~

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Andai in bagno e mi guardai allo specchio, quel mascara che avevo messo stava colando sulla mia faccia sporcandola. Aprì l'acqua e mi sciacquai il viso.

T/n: "Perché sono qua?"

Mi guardai allo specchio, mente vuota.

Alzai la manica del vestito e guardai i tagli che erano ormai cicatrizzati.

T/n: "Che ne sto facendo della mia vita?"

Mi sedetti per terra poggiata al muro, non mi interessava se era sporco, non mi interessava se qualcuno fosse entrato.

Volevo solo conforto.
Quello che mi mancava da tanto.
Che nessuno mi stava più dando.

Viziatina, vuole affetto da tutti.
Non voglio essere egoista... Mi mancano gli abbracci di sempre.
Lo sai che quello che dico in realtà è anche quello che pensi tu?

Non risposi alle voci nella mia testa che erano da troppo lì dentro.

T/n: "Smettila..."

Mi misi le mani sulla testa, i miei palmi coprivano anche le orecchie.

T/n: "Se urlassi, cosa succederebbe..."

Urlai, urlai più forte che potevo.

Silenzio.

Sentivo solo le goccie sbattere sul lavandino in ceramica di quel bagno.

Poi i miei singhiozzi, soffocati.

~Skip alcuni giorni dopo~

Ormai è da tempo che stavo da sola, per pranzo non magiavo. Mi limitavo a restare seduta in classe, in silenzio, mentre le mie voci mi consigliavano cosa fare per porre fine alla mia vita.

Ora tutti quanti penseranno, "Esagerata" oppure "vuole solo attenzioni".
Sapete che non è bello vedere la persona che ama da una vita andare via per una persona che conosce da due settimane?

Beh.
Lo era.

In questo momento vorrei parlare al presente.
Ma non me ne pento.

Ritornai a casa immediatamente, finalmente era Venerdì.

Mi rinchiusi in camera come ogni giorno. Presi un foglio e una penna.

Silenzio tombale, c'era così silenzio che si poteva sentire la penna scrivere sul foglio.

Scrivevo le cose che mi uscivano dal cuore, le cose più sincere. L'unica fonte di luce nella mia stanza era una lampada sulla mia scrivania, il resto buio.

Finì di scrivere senza stop dopo venti minuti. Posai la penna e piegai il foglio in modo sistemato.

Mi alzai e guardai la mia camera, caos totale.

T/n: "Se deve essere tutto perfetto allora tornerò qui"

Uscì di camera e andai in salotto dove c'era mia mamma.

Mamma: "Oh, tesoro eccoti. Oggi hai mangiato?"

T/n: "... Mamma, vorrei andare da uno psicologo"

Dopo due giorni mi ritrovai sdraiata su un chaise longue (lettino da psicoterapia).

Guardavo il soffitto mentre il dottore Akihiro mi faceva domande.

Akihiro: "Carissima T/n..., vorrei che mi spiegassi cosa non va, stress da scuola?"

Stufa di tutte quelle domande fatte ogni giorno, per due ore, fino a quel momento alzai la manica e gli mostrai le braccia.

T/n: "Può smettere di chiedermi se è stress, perfavore?"

Il dottore mi guardò qualche secondo, poi prese il telefono e chiamò qualcuno.

Stai per andare in un ristabilimento mentale.
Lo so, ma non lo farò.
Non ci puoi abbandonare così
Non lo farò

Akihiro: "T/n...."

Lo guardai, poi iniziò a spiegarmi dove sarei andata d'ora in poi, per qualche giorno.

E ancora, cambiai posto. Ogni giorno.
Quel giorno c'era traffico, pioveva.

T/n: "Facciamo ritardo così"

Mamma: "Lo so T/n, lo so"

T/n: "... Prova a suonare il clac-"

Mamma: "LO SO T/N, CHE CAZZO, LO SO, LO SO CHE FACCIAMO RITARDO, BASTA DIRMELO OGNI SANTO MINUTO"

Guardai le sue mani sul volante, in silenzio mi girai e guardai il finestrino

Mamma: "... Scusa, scusami tanto."

Entrò dal finestrino una mosca che si poggiò sulla parte interna di esso.

T/n: "Guarda, mamma"

Si girò verso di me e mi guardò confusa. Avvicinai la mano lentamente alla mosca e poi una forte botta e la fece morire. Giaceva sul finestrino.

T/n: "Scusa"

Mi girai verso mia mamma
Lei era quasi spaventata.

Mamma: "E con questo...?"

T/n: "È tornata in vita?"

Mamma: "No."

Guardò davanti a sé quasi impaurita dalla mia azione senza esitazione, né tanto meno, con emozioni.


𝙿𝚎𝚛𝚌𝚑𝚎́ 𝚕𝚎𝚒 𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚖𝚎?|𝐴𝑟𝑚𝑖𝑛 𝑥 𝑅𝑒𝑎𝑑𝑒𝑟| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora