viii ⇝ viva la vida

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"quindi N cosa pensa di fare? dopo l'attacco di mello a los angeles i sospetti sul caso  sono aumentati, ma è stato troppo avventato e ora sanno il suo nome

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"quindi N cosa pensa di fare? dopo l'attacco di mello a los angeles i sospetti sul caso sono aumentati, ma è stato troppo avventato e ora sanno il suo nome. potrebbero scoprirci" la tensione ricopriva ogni zona del quartier generale della spk, la possibilità che il secondo L fosse kira era sempre più coerente e fattibile, ma molte cose non tornavano ai membri e al ragazzo dai capelli bianchi che continuava a sfogare le sue riflessioni costruendo torri e rilassando i nervi con dei giocattoli "stia tranquillo rester, ho tutto sotto controllo e posso dirle che la causa del problema che tu hai nominato sarà pure il nostro aiuto più grande" near sorrise soddisfatto e contando in un sussurro posizionò gli ultimi tre dadi in cima alla torre da lui costruita con tanto impegno, chiuse gli occhi concentrato e gli riaprì di colpo alla fine  "uno, due e tre, ora vedrà quello che intendo con i suoi occhi" la porta si spalancò, sbatté fortemente, il suono di uno sparo di poté percepire in tutta la struttura "mello, con che piacere, buona sera anche a lei signorina halle" near parlò con fermezza e senza muoversi di un millimetro, calmo anche nelle circostanze più improbabili e rischiose "tanto so che dietro quel velo di autorità stai andando nel panico, ti conosco fin troppo bene near" ghignò il ragazzo dai capelli lunghi stringendo la pistola tra le sue mani, abbassandola puntando la canna per terra "so bene cos'hai fatto e ti ringrazio, il tuo lavoro ci è stato d'aiuto, la tua mente spericolata ci ha portato ad aver risultati immediati e precisi, nemmeno tu sei cambiato di una virgola" near si voltò guardando il biondo negli occhi, le mani di esso iniziarono a tremare, rabbia mista a panico, erano stati divisi per troppo tempo, anni, e il loro amore era rimasto solo un ricordo, ormai erano adulti e la loro infanzia era lontana, ma nitida nelle loro menti, si erano mancati e quello sguardo fugace lo mostrava, ma dovevano fingere, dovevano farlo per il loro bene e quello dell'umanità, erano semplici rivali che volevano svelare il caso più difficile mai avvenuto, dovevano collaborare ma senza perdere il controllo delle loro azioni ed emozioni, in quel caso non erano mello e near, i due compagni, i due amici, i due amanti, erano mello e near, il detective N e il capo mafioso.

"taglia corto e dimmi cosa vuoi sapere" near gli sorrise, aveva capito in un batter d'occhio ciò che stava pensando "ho il sospetto che light yagami, nonché il secondo elle, sia kira e vorrei sapere anche qual'è la regola falsa del death note, dalle mie deduzioni risulta che sia quella sui 13 giorni" mello sorrise in ricambio all'albino "certo che non ti sbagli mai, hai ragione quella è la regola falsa scritta dal precedente possessore, oltretutto la morte dei miei compagni ha affermato che esistono due diari e che uno era in possesso di un membro della tasks force, oltretutto il padre di yagami aveva gli occhi di uno shinigami, e questo è stato il colpo di grazie; i due kira sono: light yagami e misa amane. dovete investigare su di loro" near ruppe il contatto visivo prendendo in mano le due marionette e segnando una x su dei simboli già da lui tracciati, ovviamente sospettava dei due ma mello gli aveva dato la certezza "grazie dell'aiuto mello"

un istante, una mossa inaspettata, un cerchio di uomini attorno al biondo che puntava al sparare, ad uccidere il ragazzo di fronte a lui, un istinto represso, incontrollato, i suoi nervi caldi ma la sua mente ferma, non lo avrebbe mai fatto, non avrebbe sparato, però l'ira possedeva la sua mente perché dopo tutti i suoi sforzi il bianco aveva ammesso che lui era stato il migliore e sì, ci soffriva, perché l'albino non sapeva come fosse essere la seconda scelta, ripetutamente, com'era essere sempre il numero due e quelle parole per quanto l'avessero realizzato, l'avevano pure destabilizzato e distrutto, "metti giù l'arma o ti uccideremo" senza accorgersene la fece cadere a terra e si rianimò "ho bisogno della foto, la mia unica foto, sono qui per questo near" il più basso annuì e si spostò verso una delle sue scatole dalla quale prese una fotografia, ritraeva un mello quattordicenne, l'avevano scattata assieme quell'anno in cui tutto e nulla era successo, la malinconia e i ricordi gli persuasero la mente e aveva un unico desiderio quello di parlare nuovamente al ragazzo di cui tempo fa si era innamorato; scrisse un bigliettino e lo lasciò in allegato alla fotografia, nessuno se ne accorse, nessuno tranne il biondo che all'uscita trovò l'indirizzo e l'orario per un appuntamento, si era ripromesso di non cascarci di nuovo ma i sensi pervasero la coscienza e quindi, alle 19.30 dello stesso giorno si ritrovò in una via parallela all'edificio della spk, non era molto frequentata quindi fu facile per lui individuare un ragazzo, coperto un grande cappotto bianco e con i pantaloni e le scarpe del medesimo colore, un cappello che gli copriva la testa ed una mascherina. il biondo rise.

summertime | melloxnear Onde histórias criam vida. Descubra agora