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📍-𝓛𝓸𝓷𝓭𝓸𝓷, 2014

Casa di Kyle era a pochi passi dal negozio. Quando riuscirono finalmente a riprendere il cammino, si guardarono con imbarazzo. Questa volta non c'erano state immagini o ricordi. Semplicemente avevano seguito l'istinto, facendo una cosa che desideravano entrambi. "Mio padre non è a casa" spiegò Kyle aprendole la porta. Intanto che si sfilava il cappotto, lui mise su la caffettiera. Cadence si guardò intorno, ammirando la sua abitazione. Le fece fare il giro della casa, lasciando la sua stanza per ultima. Come aveva spiegato il padre, la camera era un vero macello. Libri sparsi dappertutto. Mensole colme di romanzi, riviste, fumetti persino. "Beh, avrei dovuto sistemare" si scusò, chinandosi sui libri buttati sul comodino. "Non preoccuparti. Camera mia è praticamente identica". Le mostrò i vari reparti, ognuno dei quali dedicato ad un autore. "C'è Bukowski, c'è Fante, Fitzgerald, Tolstoj, PatriciaCornwell...". Cadence guardò la sua libreria con occhi sgranati. Passò le dita tra i libri, sfiorando i dorsi rovinati da quante volte li aveva letti. "Non ti chiederò di prestarmi qualcosa. Se sei come me, sarai piuttosto protettivo"."Lo sono..." iniziò a dire, ammirandola dall'alto "...ma per te farei un'eccezione".

Entrambi udirono la caffettiera fischiare dalla cucina, quindi lasciarono la stanza sedendosi al tavolo da pranzo. "Ti chiedo scusa in anticipo se il caffè dovesse risultare bruciato e acquoso. Speravo di portarti in un bar". Cadence lo sorseggiò prima di parlare. "Ne ho bevuti di peggiori". Kyle fece lo stesso, meravigliandosi del suo lavoro. "Posso invitarti di nuovo, allora". Restarono lì seduti, a chiacchierare e a guardarsi in silenzio. "Come va il romanzo?" era stato il primo a chiederglielo. Cadence gli raccontò che lo aveva terminato e lasciato al suo editore. "Sto fremendo. Guarda" gli fece vedere le dita tremolanti. Lui gliele afferrò. "Non preoccuparti. Se scrivi come parli, sono certo che te lo pubblicheranno seduta stante". "Kyle, grazie per il tuo supporto, davvero".

"Il tuo fidanzato non ti appoggiava?". Era la prima volta che accennava a Jason. Non lo vedeva da quella volta a casa sua, quando andò da lei per farsi medicare la ferita. "Sì, ma non è la stessa cosa". Kyle fece di sì con la testa, esitando dal lasciarle la mano. "Ho capito. C'è una strana connessione tra di noi. Ce ne siamo accorti entrambi, no?". Cadence rammentò i suoi sogni. Paul, lei, la vasta campagna, le insistenze del padre per farla maritare. Cose molto simili al suo presente. Tutto sembrò essere così surreale. Forse stava vivendo un sogno, un sogno tanto intenso quanto reale.

"Non lo so. È tutto strano. Sento di dover fare qualcosa, ma non so cosa". "Potremmo fare delle ricerche" consigliò Kyle, terminando il suo caffè "C'è la biblioteca pubblica". "E pensi che ci troveremmo nei libri di storia? Lo sapremmo se avessimo avuto degli antenati famosi". Kyle scoppiò in una risata. "Assurdo. Quando hai iniziato ad avere queste visioni?". "Un paio di mesi fa. Prima di conoscerti. Credevo fossero dovute alla mia abituale visione di Piccole Donne, ma poi ho visto i nostri volti. Ho sentito qualcosa quando ti ho preso la mano, quando ti ho baciato". "Ero anche nel tuo passato... mi stai dicendo che eravamo destinati ad incontrarci?" Cadence semplicemente fece spallucce.

Non poteva spiegare tutto questo, quello che stava accadendo intorno a loro. "Di qualsiasi cosa si tratti, ti aiuterò a scoprirla". Trascorsero i giorni, le settimane. Cadence non ebbe notizie dal padre. La rincuorò sperare che avesse lasciato perdere la sua vita privata, perché non poteva più controllarla, non era mai riuscito a farlo. Un lunedì mattina ricevette la chiamata tanto attesa del suo editore. Alzò la cornetta, udendo le sue parole: "Cadence, ce l'hai fatta". "Come dice?" lo sentì sfogliare delle pagine e respirare regolarmente, entusiasta del lavoro che aveva tra le mani. "Sì, lo sto leggendo per la terza volta. Il modo in cui la protagonista si sente legata al ragazzo che le viene in sogno, per poi incontrarlo davvero e scoprire che in una vita passata si erano amati per davvero, senza restrizioni. Lo adoro, Cadence, davvero. L'ho mostrato al mio capo ed è d'accordo con me. Potremmo pubblicarlo entro l'estate. Hai già un titolo?". Cadence ci pensò su.

Non era mai stata brava con i titoli. Un po' come con le recensioni, o come le sinossi. Come si può riassumere una storia di più di duecento pagine, in pochissime parole? "Non preoccuparti se non ce l'hai" il suo editore rimediò a quel silenzio spiacevole. "Gli affibbieremo il titolo perfetto. Puoi starne certa". Quando riappese, riuscì solo a pensare a Kyle. Voleva avvisarlo di quella meravigliosa notizia, renderlo partecipe della sua gioia. Prese cappotto e ombrello, muovendosi tra le pozzanghere. Le gocce di pioggia sembrarono sfiorarla di sbieco, dato il suo movimento veloce e frenetico. Arrivò davanti alla porta della libreria di Kyle, esitando dal superarla. Non volle infradiciargli il pavimento. Lo aspettò sotto ad un balcone e quando riuscì a raggiungerla, Cadence si limitò ad abbracciarlo. 

𝐀𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 | 𝐓𝐢𝐦𝐨𝐭𝐡𝐞𝐞 𝐂𝐡𝐚𝐥𝐚𝐦𝐞𝐭Where stories live. Discover now