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📍- 𝓛𝓸𝓷𝓭𝓸𝓷, 2014.

Non appena ebbe superato lo zerbino del suo appartamento, si sentì abbastanza affaticata ma comunque esitò nell'addormentarsi. Controllando in camera da letto, sua sorella Annie e l'enorme valigia che si era portata dietro, erano spariti. Prima che Cadence raggiungesse casa di Jason, Annabelle aveva detto che avrebbe preso il primo treno per tornare ad Oxford. Stava seguendo un corso all'università e sarebbe rimasta lì per un altro anno. Accese il computer e nel frattempo si spogliò, indossando abiti più comodi. Avrebbe scritto tutta la notte, facendo di nuovo le ore piccole per riuscire a terminare il suo romanzo. La storia stava pian piano prendendo forma. I protagonisti avevano avuto tutti il loro momento di gloria e, dopo un paio di settimane, il romanzo superò le quattrocento pagine. La sveglia sul suo comodino continuò a fare quell'odioso rumore assordante con le lancette, quindi la afferrò, mettendola nel cassetto. Osservando le sue dita che si muovevano rapide sulla tastiera, si accorse di avere ancora la fede al dito. Mise in pausa la scrittura, raddrizzandosi sulla sedia. Contemplò l'anello per l'ultima volta, sentendosi particolarmente triste per la fine della sua storia. Lo sfilò piano dall'anulare, posandolo su un libro che si trovava sulla sua scrivania. Lo guardò, ricominciando a scrivere.

All'esterno del suo piccolo appartamento, il sole stava sorgendo. Cadence rilesse ciò che aveva scritto, mettendo su la caffettiera. Nell'attesa pensò al finale. Il suo romanzo era giunto quasi al termine. Gli avrebbe detto addio dopo mesi di lavoro e fatica. Come un qualsiasi libro che si rispetti, ci sarebbe stato un finale del tutto inatteso. Per poterlo scrivere però, aspettò l'ispirazione giusta. Salvò il file per poi spegnere il pc. In un'ora sarebbe dovuta andare in ufficio. Quindi si riempì la tazza fino all'orlo, prendendo il romanzo che aveva lasciato in sospeso sul suo comodino. Secondo lei, non esisteva modo migliore di incominciare una nuova giornata.

[...]

Terminata la pausa pranzo, tornò in ufficio completando il lavoro sul suo computer. Cambiò la schermata, poiché la foto di Jason riuscì a renderla ancora più triste. Julie la raggiunse e Cadence si asciugò le guance, tirando su con il naso. "Ti disturbo?" domandò, fermandosi vicino alla porta. "No, no. Accomodati". Julie prese posto difronte a lei, stiracchiandosi. "Dovrei dirti una cosa di cui, forse, sei già a conoscenza". "Dimmi". La sua migliore amica prese tempo, mostrando un sorriso sornione. "Mio piace tuo fratello...". Cadence soffocò una risata. "Avevi ragione. Ne ero già a conoscenza". "Te ne ha parlato lui?". Julie sgranò gli occhi, mostrandosi a disagio. "No, ma la cosa è molto evidente. Vi ho visti ballare l'altra sera". "Quindi credi che possa piacergli anche io?". "Può darsi" rispose Cadence, fiera di avere un'amica come Julie. Lei poteva risollevarle il morale, come se fosse la cosa più semplice al mondo.

"Ma, come ben sai, James lavora ad Helsinki. Non resterà a Londra a lungo". Julie sbuffò. "Lo so bene". Cadence continuò a lavorare al computer, intanto che la sua amica le raccontò le novità e ciò che pensava di suo fratello. "Forse ho anche io una novità" commentò lei, prima che Julie potesse lasciare il suo ufficio. Si limitò ad alzare la mano, facendole notare l'assenza dell'anello. Julie la guardò con occhi stralunati. "Mi stai dicendo che hai annullato il matrimonio?". "Esattamente". Lei tornò a sedersi, mostrandosi curiosa sulle motivazioni. "Io te l'ho ripetuto per mesi. Perché hai deciso di scaricare Jason proprio adesso? C'è qualcosa che non mi hai detto?". "Era solo arrivato il momento di dire basta. La mia vita sta per cambiare. Una volta che il mio romanzo sarà pubblicato, acquisterò una certa notorietà. O almeno, lo spero. È meglio che io inizi da adesso a fare dei cambiamenti. Ho affrontato mio padre, ho lasciato il mio fidanzato. Ho spuntato un paio di grattacapi dalla mia lista". Julie sembrò non crederle, ma comunque la lasciò andare non appena terminò il turno.

Cadence non volle ritornare a casa così presto. Si fermò nell'unico posto che poteva farla sentire meglio. Non appena superò lo zerbino, la campanella sulla porta suonò. Kyle si voltò verso di lei. Per la prima volta, lo trovò in compagnia di una cliente, o forse era solo un'amica. Lui si accorse di Cadence e la vide muoversi tra i vari reparti, contento di rivederla. Si rifugiò ancora una volta tra gli scaffali delle prime edizioni, afferrando Tess dei d'Urberville dal dorso. Sfogliò le pagine, sentendo l'odore della carta. Udì la porta dell'ingresso sbattere e dei passi felpati avanzare verso di lei. Kyle la squadrò, appoggiandosi al pilastro. 

"Bene, sei venuta qui per utilizzare il buono che ti ho regalato?". Lei si limitò a scuotere la testa, sentendosi avvampare. "Sono qui per restituirtelo. Non credo che ne avrò bisogno". "E come mai?". Incastrò il libro tra gli altri romanzi di Thomas Hardy, guardando Kyle negli occhi. "Ho già troppi libri nel mio appartamento e, la maggior parte, devo ancora leggerli". "Secondo me, i libri non sono mai abbastanza" spiegò lui, ottenendo l'approvazione di Cadence. "Ciò nonostante, non posso permettermi di svegliarmi al mattino e ritrovarmi immersa". Kyle sorrise e lei contemplò la sua bellezza, la sua semplicità e le fossette che gli si formarono agli angoli della bocca. Afferrò il buono dalla tasca, porgendoglielo. "No, insisto" iniziò a dire lui, bloccandola. "Dovresti tenerlo. Non ha una scadenza. Magari fra un paio di anni potrai usufruirne". Lui tornò alla cassa, lasciandola sola. La libreria era vuota e tra gli scaffali, poterono udirsi solamente le loro flebili voci. "Comunque sono davvero curioso di sapere che libri custodisci nel tuo appartamento". Cadence esitò nell'invitarlo a casa sua. Era single da meno di ventiquattro ore. "Magari un giorno ti farò vedere la mia collezione". Si ritrovò a flirtare con lui, quindi si ricompose, cambiando argomento. 

"È da un po' che non vedo tuo padre qui. Va tutto bene?". Kyle annuì, facendosi serio. "Lui e mia madre stanno avendo dei problemi. Infatti, credo che dovrò raggiungerla a Birmingham la settimana prossima". "I tuoi sono divorziati?". Il ragazzo fece ancora di sì con la testa. "Eviterei questo discorso per il momento". Cadence prese un libro a caso dallo scaffalo, porgendolo a Kyle. "Hai vinto. Comprerò questo, oggi, ma con i miei soldi". Lui se lo rigirò tra le mani. "Fitzgerald, Il grande Gatsby. Strano, avrei giurato lo avessi già". Cadence sorrise compiaciuta. "Ce l'ho, infatti, ma questa versione restaurata mi manca". Kyle rise ancora. Lei evitò di fare gli occhi a cuoricino. Quel ragazzo aveva un nonsoché. 

Passandogli la banconota da dieci sterline, Kyle fece un sussulto. "Un momento!". Le afferrò la mano sinistra, osservando le sue dita. "Sbaglio, o manca qualcosa qui?". Cadence ingoiò la saliva. "Sei un buon osservatore!". Non commentò l'assenza dell'anello. Si affrettò a pagare il libro, per poter raggiungere la porta e andarsene. "Non mi dai altre spiegazioni? Perché non porti più la fede?". Prese un grosso respiro prima di parlare. "Ho lasciato il mio fidanzato ieri sera". "Questo lo avevo intuito. Vorrei sapere il motivo". Cadence sapeva, che Kyle sperava gli dicesse che era lui il motivo della rottura. E forse lo era, ma lei non era ancora certa di quello che sarebbe potuto succedere tra di loro. Cercò ogni notte una risposta, quando si ritrovava a sognarlo mentre era in sella ad un cavallo. Elegante, bellissimo. "Ancora non lo so. So solo che dovevo farlo". Afferrò lo scontrino, infilandolo tra le pagine del libro. Andò verso l'ingresso lentamente, ma lui si interpose tra lei e la porta. Notò che era abbastanza alto. Almeno un metro e ottanta. La camicia azzurra era aperta sul collo, i pantaloni verde militare gli ricadevano sui fianchi. "Lasciami andare, Kyle". "No". Il volto di Cadence diventò paonazzo. Le gambe iniziarono a tremarle sotto la gonna di velluto. Si diede un lieve slancio, afferrandolo da dietro la nuca per poterlo baciare. Kyle ricambiò, stringendole i fianchi in una morsa. 

In quel preciso istante, quando Cadence chiuse gli occhi, una serie di immagini le si balenò davanti agli occhi. Indugiò sulle labbra di Kyle, mentre il suo cervello le stava inviando degli indizi, ed erano tutti messi in ordine come delle diapositive. Si inumidì il labbro inferiore, notando lo sguardo turbato del ragazzo che le stava difronte. "Cos'è successo?" domandò, portandosi una mano sulla fronte. "Ti ho baciato" dichiarò, imbarazzata. "Già, a quello ci ero arrivato e, devo dire, è stato grandioso. Ma tutto quello che è venuto dopo? Hai visto anche tu quelle cose?". Cadence sgranò gli occhi. "Sta succedendo anche a te? Hai anche tu la sensazione di aver già vissuto tutto questo?". Kyle si limitò ad annuire. "Provo uno strano legame per te. Ricordo di averti amata e ricordo di aver ottenuto un cuore spezzato. Sai darmi una spiegazione?". Cadence non aveva provato lo stesso, ma sentì che le risposte stavano per arrivare. 

𝐀𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 | 𝐓𝐢𝐦𝐨𝐭𝐡𝐞𝐞 𝐂𝐡𝐚𝐥𝐚𝐦𝐞𝐭Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon