~Iᴍᴍᴀɢɪɴᴀ Jᴜɴɢᴋᴏᴏᴋ~

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POV YOU

Ti svegli di malavoglia per il rumore continuo della tua sveglia. Apri gli occhi e stancamente allunghi un braccio per bloccare quell'aggeggio infernale. Capisci che l'obbiettivo è quello di svegliare la gente, ma il trillo è troppo fastidioso.

Ti togli le coperte di dosso e infili i piedi nelle ciabatte per evitare di andare a contatto con il pavimento freddo. Stiracchi la schiena e scendi al piano di sotto, dove ti aspetta tuo padre in cucina mentre beve un caffé. Legge, come di routine, il giornale della settimana e alza gli occhi su di te.

«Buongiorno tesoro» ti saluta appena entri nel suo campo visivo e ricambi con un 'ciao' stanco.

Vivi da sola con tuo padre.
Hai un bel rapporto con lui, anche perché è stato lui a occuparsi di te.
Ti ha cresciuta, fin da quando eri piccola. Tua mamma non l'hai mai conosciuta, ti abbandonò a tuo padre perché si innamorò di un altro uomo.
Tuo papà ebbe la forza di fare tutto da solo, dall'inizio fino ad ora, quindi 18 anni. E gliene sei fortemente grata, senza di lui non saresti qui.

Sinceramente non provi niente quando la nomini, non ti interessa e non ti è mai interessato avere una figura femminile a custodirti. Questa mancanza ovviamente ricade sul tuo atteggiamento. Sei una ragazza fredda, distaccata e che non si fa mai mettere i piedi in testa.

Come ti definiscono tutti a scuola: sei stronza.
Ma non ti lamenti, anzi ti piace essere rispettata.

Recuperi velocemente una brioche confezionata dal mobile della cucina e ti incammini in camera, mentre te la gusti. Apri l'armadio e decidi di metterti un jeans nero con gli strappi, una maglia panna dentro i pantaloni e una cintura, per marcare la vita stretta.
Indossi tutto e vai in bagno, dove svolgi le solite cose. Lavi i denti, il viso e applichi un po' di trucco.

Mascara e burrocacao.
Non ti piace il trucco eccessivo, vuoi solo dare un tocco in più al tuo sguardo.

Scendi di nuovo le scale e indossi le scarpe nere. Recuperi lo zaino, preparato la sera prima e saluti tuo padre.
Ricevuta la risposta affermativa apri la porta e ti incammini verso la scuola.

Abitate in centro città, non serve che prendi mezzi pubblici per arrivarci, basta fare due passi. Fa anche bene la mattina muoversi un po'.
Nel mentre ti affidi alle tue amiche più fidate: le cuffiette.

La musica ti accompagna in ogni momento della giornata. Senza probabilmente moriresti, quando ti tuffi in essa senti il mondo estraniarsi e il tuo umore alleggerirsi.
Ascolti la musica che piace a te fin quando non ti trovi davanti all'edificio, molto simile a una prigione. Odi la scuola, ma non per lo studio...per gli individui che la frequentano.

Infatti appena varchi la soglia del cancello senti uno spintone che ti fa quasi perdere l'equilibrio. Ti giri e come pensavi ti aspettano un taglio di capelli corvini, due occhi furbi e un sorriso simile a un coniglio.

Jeon Jungkook.
L'essere più odioso che tu abbia mai conosciuto.

«Ecco chi è arrivata...la sfigata asociale» ridacchia dando una gomitata al suo amico, ricordi si chiamasse Jackson. Uno più cazzone dell'altro.

E, come tutte la sante volte, non ti sottometti alla sue bambinate.

«Sarᴏ́ pure asociale, ma ho una dignità Jeon» incroci le braccia al petto e lo guardi con faccia annoiata, ma che si trasforma in un ghigno quando vedi che inspira profondamente.

Assottiglia lo sguardo e indurisce la mascella, rendendola più tagliente di prima. Questo ragazzo ha un serio problema con il controllo della rabbia.

«E sentiamo, perché tu avresti dignità e io no?» si avvicina guardandoti insistentemente. Non ti sei mai sottomessa alla sua lingua, ma ammetti che il suo corpo ti fa sentire in minoranza.

𝕋𝕪𝕡𝕖 𝕠𝕗... #BᴛsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora