♡Quattordicesimo Capitolo♡

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A Victor finalmente era stato concesso di cenare assieme agli altri pazienti, nell'immensa sala da pranzo di cui disponeva la clinica.

Da quando lui e Arion avevano cominciato a vedersi più spesso il blu infatti era totalmente cambiato, al punto da spingere i medici a parlare di una sua futura dimissione.

Non aveva mai più provato a farsi del male, era sereno, e di tanto in tanto, passeggiando in giardino, poteva addirittura riuscire a conversare con gli altri pazienti.

Durante le sue visite psichiatriche, Axel aveva cominciato a notare in lui dei miglioramenti anche sul piano emotivo; il blu infatti non dava più dei forti segni di sofferenza per la morte di suo fratello e, con sollievo da parte del biondo, raccontava di non provare più attrazione per i maschi.

Chiaramente Victor mentiva quando diceva di non sentirsi attratto dai ragazzi, temeva troppo di ricevere nuovamente il doloroso trattamento a cui si era sottoposto la prima volta per sua volontà, così diceva ad Axel semplicemente ciò che il dottore voleva sentirsi dire.

Tutto questo però non era bastato a placare la volontà di Axel nel cercare una cura per quello che considerava un disturbo mentale, e forse il motivo non riguardava più soltanto Mark o i suoi pazienti.

Quel suo accanimento non era passato inosservato agli occhi di Austin, che aveva pianificato di irrompere nel laboratorio privato di Axel l'indomani, per costringerlo ad ammettere a quale progetto avesse cominciato a lavorare.

Mentre il moro pensava dentro di sé a quali parole utilizzare per convincere il biondo ad abbandonare quell'assurdo piano, Axel mangiava a malapena, seduto a capotavola assieme agli altri medici.

Aveva lo sguardo concentrato, due occhiaie profonde a scurirgli il viso e i capelli spettinati che spuntavano fuori dalla sua coda scomposta.

Austin lo aveva guardato con apprensione, erano giorni che non riusciva a parlare con lui in modo diretto, forse perché troppo consapevole delle loro opinioni divergenti sulla questione dell'omosessualità, il ché gli faceva temere di poter perdere da un momento la sua approvazione.

Eppure sentiva di non dover permettere ad una persona, per lui così importante, di rendersi colpevole di crimini come quello della sterilizzazione forzata di persone che non lo meritavano, persone che in fondo erano esattamente come lui, erano suoi amici, come Arion e Victor.

Quindi avrebbe dovuto farsi coraggio e provare a fermare le sue ricerche, anche a costo di perdere la sua stima.

Nel frattempo, a pochi tavoli di distanza, Arion serviva la cena al tavolo di Victor.

Aveva accompagnato la sua zuppa con un fiore nascosto nel sottopiatto, che Victor aveva subito trovato e annusato.

Quando Arion era tornato per servire la seconda portata, aveva notato il fiore che gli aveva regalato, sistemato nel taschino del blu.

Aveva sorriso al suo amico e Victor aveva ricambiato il gesto, comunicandogli con uno sguardo l'impazienza di poterlo abbracciare ancora.

Avevano dovuto attendere infatti almeno altre quattro ore, prima di potersi incontrare, dato che la cena veniva servita alle diciannove e Arion non poteva uscire dalla sua stanza se non prima delle ventitré.

Quando però finalmente avevano potuto rincontrarsi, nulla aveva più impedito ai due di mostrarsi il reciproco affetto.

Victor aveva subito stretto il più basso in un abbraccio, poi gli aveva preso il viso fra le mani e lo aveva riempito di baci, facendo ridacchiare il castano per la tenerezza.

-È una tortura aspettare che il giorno finisca per poterti rivedere Ari...- aveva ammesso, sfregando poi il proprio viso fra i morbidi capelli mossi del più basso.

La mia cura [Kyouten]Where stories live. Discover now