♡ Ventiduesimo Capitolo ♡

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-Fermati subito Axel-

Il biondo aveva sussultato, perdendo quasi la presa sul bisturi che teneva stretto fra le dita; aveva alzato lo sguardo, ma prima che potesse capire cosa accadeva Austin era già di fronte a lui, con la sua mano stretta su quella del più grande, che ne restava immobilizzata.

-Cosa credi di fare- aveva detto inorridito il moro, incredulo di fronte al piano di Axel che poteva avere un'unica spiegazione: era pronto a praticare la castrazione chimica su se stesso, e il motivo era facilmente intuibile.

Axel aveva guardato negli occhi il ragazzo più giovane, la cui presenza lo aveva immediatamente portato in uno stato di angoscia profonda; sperava che non capisse, che non facesse quel semplice collegamento, ma gli occhi lucidi del moro raccontavano esattamente l'opposto.

-Adesso lascialo, dallo a me- aveva detto poi con voce più calma e Axel aveva lentamente allentato la presa, coperto di vergogna.

-Ti prego non dirlo a nessuno- aveva detto soltanto abbassando la testa, mentre stingeva le palpebre e sperava di non mettersi a piangere davanti al moro. Lo spettacolo che Axel gli aveva offerto era stato già abbastanza umiliante.

-Non lo farei mai, sei il mio maestro- aveva detto Austin addolorato -dimmi soltanto per chi volevi farlo. Chi ti sta facendo soffrire così?-

-Me stesso- aveva detto soltanto Axel, poi aveva sospirato e si era preso la fronte in una mano, sembrava veramente afflitto.

Austin gli si era avvicinato di più, gli aveva coperto i fianchi nudi delicatamente e gli aveva posato una mano su una spalla ma lui lo aveva respinto in uno scatto violento.

-Non mi toccare-

-Axel- aveva provato a insistere il più giovane, assumendo un tono informale per la prima volta e provando ad avvicinarsi di nuovo, ma il biondo aveva lottato, un po' impedito a causa del bacino paralizzato dall'anestesia, e così Austin aveva avuto la meglio, riuscendo a bloccargli entrambi i polsi a mezz'aria.

-Dimmi chi!- aveva insistito il moro, spaventato all'idea che potesse davvero esserci qualcuno. Lo aveva sempre amato ma la sua rassegnazione era sempre stata motivata dal profondo odio che Axel diceva di nutrire verso quel tipo di amore; eppure stava per praticare su se stesso qualcosa che era riservato soltanto ai criminali, a chi non era in grado di controllare i propri istinti e faceva del male agli altri, dopo che aveva usato lo stesso trattamento per "curare" un omosessuale.

Se davvero Axel era in grado di provare quei sentimenti allora, se davvero c'era un uomo che lo aveva indotto alla disperazione fino a quel punto, Austin voleva sapere assolutamente chi era. Doveva capire cosa ci fosse in lui che mancava.

-Smettila Austin!- aveva protestato Axel cercando di liberarsi, ma il moro aveva liberato i suoi polsi soltanto per afferrare il suo viso e costringerlo in un bacio disperato che sapeva di lacrime e amarezza.

Axel aveva provato a opporsi, scalpitando contro il moro per riuscire a sfuggire alla sua presa, mentre faceva del suo meglio per restare distaccato da quel bacio che in pochi attimi aveva piantato le radici nel suo cuore, impossessandosi del suo intero corpo finché il biondo non aveva lentamente smesso di lottare e aveva cominciato a ricambiare il bacio, sconfitto, vinto da una passione che ormai non poteva più nascondere, a cui non poteva più resistere.

Aveva afferrato a sua volta il volto del più giovane e lo aveva baciato a lungo, perdendo il fiato fra le sue labbra mentre la sua pelle veniva percorsa da brividi continui. Aveva perso, quel desiderio lo aveva battuto, quel male che gli aveva logorato il cuore da quando Austin era ritornato nella sua vita si era finalmente preso la sua rivincita e lo aveva disarmato completamente, mettendolo alla mercé dei suoi istinti, che lui non era più in grado di controllare.

La mia cura [Kyouten]Where stories live. Discover now