❝𝗳𝗼𝗿𝗲𝗯𝗼𝗱𝗶𝗻𝗴❞ 𝗄𝗎𝗋𝗈𝗄𝖾𝗇

VI

☞︎︎︎𝒏𝒐𝒃𝒐𝒅𝒚'𝒔 𝒑𝒐𝒗
Nel momento in cui Kuroo si addormentó l'orologio aveva segnato l'una di notte. Quest'ultimo, alquanto preoccupato, era rannicchiato sulla scomoda poltrona, lasciando che le sue dita potessero incrociarsi con quelle del ragazzo di fianco.
Il silenzio pervadeva la stanza, il bruno aveva i capelli abbassati, le lacrime ancora gli scendevano sul viso: i dottori erano entrati nella stanza parecchie volte mentre dormivano, tuttavia, scorgendo il battito regolare segnato sull'elettrocardiogramma, decisero di permettere al ragazzo di restare in quella stanza.

☞︎︎︎𝒌𝒆𝒏𝒎𝒂'𝒔 𝒑𝒐𝒗
La mia vista era offuscata, il mio udito ovattato, lasciando che i miei occhi socchiusi potessero poco a poco scorgere i dottori fare delle analisi.
Non riuscendo a comprendere ciò che mi stava accadendo, probabilmente iniziai ad agitarmi alla vista dei medici, portandoli a tentare di calmarmi.

Riaddormentandomi, nel corso della notte riuscii a dare nuovamente luce alle mie iridi, spostando il mio sguardo sull'orologio riportante l'orario delle due di notte.
"Dove sono?" mi domandai scrutando la sconosciuta camera, incapace di ricordarmi cosa mi fosse accaduto.
"Che succede?" esordii, lasciando che dalla mia bocca fuoriuscisse soltanto un lieve, spezzato sibilio: tentai davvero di dirlo ad alta voce, ma le corde vocali vennero sopraffatte da ciò che avevo subito. Dunque, sofferente tentai di mettermi a sedere, lasciando che il mio corpo succedesse soltanto dopo un po' di tentativi.
Il dolore pervadeva il mio corpo, riempendolo di bruschi brividi.

Con mia sorpresa, nel tentativo di sollevarmi notai una mano tenere la mia: un ragazzo, probabilmente più grande di me, dormiva sulla poltrona di fianco al mio letto. Sciolsi la presa.
"Mh?" muguló, senza osar muoversi, fecendomi intuire che il suo stato di quiete stesse per arrivare alla sua fine.
Non ci feci neppure caso: in quel momento sentii subito il bisogno di portare la mia mano sulla bocca, percependo sempre di più quel senso di vomito impadronirsi della mia gola.

Ma di nuovo:
"Kenma?" sussurró il ragazzo, senza però smuoversi dalla posizione scomoda nella quale si trovava.
Mi voltai lentamente in sua direzione, quasi prendendo un piccolo spavento quando scorsi la sua testa sporgersi per controllare cosa stesse succedendo.
Teneva gli occhi, visibilmente stanchi e colmi di lacrime, semichiusi, permettendo che la sua bocca serrata potesse rilassarsi. La sua espressione assonnata, tuttavia mutò di colpo quando mi vide, lasciando spalancare i suoi occhi.

Graziato da quella visione, tentò immediatamente di abbracciarmi: inutile da dire, percepii un lancinante dolore pervadere il mio corpo.
"Hey... hey mi fai male."
Il ragazzo, preoccupato, si staccò subito; mi portai una mano alla testa nel distinguere una forte fitta improvvisa. Alzando lo sguardo, incrociai i suoi occhi piangenti, stranamente accompagnati da un grande e sincero sorriso.
"Scusami. Scusami Kenma, come ti senti?" chiese.
Ancora stordito, ci volle un po' affinché rispondessi.
"Mi... Mi gira la testa, dove sono?" domandai a mia volta, quasi sussurrando.
"Sei in ospedale Kenma. Ti ricordi qualcosa?" esordì lui preoccupato, lasciando che le sue dita potessero incrociare ancora una volte le mie.

"N-no." risposi freddamente.

☞︎︎︎𝒌𝒖𝒓𝒐𝒐'𝒔 𝒑𝒐𝒗
A quella risposta la paura cominciò sempre più ad aumentare. Con gli occhi socchiusi, provava ad osservarmi, lasciando che il suo volto venisse accompagnato da un'espressione interrogativa.
"Kenma... Kenma, ti ricordi di me?" chiesi stavolta munendomi di tutto il coraggio che mi era rimasto, tentando di scrutare ogni ombra, ogni riflesso, ogni punto luce appartenente alle sue iridi.

"No." rispose secco. Il mio animo si frammentò dolorosamente. Portò lo sguardo sulla mia mano, che ancora teneva la sua.
"Mi esplode la testa, non mi ricordo niente." disse tremando, la sua flebile voce non riusciva a far altro che soffermarsi su ogni parola pronunciata. Persino le sue mani venivano sormontate da tremolii, facendomi comprendere che si stesse agitando.