Un Sire di Troppo

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Tutta Camelot era riunita nel salone delle feste intenta a consumare il sontuoso banchetto che aveva indetto Re Artù per Dayton Waylond, il re che era andato a fare loro visita per rafforzare la pace e l’amicizia tra i loro regni.
Per l’occasione di tanto in tanto anche alla servitù era concesso prendere parte ai festeggiamenti, quando non erano indaffarati a servire i loro signori e gli altri invitati.
Fu proprio in uno di quei momenti, in cui Merlino stava ridendo e scherzando con Lancillotto e Galvano, due dei cavalieri più fidati del Re e grandi amici del corvino, che il Sire attirando l’attenzione di Artù fece un commento nei confronti del ragazzo
—Ditemi Artù, quel ragazzo che sta scherzando con i vostri cavalieri, non trovate che sia un bel vedere?— Artù a quell’affermazione quasi si strozzò con il vino che stava bevendo, sapeva che nel regno di re Waylond era possibile esternare apprezzamenti nei confronti degli uomini come si esternavano in quelli delle donne, Gaius l’aveva redarguito al riguardo, ma sperimentare la cosa in prima persona sapendo che tali apprezzamenti erano rivolti al suo servo e migliore amico Merlino, aveva dell’assurdo
—State parlando del mio servo Merlino!? Cosa ci trovate di interessante in lui?—
—Ma come Artù, non vedete il delizioso rossore sul suo viso, la luce brillante in quelle pozze blu, quegli zigomi invitanti, i capelli che danno l’aria di essere morbidi, il suono della sua risata poi è uno dei suoni più belli che abbia mai sentito. Come fate a non notare tutto questo, voi che avete la fortuna di averlo sempre vicino?—
 
Oh ma Artù sapeva benissimo di cosa Dayton stesse parlando e come non notare tutti quei dettagli, erano il motivo per cui aspettava trepidante l’arrivo del mattino. Perdersi in quel viso allegro e sorridente tutto per lui che lo accoglieva al suo risveglio era il suo rimedio migliore per iniziare la giornata al meglio.
Quando il peso della corona in alcuni giorni si faceva sentire di più e gli veniva voglia di mollare tutto, gli bastava pensare alla grande fiducia che Merlino riponeva in lui per non mollare e non deludere il moro che credeva in lui.
 
Ma tornando al banchetto e a come Waylond stava spogliando con gli occhi Merlino, decise di intervenire preventivamente, ovviamente la gelosia non c’entrava affatto
—So che nel vostro regno non ci sarebbero problemi in un apprezzamento del genere ma vorrei sconsigliarvi di girare intorno al mio servo— nel dire ciò Artù aveva cercato di mascherare la sua irritazione per ciò che Dayton aveva detto precedentemente
—Oh, ma le assicuro Sire che sarò discreto— rispose questi con un ghigno che ad Artù non piacque per niente e palesemente ignorando il suo consiglio.
Il resto della serata trascorse in modo tranquillo ed allegro con un ignaro Merlino che non sapeva ancora cosa lo stesse attendendo.
 

***
 


Il pomeriggio del giorno dopo, Artù e Merlino si trovavano nelle stanze del primo affrontando come la solito la routine di tutti i giorni.
In quel preciso momento il giovane sovrano stava riempiendo il povero ragazzo di vestiti da lavare e disperandosi per un discorso che avrebbe dovuto tenere quel pomeriggio
—Ti rendi conto che tra un paio d’ore devo tenere un discorso e non ho ancora pronto niente Merlino?!— disse frustrato il biondo portandosi le mani nei capelli
—Beh a proposito di questo… avevo scritto un discorso nel caso non foste riuscito in tempo a scriverne uno voi, ecco tenete…— Merlino porse la pergamena ad Artù che la esaminò con finto scetticismo, in fondo dovette ammettere che non era male come discorso
—Cosa ve ne pare?—
—Non è male, ha bisogno di qualche modifica ma può andare— disse restituendo la pergamena al ragazzo
—Sarà fatto Artù— disse con uno sbuffo divertito
—Sai Merlino, non è da tutti poter scrivere il discorso del Re, sarebbe troppo aspettarmi un grazie da te vero?—
Merlino guardò ancora per un attimo il Re e poi uscì, perdendosi il meraviglioso sorriso di Artù rivolto al suo comportamento.
Appena uscito dalle stanze del Re e fatti solo pochi passi, Merlino si ritrovò davanti Dayton; il giovane re dai corti capelli castano scuro, pelle scura, occhi verde cangianti ma che nell’ombra parevano neri, labbra sottili e corpo non muscoloso come quello di Artù ma ben piazzato, che appoggiato al muro adesso lo fissava con interesse mettendo inquietudine al corvino
—Salve Sire, avete bisogno di qualcosa?— disse Merlino cercando di essere gentile
—Sei Merlino, giusto?—al confuso cenno affermativo del corvino continuò —Bene, stavo cercando proprio te sai? Ti ho notato ieri sera alla festa, hai proprio un bellissimo viso, è un peccato che il tuo Re non sembri essersene accorto—
—C-come scusi?— iniziava a preoccuparsi il giovane mago e arrossì al non tanto velato complimento
—Oh, guarda che delizioso colore ha assunto il tuo viso con quel lieve rossore, il colore dei tuoi occhi poi mi lascia senza parole ora che posso vederli da più vicino— stava per accarezzare una guancia del ragazzo quando questi, si fiondò dentro le stanze di Artù come se fosse la sua ancora di salvezza.
 
Artù, che era ancora nelle sue stanze, quando sentì sbattere con violenza la porta era pronto a sbranare il mal capitato che aveva osato irrompere nelle sue stanze a quel modo, ma appena vide l’espressione terrorizzata del suo amico con ancora i panni da lavare in grembo, lasciò sfumare la rabbia e la preoccupazione s’impadronì di lui
—Merlino, che succede?—
—I-io-io… corridoio… W-w-waylond…— la sua espressione ancora terrorizzata e queste poche parole bastarono al Re per uscire ad affrontare il sovrano.
Uscito dalle sue stanze trovò Waylond con la mano tesa verso il vuoto che tornava al suo posto lungo il fianco, dove pochi istanti prima era il viso di Merlino, dovette supporre Pendragon con irritazione
—Waylond, immagino sia colpa sua se Merlino si è barricato nelle mie stanze. Sbaglio o vi avevo detto di lasciarlo stare?— sputò il Re con mal celato astio
—Oh suvvia Sire, quel Merlino è un ghiotto bocconcino che non voglio farmi scappare e quando inaspettatamente me lo sono ritrovato davanti non ho resistito, ho agito senza pensare—
—Beh, se vuole che l’amicizia tra i nostri regni duri, per farsi perdonare domani uscirà con una delle dame che ha mostrato vivo interesse nei suoi confronti per un picnic e lascerà stare il mio servitore— lo mise con le spalle al muro il giovane Pendragon
—Molto bene, così sia— acconsentì Dayton, dovendo accettare questa resa ma intenzionato a tornare alla carica il prima possibile.
 
Quando rientrò nelle sue stanze, Artù aveva ancora un Merlino timoroso ad uscire e gli ci volle un paio di minuti prima di convincerlo che non avrebbe più rivisto il sovrano fino a domani quando lo avrebbero accompagnato al picnic che aveva organizzato, notando che il ragazzo non si era ancora calmato del tutto gli promise che avrebbero portato con loro Lance e Galvano, a quella prospettiva Merlino si calmò del tutto tornando a svolgere i suoi doveri.
 

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