CAPITOLO NOVE

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Il giorno seguente mi assentai dalle lezioni per andare all' ospedale psichiatrico o vero il manicomio dov'era rinchiusa la sorella della bambina morta in casa del mio ragazzo.
Sperando che mi potesse dare qualche informazione o almeno che fosse ancora viva.

Una volta arrivata davanti al enorme ospedale,citofonai per farmi aprire, una volta entrata mi avvicinai al bancone della informazioni.
-Buongiorno.-mi saluto il signore che si trovava dietro al bancone di legno.
-Buongiorno a lei.-gli sorrisi.-Mi può dire se la signora Helen Zatrey e ancora in questo ospedale?-l'uomo mi guardo con aria cupa quasi esitando di rispondere alla mia domanda.

-Perché cerca proprio lei?-mi chiese.
Odiavo quando le persone mi rispondevano con una domanda ma mi affrettai a rispondergli.
-Voglio parlare con lei di ciò che le é accaduto.-spiegai.
-Non credo che quella pazza si ricordi niente di quel giorno. E io non le posso assicurarle che quella donna non provi a farle del male signorina.-mi spiegò.- Perché la cerca?-chiese.

-La famiglia del mio ragazzo abita nella casa dove sua sorella e la madre sono morte.
La sorella del mio ragazzo non che la mia migliora amica ha comunicato con loro attraverso una tavola Ouija.-spiegai mente il signore mi ascoltava con attenzione- Si è messa in contatto con uno spirito, o vero noi crediamo che lo spirito appartenga alla sorella o alla madre di Helen.-continuai.-Non importa ma la mia migliore amica è morta, dopo di che io è dei miei amici abbiamo provato a contattarla per vedere se si era suicidata, o se qualcuno le avesse fatto del male. Ma non siamo mai riusciti a parlare col lei. Bensì con lo stesso spirito che l'ha uccisa.-
L'uomo era sbalordito,è riuscì a malapena a dire due parole.

-È una cosa veramente scioccante, ciò che ti sta succedendo e veramente terribile.-scosse la tesa perplesso.
- Voglio sapere se esiste un modo per liberarci della sua maledizione. Ieri un altro nostro amico  è morto sempre a causa di questa storia e quindi vorrei saper se posso fare qualcosa.
Non posso assolutamente permettere che a qualcuno succedesse nuovamente qualcosa.-

Il signore mi accompagnò al piano di sopra, mi fece attraversare  una stanza piena di vecchi pazienti che vedendomi mi assalirono sperando che io li potessi aiutare. Dopo di che una volta liberata dagli vecchierelli  arrivammo in una stanza appartata per i visitatori.
-Puoi sederti lì-disse indicandomi una poltrona-torno  subito.-disse dirigendosi verso la porta.

Pochi minuti dopo l'uomo tornò spingendo una donna su una sedia a rotelle, la posizionò di fronte a me è poi ci lasciò sole.
Non prima di avvisarmi  del fatto che se avevo bisogno di aiuto dovevo semplicemente urlare.
La donna dai capelli bianchi di forte a me aveva un aria interrogativa.

-Buongiorno signora Zatrey.-la salutai alzando lievemente il tono per farmi sentire.
Lei mi guado torvo.
-Non sono sorda.-disse sorridendomi.
-M...mi scusi non lo sapevo.-mi scusai, quella signora mi faceva paura ma provavo per lei un forte sentimento di compassione, conoscendo la sua storia.
-Perché mi hai fatta venire qui?-mi chiese.
-Vorrei parlare con lei di una cosa molto importante.-spiegai.
-Dimmi.-
-Se non è troppo vorrei chiederle una spiegazioni su ciò che è successo nella sua famiglia tempo fa.-
Divenne scura in volto, mi prese le mani e mi guardi negli occhi.
-Ciò che è successo nella mia famiglia è stata una grande tragedia.Mia madre era una persona molto cattiva e ha fatto del male a molte persone.-iniziò a spiegarmi.

-Cosa faceva sua madre?-chiesi.
-Mi madre parlava con i demoni, aiutata da mia sorella. Lei non voleva farlo ma mia madre la costringeva  usandola come una specie di portale per parlare con i spiriti.-continuò- Per loro fu troppo e furono attirate nel mondo delle ombre. Non potevano farne  a meno di comunicare con loro,  e quando mia madre si rese conto di tutto ciò era ormai troppo tardi. Presa dalla furia e sotto il dominio delle ombre prese mia sorella e le cuci la bocca.- spiegò.

-Perché fece questo?-
-Sperava che cucendole la bocca sarebbe riuscita a chiudere il portale tra il mondo degli umani e quella delle ombre.-
-Ci riuscì?-domandai.
-No, e così il giorno seguente uccise mia sorella per la furia dopo di che si uccise  rendendosi conto di ciò che aveva fatto.-
- E lei ha assistito a tutta la scena vero?-
-Si, ho visto tutto. Mia madre che cuciva la bocca a mia sorella nella speranza di poter domare gli spiriti.
Il modo in cui la uccise e la portò nel seminterrato. Dopo di che si impicco al lampadario del salotto.-

-Sua sorella è stata nascosta nel seminterrato della casa?-chiesi.
-Si dietro al condotto dell' aerazione.-mi rispose.
-Dio tutto ciò che mi sta dicendo è orribile.-
-Ma  ora dimmi ragazzina perché sei qui? Perché sei venuta qui a farmi tutte queste domande sul mio traumatico passato?-
-La famigli del mio ragazzo abita nella sua vecchia casa. La mia migliore amica nonché la sorella del mio fidanzato è morta dopo aver comunicato con uno spirito attraverso una tavola Ouija.-la vecchia si porto le mai alla bocca.
-Chi altro ha giocato?-
-Dopo la sua morte io e un gruppo di amici abbiamo provato a comunicare con lei, ma poi abbiamo scoperto che no era la nostra amica Missi bensì lo stesso spirito che l'ha uccisa.
Noi pensiamo sia sua sorella o sua madre.-
La vecchi alzò lo sguardo da terra.
-So che è morto anche una altro tuo amico.-disse.

-Si. Ma come fa a saperlo?-
-Immaginavo. Era una persona legata a lei?-
-Beh si era il suo ragazzo. Sono venuta qui per sapere se c'è modo  di fermare questa maledizione. Non voglio perdere più nessuno dei miei amici.-
-Mi stai simpatica e vedo che tu ci tieni molto ai tuoi amici quindi ti aiuterò.-
-La ringrazio!-esclamai alzandomi dalla poltrona e mi inginocchia di fronte a lei.
-Domani notte dovrai  scendere nel seminterrato e cercare  il corpo di mia sorella, una volta trovato dovrai scucirgli la bocca così potrà sconfiggere mia madre che vi lascerà in pace.-mi spiegò e io la segui attentamente.
Mi alzai da terra persi la borsa e mentre uscivo dalla stanza continuavo a fissare la vecchietta che tanto mi era stata d'aiuto.

-La ringrazio!-dissi uscendo.
-No, io ti ringrazio.-disse.
Mi ringraziava di cosa? Non capivo il senso di quelle ultime parole.
Mi precipitai a casa di Federico dove mi stavano aspettando.
Gli spiegai tutto e decidiamo che la sera successiva avremmo fatto ciò che mi aveva detto la signora Helen.

OUIJAWhere stories live. Discover now