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Narrator's pov

"C-c'è nessuno? Hey? Dove mi trovo?"

Quel freddo e lontano giorno di febbraio, ma nemmeno così lontano, Jade non morì. Infatti, riuscì a sopravvivere allo sparo, ma questo le causò quella che potrebbe essere definita amnesia. Già, Jade non ricordava nulla, era come se vivesse a vuoto. Ma una cosa se la ricordava, che qualcuno la aspettava a Toronto.

Si svegliò alcuni minuti dopo essere caduta a terra. Era sola, in quella stanza spoglia e fredda.
Nessuno poteva sentirla, ma la castana non aveva nemmeno la minima idea di chi chiamare. Non sapeva il suo nome, il nome di sua madre, chi fossero i suoi amici.

Ad un tratto vide un'uscita da quella prigione, così provò ad alzarsi dal pavimento ma un dolore lancinante la colpi sulla zona dello stomaco e si accasciò di nuovo a terra con la mano sopra la ferita, da dove usciva molto sangue, talmente tanto che avrebbe rischiato un emorragia.

Decidette comunque di farsi forza ed uscire dalla stanza segreta, ma una grande rampa di scale la aspettava. Cercando di non lasciare tracce e tenendo sempre il palmo della mano sulla zona dove la pallottola la aveva colpita, iniziò a salire facendo anche attenzione a non provare ad aiutarsi con il corrimano per non lasciare impronte digitali. Jade era molto spaesata in quella grande abitazione sconosciuta, tanto che ci mise un bel po' a trovare l'uscita, ma una volta fuori non avrebbe dovuto essere vista da nessuno, soprattutto in quelle condizioni.

Cercò nella sua borsa qualcosa di utile: aveva il portafoglio, leggendo la carta d'identità poté ricordare il suo nome.
"Jade Miller, nata a New York il 25 luglio 2004" lesse sottovoce, per poi rimettere via i documenti e continuare a cercare, finché trovò dei fazzoletti.
Provò a tamponare la ferita che era piuttosto ampia, ma la pallottola era ancora all'interno e le provocava un dolore assurdo.

Jade in quel momento era sola al mondo, nessuno poteva aiutarla e lei non poteva fidarsi di nessuno, ma la felpa si macchiava sempre di più di sangue e non poté continuare a sopportare quelle fitte. Così dovette sedersi, scelse un albero ben nascosto dalla città e si appoggiò al suo largo tronco che la nascondeva bene. Provò a osservare la ferita, anche se le dava fastidio quella scena.

Con del disinfettante anch'esso trovato nella borsa insieme ai fazzoletti pulì tutto intorno alla ferita, che ormai non perdeva più così tanto sangue; per un lato era una cosa positiva, ma per un altro era negativa, perché ciò significava che tra poco il sangue in quella zona sarebbe finito e la castana sarebbe probabilmente svenuta.

Riusciva a vedere quella maledetta pallottola perché fortunatamente non era andata molto in profondità, ma questa storia non è Stranger Things quindi non aspettatevi che un tizio venga a tirarla fuori con le dita.

Aveva assolutamente bisogno di un medico, ma ormai le sue forze erano al minimo e non riuscì nemmeno ad alzarsi.
La castana perse i sensi, e si risvegliò qualche ora dopo in una camera da letto, quando ad un tratto sentì una voce.

"Oh, finalmente ti sei svegliata" diceva la voce con gentilezza. Questa apparteneva ad una ragazza della stessa età di Jade. Sembrava molto simpatica, aveva due ciocche di capelli del colore rosa mentre le altre erano nero corvino e indossava una gonna nera con delle calze a rete, mentre sopra aveva una maglietta dello stesso colore delle ciocche davanti. La sua casa di New York era la sua principale casa, ma ne aveva una anche in Canada dove si sarebbe trasferita all'inizio dell'autunno.

"C-chi sei?" le domandò Jade.
"Io sono Chloe, tu?" sorrise la quindicenne.
Jade era spaventata a dire il suo nome agli estranei, perciò non rispose.
"Ok non fa niente" continuò Chloe "Ti starai chiedendo perché sei nella mia camera... Beh, ti ho vista svenuta ai piedi dell'albero qua sotto e avevi una ferita da sparo, perciò ho pensato fosse in mio dovere aiutarti, per quanto io possa" sorrise la corvina.
Jade sorrise a sua volta e annuì con la testa.

Si ricordò della ferita e la controllò.
Non sentiva più le fitte, la pallottola era probabilmente stata rimossa ma non poteva vederlo perché la ferita era coperta da una garza bianca sicuramente ben sterilizzata.

"Ascolta non ti chiederò come ti sei causata quella ferita, non mi importa e non sono affari miei, non ne parlerò con nessuno" assicurò la corvina alla castana vedendo che questa stava iniziando a preoccuparsi.
"Grazie, sinceramente io stessa non ricordo come sia stato possibile, ho un vuoto di memoria..." sospirò Jade.
"Capisco, beh, se vuoi stanotte puoi dormire qui, i miei genitori non lo sapranno, e domani starai sicuramente bene e potrai riprendere la tua vita senza memoria" ridacchiò la ragazza.
"Ti sono infinitamente grata" ridacchiò Jade, che guardò fuori dalla finestra e notò che si stava già facendo buio.

"Chloe! A tavola!" esclamò una donna dal piano inferiore a quello dove si trovavano le due ragazze.
"Arrivo!" urlò Chloe, poi si rivolse a Jade "Rimani qui, cercherò di rubacchiare qualcosa per te e te lo porterò, l'importante è che tu non ti faccia sentire o sarà la fine per entrambe"
La castana annuì e la corvina uscì dalla stanza.

Jade si guardava intorno quella stanza buia con timore, mentre aspettava gli interminabili minuti fino al ritorno della ragazza.

***

Il giorno dopo Jade salutò Chloe, che promise di fare finta di non averla mai incontrata, e se ne andò riprendendo il suo cammino.
Non sapeva dove andare, anzi, una mezza idea la aveva: doveva andare a Toronto per qualche strano motivo.

Ma New York era molto, troppo lontana da Toronto per andarci a piedi e si ritrovò spaesata, quando trovò la mappa delle fermate del pullman pubblico: se avesse preso l'autobus delle 10:30 per Toronto, sarebbe arrivata lì alle 14:00.

Erano solo le 8:30, dove sarebbe potuta stare per due ore? Non erano un tempo infinito, certo, ma rimanere davanti a una fermata per tutti quei minuti con la gente che ti fissa sarebbe stato orribile per Jade. Ma nonostante questo non poteva di certo andare ad una festa o cose così, insomma doveva essere vista da meno gente possibile.

Così entrò in un supermercato e comprò quella che sarebbe stata la sua colazione con i pochi soldi che aveva notato nel portafoglio il giorno prima. Trovò una bancarella dei giornali senza padrone, probabilmente le persone prendevano l'articolo, lasciavano i soldi e se ne andavano.

La castana aspettò il momento in cui nessuno si avvicinava ai giornali e ne prese uno per leggere la prima pagina, dove trovò il suo nome affiancato da una sua foto.

'La newyorkese Jade Miller è scomparsa, la sua morte non è certa'

Jade rimase sorpresa a leggere quelle parole, perché lei non ricordava assolutamente nulla di rapimenti o cose così, ma capì che nessuno doveva assolutamente vederla e che non avrebbe potuto assolutamente prendere il pullman quel giorno e né per i prossimi mesi.

Con sé aveva ancora all'incirca duecento dollari, sarebbero bastati per i pasti di qualche mese?
Giusto il tempo di far dimenticare a tutti l'accaduto.
Ma dove avrebbe dormito?
Non avrebbe di certo potuto alloggiare in un hotel e dare nome, cognome e volto.
L'unica che conosceva era Chloe, ma per quanto fosse gentile la ragazza, non avrebbe mai potuto ospitare Jade per mesi.

Si ricordò di quella casa dove si era svegliata con l'amnesia. Era una casa vuota, probabilmente era abbandonata. Così tornò da dove era venuta e si nascose dietro un muro a fissare quella abitazione. Non si vedeva nessuno intorno, e Jade notò anche il cartello 'in vendita'.

Probabilmente l'assassino se n'era già andato, così Jade si intrufolò nel giardino ed entrò nella casa da una porta sul retro. La casa, ovviamente, anche all'interno era libera, così la castana decise di scendere giù nel seminterrato dove era stata in precedenza. Qui c'erano un divano, un frigorifero una TV e anche un bagno, perciò Jade decise di 'trasferirsi' qui per aspettare che le persone si dimenticassero di lei.
Ogni tanto usciva a prendere una boccata d'aria e comprare il cibo. In un negozio comprò anche vari vestiti nuovi a prezzi scontati, ma tutto facendo attenzione a non farsi riconoscere.

I mesi passarono e la notizia si dimenticò.
A settembre Jade si sentì sicura a prendere i mezzi pubblici e andò a Toronto con il pullman come aveva programmato.

Continua...

𝐩𝐬𝐲𝐜𝐡𝐨𝐩𝐚𝐭𝐡 𝟐 [𝐧𝐨𝐚𝐡 𝐬𝐜𝐡𝐧𝐚𝐩𝐩] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora