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EVA

Abito con Elia e Tommaso da quasi una settimana ed ho deciso di trovarmi un lavoro. Oggi Elia deve sottoporsi a delle visite e ho deciso di accompagnarlo, voglio passare ogni secondo con lui.

<<Buongiorno.>> Mi sorride il mio migliore amico entrando in cucina, poi mi viene accanto e mi bacia la nuca.

<<Buongiorno a lei. La trovo bene stamattina.>> Ed è vero, con le nuove medicine che sta prendendo, il suo viso ha ripreso colorito e i suoi occhi sono un po' più lucenti.

<<Non sfottere, grazie.>>

<<Non ti sfotto, dico il vero.>> Scoppiamo entrambi a ridere e facciamo colazione.

<<Tommaso?>> Domanda mentre beve un sorso di latte e caffè.

<<A lavoro.>>

<<Mi manca il lavoro.>> Dice rammaricato. E lo so, ha dovuto lasciarlo a causa della malattia. Non è più forte come qualche tempo fa e non riesce a seguire i ritmi devastanti del bar. I dottori, tra l'altro, gli hanno consigliato di stare a riposo il più possibile.

<<Lo so, ci ritornerai.>> Gli accarezzo la spalla e gli sorrido, cercando di emanargli un po' di positività.

<<Già, se sopravvivo.>> Abbassa gli occhi al suolo e si restringe nelle spalle.

<<Non voglio sentirtelo dire, tu sei forte. Noi siamo forti. Abbiamo vinto una volta, lo faremo anche adesso.>> Gli prendo il viso tra le mani e me lo appoggio al petto, in senso di protezione. <<Adesso vestiti che andiamo in ospedale.>> Mi stacco da lui e ripongo le tazze in lavastoviglie.

<<Uffa, voglio rimanere a casa a guardare Netflix e mangiare schifezze.>> Incrocia le braccia al petto e mette il broncio.

<<Santa Pace Elia, non hai più cinque anni, non fare i capricci e va a vestirti.>>

<<Sono andato via di casa dei miei per non ricevere ordini, poi arriva lei e mi da ordini. Assurdo, assurdo!>> Borbotta mentre si alza e va in camera sua. Mi spunta un sorriso e non posso fare a meno di pensare che nonostante tutto, non ha perso la sua vivacità e la voglia di vivere. Questo è quello che, ancora oggi, mi sorprende. Può colpirlo anche un fulmine, ma lui si rialzerà sempre e penserà sempre prima alle persone che ama e successivamente a se stesso.

Dopo qualche minuto usciamo di casa e prendo io l'auto.

<<Voglio guidare io.>> Sbadiglia, stiracchiandosi.

<<Al ritorno, ti faccio guidare. Adesso sali.>> Lo vedo alzare gli occhi al cielo e farmi un gestaccio e mi spunta un altro sorriso. Mi scalda il cuore vederlo scherzare così con me. Come se stessimo andando a fare una bellissima passeggiata tra amici.

<<Voglio chiedere ai medici se c'è la possibilità di sottopormi ad un trapianto. Per provare.>> Mi dice lui ed il cuore inizia a palpitare.

<<Davvero?>> Balbetto e quasi mi viene da piangere. Se ci fosse davvero la possibilità che lui si operi, sarebbe grandioso, riuscirebbe a vincere.

<<Sì.>> Gli stringo forte la mano e lui riprende a guardare fuori dal finestrino.

<<Sono tanto contenta.>>

<<Anche io.>> Sospira.

<<A cosa pensi?>> Domando curiosa mentre abbasso leggermente il volume dello stereo.

17 Metri sopra il livello del mareWhere stories live. Discover now