Capitolo uno.

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"Lavinia!" urlavo ma era tutto inutile, la musica era troppo alta.

Ogni volta che andavamo a ballare era sempre così: lei che ne rimorchiava uno a serata ed io, che tra la folla e quindi tra ragazzi che mi si aggrappavano, la cercavo.
Mi fermo cominciando a preoccuparmi più del solito, inizio a studiare i vari tavoli in balconata per trovare un minimo dettaglio che mi riconducesse da lei ma il nulla cosmico.
Prendo il mio cellulare con la speranza che avesse risposto almeno ad un messaggio degli infiniti che le avevo mandato ma anche in questo caso nulla.
Sbuffo arrabbiata quando improvvisamente i miei occhi si posarono su una figura femminile che aveva tutte le somiglianze possibili della mia migliore amica.
Comincio a camminare il più velocemente possibile e per questo devo ringraziare le mie Dr. Martens che mi supportavano ogni venerdì sera al posto dei tacchi vertiginosi che sinceramente faccio fatica a portare.

"Ma sei idiota!" le urlo, prendendola per un braccio.

Lei si girò inizialmente confusa ma poi sorrise quando mi riconobbe.

"Ginevra, amore grande" cominciò a farfugliare mentre mi strinse a se e nell'altra mano aveva una bottiglia di champagne "Questi sono i miei nuovi amici" aggiunge poi indicandomi la schiera di ragazzi che erano davanti a lei e che ridevano per la scena alquanto imbarazzante.

"Forse è il caso che ce ne andiamo Lavi" le dico cercando di toglierle la bottiglia dalle mani ma lei in risposta la stringe ancora di più al suo petto "Lavinia, ti prego" aggiungo quasi esasperata.

"Non se ne vuole andare perché almeno lei si diverte"

Una voce maschile ci interrompe, alzo lo sguardo per focalizzalo.
Era alto, ben piazzato e non si poteva negare che fosse un bel ragazzo.
Aveva un braccio intorno al collo di una ragazza che invece gli accarezzava l'addome.

"E si starebbe divertendo a fare cosa esattamente?" chiedo alzando un sopracciglio.

"Guarda che se vuoi, te lo faccio vedere subito bel faccino" risponde prontamente cercando di sfiorarmi il viso ma faccio un passo indietro.

"Sei imbarazzante" dico senza mezzi termini prima di trascinare Lavinia via da lì.

I ragazzi rimasero scioccati guardando principalmente il ragazzo con cui avevo appena screziato.
Lui, lo vedevo con la coda dell'occhio, stava ribollendo dalla rabbia ma poco me ne fregava era stato talmente maleducato che non si doveva permettere di allungarsi troppo ne con le parole e ne con le mani.

"Io con te non ci vengo più a ballare, te lo dico ora" dico a Lavinia mentre mi dirigo verso la macchina.

Lei cerca di dire qualcosa ma tra il sonno e l'alcool già era tanto se si reggeva in piedi.

Cammino verso la mia auto, cercando le chiavi dentro la pochette quando improvvisamente sento urlare e voltandomi verso l'entrata del locale, vedo ancora una volta quel ragazzo che si prodigava per venirmi contro.
Sospiro alzando gli occhi al cielo e appoggiando le mani contro la portiera dell'auto, era decisamente una serata da dimenticare.

"Tu non sai chi cazzo sono io!" mi urla puntandomi il dito.

"E non mi interessa minimamente saperlo" rispondo cercando di mantenere la calma mentre apro la macchina per far salire Lavinia ormai andata e cerco di salire anche io però mi blocca l'entrata "Mi spieghi che diavolo vuoi da me" dico cominciando a perdere la calma.

"Ti sei resa conto di come cazzo mi hai risposto davanti a tutti?" dice lui come se fosse il re del mondo "Io sono Nicolò Zaniolo" aggiunge.

Comincio a sentire l'odore di alcool invadermi le narici quindi deduco che anche lui sia bello alticcio ma sinceramente non avevo dubbi. Faccio mente locale sulla sua presentazione e mi ricordo che un mio compagno dell'università, sfegatato per la Roma, mi raccontò dello scandalo che successe intorno a Zaniolo e quindi, spontaneamente, sorrido amaramente.

Siccome seiWhere stories live. Discover now