Capitolo 3

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La fenice si svegliò solo quando fu ora di cena.

Lynn passò tutto il pomeriggio ad osservarla dormire. Zia Euphemia e zio Fleamont erano rimasti nel salone in attesa di qualche altra comunicazione da parte di Silente.

Avevano provato a mandare Willow da lui con una lettera, ma la civetta si era rifiutata di uscire dalla gabbia. Non potevano mandare messaggi tramite l'Incanto Patronus, perché dopo la morte dei genitori di Lynn avevano entrambi avuto molta difficoltà a produrne uno. Lynn stessa ancora non ne era in grado, non sapevano nemmeno se ci sarebbe mai riuscita.

Tutto era pronto per la partenza. Tutto tranne Lynn. Fissava il baule, tentata di tirar fuori la fotografia dei suoi genitori. Chissà cosa avrebbero pensato in quel momento.
Finché noi saremo vivi non ci metterà piede, aveva sentito dire suo padre un giorno. Si sentiva così in colpa. E anche così arrabbiata. Perché non le avevano mai parlato del perché non considerassero sicura Hogwarts? Non le avevano nemmeno lasciato una lettera, un biglietto con delle spiegazioni. Non avevano dato delle motivazioni ai suoi zii.

Se avevano voluto tenere tutto segreto, non potevano avere delle pretese nei suoi confronti, giusto?

Quando Euphemia e Fleamont entrarono nella sua stanza, Fanny aprì gli occhi.

"Non abbiamo avuto notizie da parte di Silente. Non capisco come possa non averci detto nulla su come farti arrivare a scuola." Disse suo zio con tono rassegnato.

La fenice afferrò con le zampe la gabbia di Willow e la posò delicatamente sopra il baule. Per fortuna la civetta dormiva, altrimenti avrebbe di nuovo iniziato ad agitarsi. Poi cercò si spingere Lynn verso di esso.

"Ma cosa..?"  Fanny indicò con il becco il punto del baule lasciato libero dalla gabbia di Willow. "Vuoi che mi sieda?" Chiese Lynn, non certa di aver capito.

La fenice continuò ad indicarle il baule, così si sedette.

Gli zii sembravano disorientati, molto più di lei. "So che le fenici possono trasportare dei grossi pesi.." iniziò Fleamont. "..ma non credo che riuscirebbe.. è impossibile."

"Non credo che voglia trasportarci come intendi tu, zio Fleamont." La fenice volava sospesa sopra la testa di Lynn, la lunga coda dorata esattamente davanti al suo viso. Incantata, allungò la mano per toccarla.

"Lynn aspetta!" Ma era troppo tardi.

Lynn, Willow, il baule e la fenice erano spariti davanti ai loro occhi in un turbinio di fiamme.

"Credi che abbiamo fatto la scelta giusta?" Chiese Euphemia al marito.
"Spero di sì." Le rispose lui mettendole un braccio attorno alle spalle.

Un attimo prima era nella sua camera e quello dopo si era ritrovata in una stanza sconosciuta.

Fanny era volata su un trespolo vicino ad una porta, completamente a suo agio.

"Dove mi hai portata.." disse piano Lynn alzandosi dal baule. Si guardò intorno.

Sulla parete a cui prima dava le spalle erano appesi decine di quadri da cui proveniva un lieve mormorio. Sembravano maghi importanti.

Le altre pareti erano adornate da scaffali pieni di curiosi ninnoli luccicanti. Alcuni di essi facevano degli strani rumori, che si aggiungevano al mormorio dei quadri creando un bizzarro brusio di sottofondo.

Sulla parete opposta alla porta c'era un'enorme scrivania, dietro la quale si vedeva un altro scaffale, con un vecchio cappello sopra. In un angolo di quella stessa parete era presente una scala a chiocciola che portava ad un soppalco.

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