•Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 3•

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Quella mattina ci sarebbero stati gli allenamenti, mentre la sera la partita con la squadra femminile. Suna, per quel giorno, si era posto l'obbiettivo di risolvere il suo dubbio. Ormai ne era certo.
I gemelli, quella volta, giocarono bene, evidentemente avevano dormito bene la sera prima. Durante la pratica non successe nulla di strano, sebbene il centrale continuasse a tenere gli occhi puntati su Atsumu. Magari la sua era solo una supposizione, praticamente infondata . Ancora si chiedeva perchè si stesse preoccupando della relazione del suo amico, ma semplicemente si sentiva di farlo.
Dopo l'allenamento, i ragazzi andarono a cambiarsi e Suna ascoltò "per puro caso" una conversazione telefonica di Atsumu. Gli altri erano già usciti e aspettavano solo loro.

A:«Ehy cucciola»
A:«Noriko, stasera c'è la mia ragazza agli allenamenti»
L'intuito di Suna non sbagliava mai. Ma come si azzardava quel coglione a tradire Kiyomi così spudoratamente? Volle però ignorare il perchè a lui importasse degli affari degli altri, dopotutto cercava sempre di stare sul suo senza impicciarsi, ma quella volta era diverso.
Non ci vide più, si aggrappò al collo di Atsumu, facendogli cadere il telefono di mano e sbattendolo al muro.
S:«Ma che cazzo hai in testa? Sapevo che non me la contavi giusta, stronzo»
Il centrale poteva vantare una grande abilità nel corpo a corpo, visto che durante le medie aveva preso lezioni di boxe.
Atsumu, dal canto suo, non se l'aspettava minimamente una reazione del genere da Suna. Era sempre stato il ragazzo calmo e tranquillo che non si scomodava nemmeno a separare lui e il fratello quando litigavano, preferendo fargli delle foto. E così, di punto in bianco, lo aveva aggredito.
A:«Suna staccati, mi stai facendo male»
S:«Te lo meriti, coglione. Che vorresti dire a tua discolpa?»
A:«Le spiegazione non devo sicuramente darle a te»
S:«Sono il tuo migliore amico, Atsumu»
A:«A me interessa che a lei tu non dica nulla. Ti prego. La amo»
S:«Se la amassi davvero non l'avresti tradita»

Lo lasciò lì a terra, allontanandosi con il borsone in spalla. Atsumu si rese conto solo in quel momento dello sbaglio che aveva commesso. Come avrebbe fatto a guardarla di nuovo in faccia? Si sentiva uno schifo, eppure non voleva che lei, o Osamu, lo scoprissero. Forse poteva contare sul silenzio di Suna, ma ormai non vi sperava più. Quando il centrale gli era saltato addosso, aveva capito quanto il suo migliore amico tenesse alla verità e alla giustizia. Quella volta, Suna, avrebbe parlato.

Tuttavia, mentre il corvino si avviava verso la classe della ragazza gli venne in mente una cosa. Lui non poteva giudicare Atsumu. Di ragazze ne aveva avute tante, e con tutte aveva passato solamente alcune notti. Molto spesso, quando loro chiedevano di più, lui negava. Quindi perchè doveva rovinare la relazione di un suo amico. Forse perché il biondo stava mentendo e lui odiava le menzogne, o forse per qualcos'altro.
Definiva Kiyomi una gran bella ragazza, ma nel profondo sentiva che non poteva permettere che Atsumu strappasse via il sorriso dell'alzatrice senza che lui facesse qualcosa.
Poi si ricordò della partita di quella sera. Ottimo, aveva un piano.

Kiyomi aspettava solamente di potersi avviare alla palestra. Non vedeva l'ora di dimostrare ad Atsumu quanto fosse più brava di lui.
Non poteva di certo immaginare la catastrofe che sarebbe accaduta in quel tardo pomeriggio d'inverno.

Finalmente, la campanella che segnava la fine delle lezioni, suonò. Kiyomi corse a cercare Mari, e una volta trovata, si incamminarono insieme verso la palestra, con la voglia di vincere alle stelle. Anche se non era una partita ufficiale avevano deciso di impegnarsi al massimo.
La squadra maschile dell'Inarizaki aveva alcuni dei migliori giocatori del Paese. Come Aran, l'asso, e lo stesso Atsumu. Per questo, le ragazze, se volevano farsi  un nome all'interno delle nazionali, avevano bisogno di eccellere, in tutto, e di dimostrare di possedere delle giocatrici con delle abilità superiori a quelle della squadra maschile.
Entrarono in campo.

La prima a servire sarebbe stata la stessa Kiyomi.
I suoi servizi erano tanto notevoli quanto difficili. Metteva una potenza minima, in modo che la palla arrivasse poco al di sopra della rete, cadendo poi appena al di sotto di essa. Nessuno riusciva mai a prevedere dove sarebbe arrivata la palla, perchè la ragazza cambiava direzione ad essa all'ultimo minuto. Quel giorno, però, Suna aveva voglia di attirare l'attenzione di lei, e quale miglior modo per farlo, se non murare uno dei suoi servizi? Avendo notato perfettamente come la ragazza rivolgesse attenzione al punto opposto a dove avrebbe tirato, per lui fu semplice bloccare il servizio dell'alzatrice. Però, la palla, venne salvata dal dotato libero della squadra, Akane.
Kiyomi, come aveva intuito Suna, rimase colpita da come il ragazzo l'avesse capita in meno di un minuto, intimando alle compagne di fare attenzione.Durante un'alzata attaccata alla rete, Suna si rivolse alla ragazza. Ormai era finito anche il terzo set, e molto probabilmente se lo sarebbero aggiudicato le ragazze, vincendo.
S:«Sta' attenta ad Atsumu»
Suna ricevette uno sguardo confuso. Ma non stranito, come si aspettava.

La squadra femminile, dopo essersi accaparrata la vittoria, tornò in spogliatoio esultando. Tutte tranne Kiyomi, che ancora pensava alle parole del centrale dagli occhi magnetici. Che voleva dire con quella frase? Non voleva mettere in discussione la sincerità del ragazzo, sebbene non lo considerasse simpatico, quindi avrebbe dovuto preoccuparsi?
Con questi dubbi uscì, verso la porta principale. Una mano le afferrò con forza il braccio e un'altra le tappò la bocca. Si ritrovò dietro ad un angolo, scoprendo che il proprietario di quelle braccia era proprio Suna, un brivido le percorse la schiena. Il suo corpo era schiacciato contro il petto del ragazzo, poteva sentire il respiro di lui sul collo.
S:«Guarda»
Disse, facendo un cenno verso il corridoio.

Kiyomi sentì il mondo crollarle addosso. O forse erano la rabbia, la frustrazione e la delusione che si accumulavano in lei.
Atsumu e Noriko, l'alzatrice che stava in panchina.
Non riusciva a spiegare nemmeno lei cosa stesse provando. Probabilmente il disgusto e la delusione erano i sentimenti che prevalevano sul suo animo.
I due uscirono, seguiti da Suna e Kiyomi.
Pioveva a dirotto.
L'alzatrice non sentiva nemmeno i capelli che si stavano lavando, appesantendosi sulla sua testa, solamente una cosa le interessava in quel momento. Aveva donato amore a chi non se lo meritava.
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Angolo Autrice

Allora, questo capitolo è un po' corto, I know.
Ma nel prossimo ne vedremo delle belle.
Ah, vi avviso, questa storia sarà parecchio strana, perchè quello che ho in mente è molto particolare ・ᴗ・
Che ne pensate del capitolo?

•Eᴠᴇʀʏᴛʜɪɴɢ ʜᴀᴘᴘᴇɴs ғᴏʀ ᴀ ʀᴇᴀsᴏɴ• 𝑺𝒖𝒏𝒂 𝒙 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓Where stories live. Discover now