Capitolo 7

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Scesi le scale con una lentezza inaudita, totalmente avvolta da un'aura tutt'altro che rassicurante. Quel corridoio sembrava infinitamente più lungo dell'ultima volta e questa cosa non fece che irritarmi maggiormente. Mi fermai al centro di esso, mi tirai due schiaffi abbastanza forti come incoraggiamento e mi decisi a darmi una svegliata, non aveva senso ritrovarsi in quello stato, non dopo tutto quel tempo, non dopo tutti gli anni passati a prendere consapevolezza della mia situazione.
- Ora basta, entra su quel cazzo di campo e gioca come hai sempre fatto, andrà come deve andare, ormai sei pronta a tutto. - mi dissi, e parve anche funzionare.
Ripresi a camminare, stavolta più sicura e decisa, e l'entrata al grande campo della struttura si stava finalmente avvicinando.
Mentre passavo, vidi qualcuno appoggiato al muro con le braccia incrociate al petto, e solo quando si spostò per iniziare a camminare dietro di me, capì di chi si trattasse. Notai subito dallo sguardo che mi rivolse che aveva visto lo stato in cui mi trovavo prima e sicuramente aveva sentito ciò che mi ero detta ad alta voce nella speranza di esortarmi e svegliarmi dalla trance in cui ero ricaduta. Per fortuna non disse nulla, accompagnandomi silenziosamente verso il mio destino. Ammetto che mi diede coraggio la sua presenza, mi fece sentire più al sicuro, anche se non ne comprenda a pieno il motivo.
Varcammo l'ingresso e ci ritrovammo davanti l'intera squadra, il mister, le managers, c'erano quasi tutti, i pochi che mancavano arrivarono qualche secondo dopo di noi.
- Bene ragazzi, ci siamo tutti, possiamo cominciare. Riscaldatevi come si deve, senza esagerare e poi dividetevi in due squadre e date il meglio di voi senza risparmiarvi. Fate vedere di cosa siete capaci. - disse entusiasta mister Yi.
- SI MISTER! - urlarono carichi i miei compagni di squadra, dopodiché iniziarono a correre.
Mi avvicinai alla panchina, posai la bottiglia e l'asciugamano, girandomi poi verso il mister, che mi fece un cenno di assenso con la testa, come per dirmi che sarebbe andato tutto bene e che avremmo trovato una soluzione. Lui ovviamente sapeva, gli avevo già raccontato tutto, era stato lui a convincermi a partecipare lo stesso, dicendomi che avrebbe saputo trovare una soluzione insieme al suo stuff, così, decisi di fidarmi, non avevo niente da perdere, oltre la speranza che avevo già perso anni fa. Desideravo con tutte le mie forze che stavolta andasse per il verso giusto ed avrei fatto del mio meglio affinché la situazione migliorasse e tornasse alla normalità.
Iniziai a correre insieme agli altri, affiancandomi a Shawn ed Aiden, che mi fecero segno sorridenti di avvicinarmi a loro.
- Tutto okay principessa? Ti vedo preoccupata oggi, non hai nemmeno mangiato molto a pranzo. - mi chiese Aiden.
- Come sei caloroso mio caro principe dei ghiacci, sai che al momento non ti si addice per niente questo soprannome? - risi e fui seguita dalla risata di Shawn e da uno sbuffo del diretto interessato.
- Mi sbagliavo, sei sempre la solita Chloe. - disse, mettendo il broncio.
Mi avvicinai e gli scompigliai i capelli, dandogli una leggera spinta.
- Scherzo principino, su, non fare il permaloso. È tutto okay, sono solo un po' preoccupata, sta tranquillo. - gli sorrisi.
Sentí la schiena andare a fuoco, mi girai e notai i suoi occhi bruciarmi addosso, certo che quando voleva sapeva essere proprio invadente e fastidioso questo Xavier Schiller.
Finimmo i giri di corsa ed il riscaldamento, il mister ci divise in due squadre e dopo aver dato ulteriori direttive, eccolo lì, il fischio che designava l'inizio.
I miei compagni combattevano tra loro per il possesso della palla, esibendosi nelle più disparate tecniche di attacco e di difesa, dribbling, parate e chi più ne ha più metta. Bisognava assolutamente ammettere che eravamo tutti giocatori di un certo livello, ma non ci si poteva aspettare altro dalla nazionale giapponese.
Eravamo rimasti soltanto io e Xavier in difesa, nessuno dei due si era scollato dalla propria posizione, entrambi troppo attenti ad osservare gli altri ed aspettare il momento giusto.
Nel frattempo stavo valutando attentamente quale tecnica utilizzare in attacco, in precedenza avevo usato la mia tempesta nera, ma in realtà possedevo altri 2/3 assi nella manica, solo che a causa del mio problema non mi era possibile usarli, visto che per mettere in pratica quelle tecniche avrei dovuto dare fondo alle mie energie e sarei poi finita a terra priva di forze, come spesso mi era capitato, a volte con il solo eseguire le mie tecniche difensive.
Vidi qualcuno venirmi incontro e dribblarmi con una facilità disarmante, cosa che non potevo assolutamente permettermi.
Era Caleb Stonewall, non gliela avrei fatta passare liscia, così decisi che era arrivato il momento di far vedere a tutti cosa sapeva fare Chloe Suzuki.
Scattai all'istante e con facilità rubai la palla a Caleb, impedendogli di segnare, puntando alla porta avversaria, difesa da Mark. Inizia a dribblare tutti, e quando Nathan provó a rubarmi la palla in scivolata decisi di rischiare provando la mia tecnica.
- Uragano travolgente -, urlai.
Un vento fortissimo si levò dal terreno, facendo girare Nathan in aria e catapultandolo dall'altro lato del campo, dandomi così via libera verso l'estremo difensore, anche se la stanchezza iniziava già a farsi sentire ed avevo il fiato corto. Però decisi che questa volta avrei dato il tutto per tutto, comunque vada, almeno saprò di aver dato il massimo.
- Distruzione boreale. - dissi con il poco fiato che mi era rimasto in corpo.
Il pallone si sollevò dal terreno, raccogliendo parte di esso, in un vortice carico di energia e forze tra loro contrastanti, che davano vita a delle piccole ma intense scariche elettriche. Quando il colpo raggiunse il massimo della sua potenza, presi la rincorsa, saltai quanto più mi fosse possibile e dopo aver eseguito una doppia rovesciata colpí il pallone con tutta la mia forza.
Mark provò a parare il mio colpo, ma si ritrovò catapultato dentro la porta, spiazzato per la seconda volta dalla mia potenza. Fece fatica a rialzarsi e riprendere il pallone.
Io ero ancora in aria, sapevo che non sarei stata in grado di atterrare sulle mie gambe, rischiavo di rompermi qualcosa, inoltre sentivo anche che stavo per perdere i sensi, così decisi di lasciarmi cadere, pronta all'impatto.
Strinsi forte gli occhi, pronta al dolore che di lì a breve avrei provato, invece caddi su qualcosa di inaspettatamente morbido.
Aprí debolmente gli occhi, per quanto mi fosse possibile, e vidi i suoi occhi rosa scrutarmi attentamente con aria preoccupata.
- Sapevo ti sarebbe successo qualcosa, eri troppo strana, ti sono stato dietro tutto il tempo, non potevo mica farti cadere a terra, il tuo bel culetto merita di restare integro. -, disse con un filo di sarcasmo, ma potei percepire chiaramente quanto fosse serio.
- Sappiamo entrambi che non aspettavi altro che starmi dietro, brutto idiota. Non ti ho fatto male vero? Visto che ti sono letteralmente piombata addosso. - chiesi, cercando di sorridere debolmente.
- Sai benissimo che anche tu non aspetti altro, comunque è tutto ok. Tu come ti senti? - mi chiese dolcemente, dopo avermi fatto uno dei suoi soliti occhiolini irritanti.
- Distrutta. -, feci in tempo a dire, dopodiché i miei occhi divennero pesanti, ma poco prima di svenire percepì tutta la squadra avvicinarsi per vedere cosa fosse successo e chiedere come stessimo.
Il mister chiese a Xavier di portarmi in infermeria ed aspettare lì, dopodiché, per l'ennesima volta, fui avvolta dal buio più totale.
Però, per una volta, in mezzo a tutto quel buio c'era qualcosa di diverso, due intense iridi rosee che mi fissavano, cercando di provocare una reazione in me, nonostante fossi mezza morente. Lui era l'unico che si era avvicinato a me, provando ad approcciarsi nonostante il mio stato catatonico, e sicuramente questo non mi aveva lasciata indifferente, come nemmeno le sue parole e le sue blande provocazioni, che mio malgrado, credo abbiano avuto un certo effetto su di me, ma non era certo quello il momento adatto per preoccuparsene.
Questa volta però, pesava tutto un po' meno.

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