VIII

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La McGranitt, di spalle al centro dell'aula, ruotò di poco il busto quando udì la porta scricchiolare. Una testa con una chioma ribelle si affacciò di poco, guardandosi intorno con circospezione. Quando il suo sguardo incontrò quello della professoressa, le sorrise colpevole, e aspettò un suo cenno per varcare la soglia.

«Preso signorina Drusus,» sospirò l'anziana donna, «non è che di un solo minuto in ritardo.»

Così, infilando tutto il corpo nell'uscio della porta, si diresse al banco vuoto in quarta fila, molto lontano dai suoi amici e troppo vicino ai Tassorosso.

La professoressa prese a spiegare, e gli alunni a prendere appunti; quelle lezioni teoriche erano stancanti anche per la stessa McGranitt, che comunque riusciva a non scomporsi dal suo solito e indistinguibile rigoroso atteggiamento.

«Quattro fogli di pergamena, fronte retro, per la prossima settimana. Niente lavori di squadra, chiaro Potter?» Quest'ultimo, che già stava ammiccando di sbieco ad una compagna di casata, si mise ritto a sedere e rispose annuendo. «Se scopro che ha copiato anche un solo rigo, dovrà consegnarmene otto di fogli.» Il ragazzo continuò ad annuire, scompigliando ancor di più i capelli lisci e neri.

Inevitabilmente, Demetria alzò lo sguardo su Magee, trovando i suoi occhi sorridenti già su di lei. Per questo, ruppe il contatto visivo, e iniziò a riempire la borsa con i libri.

«Domani, alle quattro va bene?» Le chiese una volta al suo fianco. Demetria, senza guardarlo, scosse il capo in segno affermativo. «Biblioteca?» Chiese ancora lui.

Avendo finito i libri da posare, puntò gli occhi nei suoi, ed annuì ancora. D'un tratto, una chioma biondo platino alle spalle di Elia le fece dirottare l'attenzione su un banco poco distante: nella classe che iniziava a sfollarsi, Albus e Scorpius assistevano alla scena con gli sguardi divertiti e braccia incrociate.

Fanculo stronzi, pensò, e Scorpius si portò una mano al petto, in una falsa dimostrazione d'offesa.

«Sicura?» Le chiese ancora, costringendola a riportare l'attenzione sui suoi occhi.

«Si, è perfetto. A domani.» Concluse la riccia, fuggendo subito dopo fuori dall'aula. Doveva calmarsi.

***

«Io vi ammazzo, non avete niente di meglio da fare?» I due ragazzi l'avevano appena affiancata nel corridoio, quando non li lasciò nemmeno proferire parola.

«Scorpius, domani hai da fare verso, non so, le quattro?» Iniziò Potter. Demetria alzò gli occhi al cielo, senza smettere di camminare.

«No, sono libero. Perché me lo chiedi?» Incalzò Malfoy, con uno stupido sorrisino a dipingergli il viso.

«Potremmo studiare insieme, magari in biblioteca.»

«Ottima idea! Che ne dici Demi, o sei già impegnata?» Chiese il biondo, spingendola con un gomito.

«Andate all'inferno.» Sibilò lei, velocizzando il passo.

***

Quel pomeriggio, Demetria entrò in biblioteca ostentando una falsa sicurezza, mentre camminava tra gli scaffali alla ricerca di un tavolo libero. In realtà, sperava di imbattersi casualmente in Magee all'ingresso, ma, per quella volta, il ritardatario fu lui.

Così, prendendo posto ad un tavolo, accuratamente scelto nella corsia più vicina ai libri sugli Animagus, poggiò lo zaino sul legno scuro e tirò fuori piuma e calamaio. Nel farlo, scivolò anche il libro regalatole dal Tassorosso, e impiegò un paio di minuti buoni a decidere se lasciarlo lì, oppure no. Insomma, sarebbe stata un'evidente dimostrazione d'interesse tenerlo in bella mostra. Poi pensò che si trattava solo di un libro -regalato, certo-, e non faceva una piega.

si vis pacem, para bellumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora