IX

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«Ti ricordi di quando Albus mi bullizzava?»

Demetria non si fece apparentemente scomporre da quella domanda, e continuò a sistemare il bagno senza l'uso della magia. Non ricevendo risposta, il biondo proseguì. «Ricordi di quando Rose iniziò ad odiarmi? Di quando mia madre morì e mio padre quasi cadde in depressione?». Sapeva quali tasti toccare per farla reagire.

Di fatti lei rispose dicendo, «Arriva al punto Scorpius.»

Il ragazzo lanciò lateralmente le gambe, mettendosi seduto sul bordo del letto, appena in tempo per arrestare il suo andirivieni dal bagno. Fermandola per un braccio, la guardò fisso negli occhi, e riacquistò l'ordine dei suoi pensieri. «Tu c'eri, sempre. Tu ci sei sempre stata.»

«Non voglio i tuoi ringraziamenti.» Disse interrompendolo.

«Infatti non lo sto facendo, sto solo costatando i fatti.» La bloccò a sua volta.

«Dove vuoi arrivare.» Incalzò nuovamente, riuscendo a liberarsi dalla sua presa, e riprendere a camminare verso il bagno. Scorpius la seguì immediatamente, e si appostò allo stipite del cubicolo.

«Adesso è il mio momento di esserci. E no, non perché mi sento in debito, ma perché sei mia amica, e ti voglio bene. Io ci sono Demetria, fatti aiutare.» Parlò lentamente, scandendo bene ogni frase, e soffermandosi sulle parole "amica" e "aiutare".

La riccia fermò i suoi passi, e prese a fissare lo specchio: rifletteva due figure esteticamente opposte, toni freddi di lui contro quelli caldi di lei, ma che erano stati sempre vicini, tanto da confondersi. Da un po' di tempo però, entrambi sapevano che i perpetui silenzi erano moltiplicati, e iniziavano a riempire lo spazio che man mano aumentava tra i due. «Parlami Demetria, sono qui.»

L'interpellata fece un profondo respiro, e si avvicinò ad una finestra. Insieme, si sedettero sui cuscini del bovindo e presero a guardare fuori. Con le ginocchia piegate, le punte dei piedi -freddi, nonostante i calzini- che si toccavano e gli sguardi persi, pensavano; lui non comprendeva appieno cosa stesse succedendo all'amica, e dall'altro lato, nemmeno lei ne sapeva così tanto. «Lo sai che puoi abbassare i muri con me.» Lei sospirò, appoggiando la testa al muro.

Per quanto le volesse bene, sapeva che i suoi silenzi erano tutt'altro dimostrazione di assenza, ma in quel momento, proprio in nome del bene che le voleva, doveva rompere quei silenzi, riempirli veramente. E poteva riuscirci solo facendola parlare.

«Raccontami una storia,» Lei alzò la testa di scatto, guardandolo. Lui le sorrise. «raccontami una delle tue storie.»

Sorrise anche lei, seppur amaramente, e riprese a fissare il fondale aldilà del vetro. «Non siamo un po' cresciuti per questo?»

«A me piacciono ancora.»

Demetria lo guardò, adesso con lo sguardo addolcito. Le storie a cui si riferiva Scorpius erano dei racconti che l'amica gli riportava dopo ogni estate, da ormai sette anni, e per la maggiore si riferivano ad avventure fantastiche dei suoi viaggi in giro per il mondo. Posti esotici, città impronunziabili, cibo speziato e foto statiche arricchivano il narrare della giovane. E più passava il tempo, più il biondo si rendeva conto della vera magia di cui era capace l'amica: lo trascinava altrove, in città sconosciute, con il solo potere dell'immaginazione e della sua voce, che sembrava cantare, mentre si addentrava e perdeva nei ricordi. Nonostante l'avesse vissute in prima persona, lei riusciva in qualche modo a far sentire l'ascoltatore come il protagonista della storia stessa.

«Roma o Nairobi?»

***

Passarono oltre un'ora a tergiversare da un viaggio all'altro, talvolta ridendo fino alle lacrime. Scorpius ebbe un flashback, e ricordò di come quei racconti l'avessero aiutato ad evadere, e al contempo trovare rifugio, in uno dei momenti peggiori della sua vita.

Adesso erano stesi sul letto della riccia, abbracciati l'uno all'altro, con il solo rumore dei loro respire a riempire la stanza.

«A te piace Magee?» Con un sussurro, ruppe per prima il silenzio.

«Non ti serve l'approvazione di nessuno per innamorarti.» Rispose semplicemente.

«Seh, innamorarmi. Intendevo dire se lo vedi un tipo apposto.»

Scorpius ci mise un po' a rispondere, e infine disse, «Si, è apposto.» Il silenzio che seguì lo invogliò ad elaborare di più, «Insomma, è anche lui un Prefetto, non ha mai avuto nessuna nomea sulle spalle. Si, certo, è tanto acclamato e tutti lo adorano per le sue doti sportive, ed i suoi gusti in quanto amicizie sono discutibili, ma chi siamo noi per giudicare?» Chiese ironicamente facendo un sorrisetto.

Entrambi risero, e poi ricadde il silenzio. E mentre Demetria elaborava tutto ciò che era successe nelle ultime settimane, Malfoy si mordeva l'interno della guancia. Quando di sistemò meglio su di un fianco, cingendolo con le braccia, decise che non avrebbe più parlato. Qualsiasi cosa lo tormentasse, poteva aspettare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 22, 2021 ⏰

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