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"Le nostre paure sono come mine che esplodono non appena qualcuno vi appoggia un piede sopra."
(Emanuela Breda)

Tornammo al castello in tutta fretta e con mia grande sorpresa mi scontrai con mia madre e mia nonna, subito dopo aver passato la hall. Sentii già l'ansia prendere il sopravvento sulle mie emozioni e indietreggiai nel vederle così arrabbiate. Mia madre fissò i suoi occhi nei miei, socchiudendo le palpebre. Mia nonna, invece, digrignò letteralmente i denti. Deglutii con forza e guardai di soppiatto Ettore, che aveva gli occhi rattristati e mi parve persino di scorgere del bagnato sotto ai suoi occhi, ma non feci in tempo a chiedergli qualcosa che la mamma mi prese per un polso. -Tu adesso vieni a casa con noi!-
Strattonai via la mano. -Non ci penso nemmeno, sto qui.-
Mia madre fece per venire in avanti, quando la nonna la fermò. -Luce, chi è morto?-
Mia madre si accigliò, osservandola con attenzione dal basso verso l'alto. Quella domanda improvvisa colse contropiede anche me. -Mamma, ma cosa stai blaterando?- Mia nonna la zittì, ripuntando i suoi occhi su di me. -Parla.-
Scambiai una veloce occhiata con Ettore, che annuì, svogliatamente. -Hanno trovato il...corpo senza vita di Francesco.-
Mia nonna batté il tacco per terra, facendomi sussultare. Mia madre si coprì il petto con una mano. -Lo sapevo.- Disse la nonna, voltandosi di spalle.
Aggrottai la fronte, confusa. Mi guardai intorno e mi resi conto che c'erano fin troppi soldati in quella stanza. Qualcosa non quadrava. -Nonna, cosa sai che noi non sappiamo?-
Lei sospirò, ma ignorò completamente la mia domanda. Diede una leggera spinta alla figlia e fece segno ad una delle guardie di avvicinarsi. L'uomo, a passi pesanti, chinò la schiena verso di lei e avvicinò l'orecchio alle sue labbra. Si bisbigliarono qualcosa, sotto l'occhio incredulo di tutti. Mia madre cercò risposte nel mio sguardo, ma io ero più stupita di lei. Una squadra di tre uomini e tre donne si mosse in fretta, rispondendo incredibilmente agli ordini di mia nonna. Ettore si avvicinò a me con passo furtivo. -Che sta succedendo?-
Scossi la testa, senza sapere il motivo. La mamma chiuse i pugni lungo i fianchi con gli occhi quasi fuori dalle orbite. La nonna non stava dando spiegazioni a nessuno e ognuno di noi aveva la mascella al livello del pavimento.
Feci un passo avanti. -Nonna, non credi sia l'ora di darci delle spiegazioni?-
-Sta accadendo tutto come allora...- Bisbigliò, picchiettando con le unghie sulle labbra. Poi se le morsicò. Sollevai le sopracciglia, ancora confusa dalle sue parole. -Cosa intendi?-
-All'ultimo passaggio di corona, che non ha avuto degli esiti proprio positivi, sono iniziate proprio delle morti del genere. Morti inspiegabili, senza senso.- Si voltò verso di me. -Perché uccidere il vecchio Re e suo figlio?-
All'improvviso una delle guardie, che era di turno in giardino, apparve dalla porta. Aveva il fiatone, le guance iniettate di sangue, gonfie e rosse. A mala pena riusciva a respirare. Ettore gli corse incontro, sostenendolo per un braccio. Vidi mia madre sbiancare e mia nonna sospirare, preoccupata. -Hanno trovato la testa mozzata della Regina!- Gridò infine, per poi crollare sulle ginocchia. Un incredibile senso di terrore si impadronì del mio corpo, cominciai a tremare come una foglia. Non riuscivo a spiegarmi come mai avessi tutta quella paura improvvisa, come se mi aspettassi qualcos'altro di terribile da un momento all'altro. Mia madre si dovette sorreggere alla nonna per non svenire. -È la Confraternita della Giustizia.- Esclamò la nonna, scuotendo la testa. -La situazione è peggiore di quanto pensassi.-
Ettore ci raggiunse con passo svelto e con la bocca asciutta. -La Confra-che?-
Nessuno di noi capì a cosa la nonna si riferisse e ciò mi spaventò ancora di più. La mamma prese un bel respiro e buttò fuori tutta l'aria. -Mamma, forse stai delirando. Le hai prese le pasticche per la pressione?-
La donna dai capelli bianchi e perfettamente acconciati si concesse una rotazione di occhi verso il cielo e poi cominciò a camminare verso la sala da tè del castello. Ci prese tutti alla sprovvista, tanto che ci scambiammo occhiate scettiche fra di noi. Quel lato di mia nonna mi intrigava, certo, ma allo stesso tempo mi dava la sensazione che lei sapesse cose di cui noi non avevamo coscienza e che presto avrebbe rivelato, lasciandoci scioccati. Non sapevo se fossi realmente pronta ad avere altre notizie di portata micidiale, ma visto che ero in ballo, ormai dovevo ballare. Sia io che la mamma ed Ettore la seguimmo. Si mise a sedere su una delle sedie intarsiate con motivi floreali, finemente ricoperti con foglie d'oro, e accavallò le gambe. Poi alzò la testa e ci fece cenno di fare come lei aveva appena fatto. Spostammo le altre sedie e, indugiando non poco, ci mettemmo al nostro posto. La donna chiuse la mani sotto al suo mento e calò leggermente le palpebre. -Ho fatto chiamare Lorenzo. Lo aspetteremo qui, fino a che non sarà al tavolo con noi non vi dirò niente.-
Mia madre sbuffò. -Oh, ma dai! Cos'è questa pagliacciata? Cosa mai sarà questa Confraternita, ammesso che ne esista una.-
-Io ne ho sentito parlare dalla Regina, quando stavo alla reggia con lei.- Mia nonna annuì lentamente alle parole di Ettore. -Per ora tienitelo per te, dobbiamo aspettare il Re.-
Strinsi le labbra e infilai le mani tra le gambe, per cercare di calmare quell'agitazione che non mi impediva di farle tremare.
Tutto d'un tratto si spalancò la porta. I pesanti stivali da guerriero neri fecero la loro plateale entrata. Immediatamente percepii puzza di polvere da sparo e strizzai il naso. Il ragazzo ci raggiunse con poche falcate e, con fare arrogante, si mise a sedere su una delle sedie, ponendosi a cavalcioni su di essa. Non mi guardò nel viso, mentre io gli avevo già lanciato troppe occhiatine. Aveva quei capelli riccioluti così scomposti e così sexy che era quasi impossibile non guardarlo. Ettore mi tirò un calcio sullo stinco e mi fece sussultare. Lo guardai con gli occhi strabuzzati e lui mi accennò un breve sorriso.
-Bene, adesso che siete tutti qui vi comunico già che dovrà restare tra di noi. Alla Confraternita non piace chi parla di loro e fanno pagare caro il prezzo del non rispetto.-
Mi accigliai, scossa. Lorenzo spalancò la bocca per asciugarsi le labbra umide e poi fece una smorfia di disgusto. -Mi avete fatto venire di corsa per la Confraternita?-
-La conosci?- Mi protesi in avanti. Lui non incrociò il mio sguardo. -L'ho sentita rammentare qualche volta tra i soldati, ma non so nemmeno se esista.-
La nonna sbuffò. -Certo che sei incredibile. Il Re meno Re della storia.-
Lorenzo sorrise leggermente, sentendosi quasi lusingato da quelle parole. La mamma fece per alzare la mano, ma la nonna la bloccò. -Dunque dovete farmi parlare. È una questione seria e se non ci sbrighiamo, rischiamo di trovare sul tavolo una delle nostre teste.-
La mamma trasalì a quelle parole ed io mi strinsi, impercettibilmente, ad Ettore, senza nemmeno rendermene conto. Mi accorsi di quella mia vicinanza soltanto perché fu l'unica volta in cui Lorenzo mi guardò. Il cuore saltò un battito e il mio stomaco si riempì di farfalle. Avrei voluto soltanto saltargli addosso, ma sinceramente non sapevo se dovevo essere arrabbiata o meno con lui. Era così difficile decifrarlo sul serio. Non mi guardava mai, spendeva poche parole per me e sempre e solo enigmatiche.
-La Confraternita della Giustizia nasce più di duecento anni fa. Ne hanno fatto parte tutti i Re e le Regine, uomini e donne di corte e qualsiasi persona si fosse distinta nel Reame in qualche modo. Tuo marito, tesoro, ne faceva parte. Io ne facevo parte.-
Strabuzzai gli occhi e contemporaneamente tappai la mia bocca con la mano. Mia madre ebbe quasi un mancamento, ma fece finta di non essere sorpresa. Era dura scoprire cose che non sapevi, relative all'uomo che aveva effettivamente sposato. Mi si strinse il cuore nel vederla, ma poi pensai a come anche io fossi stata completamente all'oscuro di quella parte di vita di mio padre. Sì, lui aveva viaggiato molto nella sua esistenza e non c'era quasi mai stato a casa, era stato probabilmente facile per lui nascondere qualsiasi cosa. Tuttavia la parte del discorso di mia nonna che ci stupì di più fu l'ultima. Anche lei aveva fatto parte di questa fantomatica Confraternita.
-Ma mamma...-
-Aspetta, figlia mia. Non posso raccontarvi l'intera storia che c'è sotto a questa Confraternita, ci metteremmo troppo tempo.- Fece un sospiro. -Vi dico soltanto che è nata per portare giustizia laddove non c'è , secondo il loro "credo".-
Tossicchiai. -Quindi tu non ne fai più parte?-
Lei scosse la testa. -La lasciai tanto tempo fa, stava iniziando a diventare troppo rigida e poco ragionevole. Avevano idee strane in testa e adesso ho le prove che avevo ragione.- Batté il pugno sul tavolo.
-Perché non l'hai denunciata al Tribunale di Giustizia?-
Mia nonna scoppiò a ridere, amareggiata. -Perché ne fanno quasi tutti parte.- Alzò le spalle. -Anche il tuo vecchio amato Marcus. Per questo io non approvavo la vostra relazione, sapevo chi era.-
Lorenzo si accigliò, per poi sbilancarsi dalla sedia. -Tutto molto interessante, ma cosa c'entra con noi?-
-Dietro a queste morti insensate c'è la loro mano. Probabilmente a loro non è piaciuta la tua ascesa al potere e il fatto che non siano state rispettate le prove per l'assegnazione della corona.-
La mia mente azionò le rotelle. -Oppure vogliono che al potere ci stia uno dei loro.-
Alzai lo sguardo su Lorenzo, mentre pronunciai quelle parole. Gli trasmisi tutta la mia paura. -Stanno arrivando a te piano piano.-
La nonna chiuse la labbra in una sottile linea ed annuì, chiudendo gli occhi. -Prima rispondevano al vecchio Re, poi ci deve essere stata una rivoluzione interna alla Confraternita e il potere l'ha preso qualcun altro.-
Lorenzo deglutì. -Quindi vuol dire che anche più di mezzo esercito è contro di noi?-
La donna annuì nuovamente. Poi sollevò lo sguardo verso il soffitto, pensierosa. -Forse so anche chi sta dietro a tutto questo.-
La mamma scattò in piedi, in un moto d'impeto. -Dillo!- Le vene del suo collo si erano gonfiate in maniera quasi preoccupante e il tono della sua voce tradiva la sua paura, quasi glaciale. -Marcus.-
La bile si bloccò in gola e lo stomaco si attorcigliò in tutte le sue budella. Buttai giù la saliva come se questa fosse stata fango e acqua sporca. I miei occhi si proiettarono immediatamente verso quelli di Lorenzo, che aveva lo sguardo fisso su mia madre. Allora seguii ciò che stava osservando con attenzione e mi resi conto che mia madre era completamente sbiancata, la sua pelle aveva assunto quel colorino bianchiccio e verde, tipico di chi avrebbe vomitato da lì a poco. Allora la presi per un braccio e la spinsi a risedersi, poggiandole, poi, le mani sul grembo.  -Mamma, tutto okay?-
Lei mi guardò, ma fu come non esistessi nemmeno. Le morirono le parole in bocca e quasi scoppiò a piangere. La nonna attirò, però, la nostra attenzione, imprecando ad alta voce. -Cosa hai fatto?- Chiese, rivolta a sua figlia. Mia madre cominciò a balbettare varie parole confuse, senza darci un significato. Non seppi perché, ma una strana sensazione si impadronì del mio corpo. Il cuore iniziò a battere fortissimo e le mani a sudarmi. Improvvisamente Lorenzo si alzò e scattò di lato. Si lanciò letteralmente verso di me e mi prese per un polso, obbligandomi ad alzarmi a mia volta. Lo guardai, confusa e tentai di avere spiegazioni, ma non fu facile.
-Quanto tempo?-
-Poco.-
Quelle brevi battute tra mia nonna e Lorenzo mi fecero capire che c'era qualcosa che non andava. Tanto per cambiare. Ettore si affiancò a noi e ci disse di fare piano. -Meglio se le guardie in giardino non si accorgono della nostra fuga.-
Mi voltai indietro e vidi mia madre e mia nonna venirci dietro a passo svelto. Camminammo verso la enorme porta, che dava su una veranda in parquet pregiato, sopra cui erano poggiati meravigliosi vasi ricchi di fiori variopinti. Superammo il piccolo vivaio ed entrammo in un'altra stanza del castello. Fui trascinata per tutto il tempo. Mi rifiutavo di dover scappare per l'ennesima volta, soprattutto perché non ne conoscevo il reale motivo. -Qualcuno mi dice cosa sta succedendo?-
Lorenzo mise due dita sulle mie labbra, zittendomi. In quel preciso istante il nostro sguardo si incontrò e tutto intorno a noi sembrò fermarsi. Le sue iridi azzurre penetrarono nelle mie, scavando e demolendo ogni mia sicurezza. Persi il fiato e lui abbassò leggermente le sopracciglia, come se fosse stato preso da un moto di compassione per me. Mi nutrii di quelle emozioni, ma poi tutto svanì. -Cercate di informarvi il più possibile su Marcus e la sua Confraternita. Ci salverà la vita trovare il loro punto debole.- Poi la nonna si girò verso Lorenzo. -Loro conoscono bene i nostri.- Con la testa accennò a me, guardando sempre il ragazzo dai capelli corvini. Lui annuì impercettibilmente e mi strinse a sé ancora di più, forse senza nemmeno rendersene conto.

Eppure fuggo                       •A royal love story•Where stories live. Discover now