UNEXPECTED (seconda parte)

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Quella fu la notte peggiore per tutti e due.
Lui stava troppo male e lei era troppo debole per aiutarlo.
Si svegliava quasi ogni ora urlando e piangendo frasi che Evie non riusciva a comprendere, pensó che probabilmente centravano con la sua famiglia o con il suo passato.
Riusciva a calmarlo solo riportandolo a letto, lo faceva sedere vicino a lui e gli teneva la mano, a volte gli dava piccoli baci sulla guancia o sulle labbra, non riusciva a fare altro.
Non volle portarlo all'ospedale, aveva paura che lo avrebbero espulso da scuola, o cacciato di casa.
E non era il momento di causargli altri problemi.

Passò due giorni nel letto, la madre era partita per un viaggio di lavoro per due settimane e aveva portato con se la sorella di Calum, aveva chiesto a Evie di restare a casa loro per non lasciarlo da solo, mentre la madre di Evie seppe per la prima volta tutta la verità e quindi le permise di stare con lui.

Dopo la fine del primo giorno in cui Calum era rimasto a letto iniziò a stare molto meglio, apprezzava il fatto che Evie fosse rimasta lì con lui per aiutarlo, ma non poteva dimenticarsi quello che gli aveva fatto. Non era arrabbiato con lei, era solo deluso, le aveva dato tutto, pensava che lo amasse veramente.
Che infondo era vero, solo che non ci credeva più.

Evie sapeva che lui aveva perso la fiducia nei suo confronti ed era pronta a lottare per riottenerla.

Alla fine del secondo giorno Calum iniziò a parlarle seriamente, ormai era diventato cosciente delle sue parole, voleva semplicemente dei chiarimenti.
Dei chiarimenti su quello che sta succedendo, dei chiarimenti su di loro.

Lei era in cucina al piano di sotto, stava preparando la cena, non sentì Calum scendere le scale ed entrare in cucina, era troppo concentrata sulla pentola davanti a lei.

-Evie cosa sta succedendo?- Evie si girò velocemente guardando Calum dall'altra parte della cucina.

-Cal, sto preparando la cena.- fece un piccolo sorriso.

-No Evie, cosa sta succedendo tra di noi, cosa siamo?- Evie abbassò lo sguardo mentre Calum continuava a guardarla, i suoi occhi iniziarono a diventare lucidi, in quella stanza c'era solo silenzio.

-Io,- Evie iniziò a singhiozzare -io non lo so.- alzò la testa e vide gli occhi di Calum pieni di lacrime.

-Evie io ti amo, ho donato a te tutti i secondi della mia vita vissuta insieme a te, e so che sono troppo sdolcinato e a te infondo non piacciano queste cose, ma io non posso stare senza di te. Tu mi hai reso una persona diversa e onestamente non so se essertene grato o no. So solo che tutto il tempo in cui sono stato con te non è stato tempo sprecato.-

Calum non aveva mai pianto così tanto. E nemmeno lei, stava piangendo rumorosamente, troppo rumorosamente. Si sentivano singhiozzi, ogni tanto tossiva.
Non riuscì a parlare, ma Calum capì.
Si avvicinò a lei e la strinse al suo petto. Le lacrime silenziose di Calum bagnavano i capelli biondi della ragazza e le lacrime rumorose di Evie bagnavano la maglietta del ragazzo.

Quel pianti non erano di tristezza o di felicità, erano semplici pianti di uno sfogo tenuto dentro troppo tempo. Erano pianti di rincontro.
Perché infondo erano rimasti staccati troppo a lungo e finalmente erano ritornati insieme.

E niente era meglio di tutto quello.

Good Or Bad || Calum HoodWhere stories live. Discover now