Capitolo 22

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Cameron
Ero sdraiato sul letto, in camera mia, a deprimermi da solo, in pratica. Ogni volta che in casa calava il silenzio pensavo istintivamente a Liam, alla sua risatina bizzarra e adorabile, al modo in cui canticchiava, anche senza musica in sottofondo, e quella sera non avevo fatto eccezione. Ormai i miei pensieri finivano sempre per trovare un collegamento con lui, ma era peggio quando tornavo a casa dopo il lavoro, troppo stanco per cercare di concentrarmi su qualcosa che non lo riguardasse. Per rendermi le cose ancora più difficili, quindi, da un po' di settimane, ogni sera avevo iniziato ad ascoltare tutte le canzoni che mi aveva mandato, quelle di cui avevo ignorato l'importanza. I primi giorni non avevo fatto altro che piangere come un bambino, ma ora mi sentivo semplicemente triste e in colpa... e solo. Almeno avevo smesso di piangere... anche se qualche lacrima mi scappava lo stesso, a seconda della canzone. Alcune erano veramente meravigliose, fin troppo. Come avevo fatto a non capire quanto fossero importanti per lui?! Continuavo ad immaginarmelo mentre ascoltava attentamente le parole di una determinata canzone e pensava "sì, questa parla proprio di quello che provo per Cam...", e poi lui che me la mandava con un sorriso dolce e nervoso sul volto. Per quello mi sentivo ancora in colpa, tra le altre cose.
Ad un tratto iniziò a squillarmi il telefono. Sussultai, spalancando improvvisamente le palpebre, voltandomi verso il telefono. Era Dom.
Mi schiarii la voce, stropicciandomi gli occhi.
-Ciao, Dom.-
-Hey. Che dici? Com'è andata al lavoro?-
-Tutto bene, le solite cose. Tu? Che dici?-
-Sto andando a prendere Melody. Facciamo un giro e poi rimango a dormire da lei.-
Alzai entrambe le sopracciglia.
-Suppongo che siate solo voi due in casa...-
Si mise a ridere come se avesse fatto uno scherzo a qualcuno.
-Sì, lo ammetto.-
Mi misi a ridere, poi ci fu silenzio per qualche secondo.
-Senti, non voglio infierire, ma... stavi piangendo?- chiese poi, con tono più dolce.
Spalancai un po' gli occhi.
-Perchè?-
-Lo sento che hai la voce strana, non sono scemo.-
Non risposi, limitandomi a guardare il soffitto e a torturarmi le pellicine.
-Stavi pensando a Liam?- chiese, sospirando.
-Che hai da sospirare? Lo sai già, tanto...-
-Sospiro perchè dovresti darti una mossa, cazzo! Sono carino quanto vuoi, ma anche io ho un limite! Sono più di due mesi che stai così, e non hai neanche provato a cercarlo almeno una volta...-
-Te l'ho già spiegato, devo... devo prima sistemare delle cose mie, diciamo... Altrimenti quando lo vedrò non sarò cambiato per niente e torneremo al punto di partenza.-
-E come fai a sapere che lui sarebbe disposto a fare lo stesso per tronare a stare con te?-
Mi venne istintivo sorridere.
-Ovviamente non ne ho la certezza, ma non mi importa. Per lui ne vale comunque la pena...- dissi, senza neanche il bisogno di pensarci.
Rimase in silenzio per un secondo.
-Ne sei sicuro?-
Sorrisi di nuovo, ma stavolta perchè ero felice che il mio migliore amico si stesse preoccupando per me.
-Sì. Lui non è come Jacob, e io non sono più lo stesso di anni fa.-
-Però Liam ti ha fatto soffrire comunque...-
-Ci siamo fatti male a vicenda, te l'ho detto, Dom. Non devi preoccuparti per me, sul serio. Non ancora, almeno.- risposi, ridendo nervosamente.
-Che vuol dire?- chiese, con fare divertito.
Impiegai un po' a rispondere.
-Pensa se non ne volesse più sapere niente di me. O se fosse ancora troppo arrabbiato per riuscire a perdonarmi. In quel caso sì che dovresti preoccuparti per me. Cazzo, non ci voglio neanche pensare.- dissi, coprendomi il viso con una mano.
Si mise a ridere, con mia grande sorpresa.
-Se è ancora il Liam che ho conosciuto, quello si scioglierà appena ti avrà rivisto... Non credo riuscirebbe a rimanere arrabbiato per molto, specialmente dopo tutto il tempo che state passando separati...-
Mi venne da sorridere, poi risi, sperando con tutto il cuore che avesse ragione.
-E delle cose che devi sistemare, invece, che mi dici?- chiese poi, più serio.
Cominciai a giocare distrattamente con l'angolo della federa del cuscino.
-Sabato prossimo andrò in officina... da mio padre.-
-Scusa, Cam, ma... perchè la prossima settimana? Non puoi andarci domani? Non devi lavorare domani, no?-
-No, però... ho bisogno di un po' di tempo per prepararmi...-
-Sono tre anni che ti prepari, testa di cazzo! Devo venire lì a prenderti a calci in culo?!-
-Che cazzo ti urli?!-
-Sì che urlo! Vai da tuo padre e levati questo peso di dosso, cazzo!-
Alzai gli occhi al cielo.
-Hai capito?! Che vuoi fare, eh?! Aspettare di arrivare a sessant'anni, sempre se ci arriverai?!- insistette.
-Sì, sì, ho capito, sì! Domani ci vado e lo affronto, okay?! Ma smettila di insultarmi! Testa di cazzo ci sarai!-
Ci fu un attimo di silenzio, poi scoppiammo a ridere entrambi.
Ne avevo bisogno. Sia delle risate che del suo sostegno.
-Mi hai convinto. Domani andrò a parlarci, sempre ammesso che voglia vedermi...- dissi, ridendo di nuovo nervosamente.
-L'importante è provare, dai, sta' tranquillo. Hai bisogno di parlare un po'?-
Sorrisi di nuovo.
-No, tranquillo, sto bene. Va' da Melody e divertitevi, in tutti i sensi.-
Si mise a ridere.
-Okay, ma se hai bisogno di qualcosa fammi sapere. E soprattutto, fammi sapere come va.-
-Certo.-
-Allora ci sentiamo domani.-
-Sì. Ah, Dom, non succederà, ma se dovessi parlare con Robert, non dirgli niente. A seconda di come andrà, deciderò se dirlo anche a lui oppure no.-
-Okay, tranquillo.-
-E grazie, comunque.-
Non disse nulla, ma sapevo che aveva sorriso.
-Ci sentiamo domani, allora, mi raccomando.-
-Ciao, Dom, a domani.-

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