Capitolo 10

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Cameron
Quando entrammo nel locale e capii chi erano i suoi amici, mi trattenni dallo strabuzzare gli occhi. Non sembravano assolutamente dei diciottenni, e per di più ognuno di loro era affascinante in un modo diverso. All'inizio pensai fosse dovuto ai loro make-up, fatti da Mia, ma mi resi subito conto che erano belli di natura, e che tutto quel trucco nero sul viso accentuava solo i colori particolari dei loro occhi. Si erano presentati e mi avevano accolto con degli enormi sorrisi, anche se percepivo chiaramente una grande curiosità nei loro sguardi. Avevano qualcosa in comune con Liam, caratterialmente, lo capii quasi subito, eppure erano ben lontani dall'essere come lui: sfuggente e testardo, riservato e solitamente loquace, gentile e dolce solo con le persone giuste, intelligente e maturo senza risultare pieno di sè, obiettivo e attento ai dettagli, così sensuale anche solo stando fermo. E c'era molto altro ancora. Nessuno era come lui, ormai questo lo avevo capito.
La tensione che avevo sentito all'inizio della cena era sparita nel giro di pochi minuti, e la cosa mi aveva stupito enormemente, visto che di solito ci mettevo parecchio a lasciarmi andare. Forse fu grazie al fatto che Liam si stesse comportando come al solito, senza diventare più freddo, o forse grazie al fatto che i suoi amici fossero così amichevoli e gentili senza essere nè invadenti nè superficiali. La ragazza del gruppo, Mia, era così semplice ed elegante allo stesso tempo sia nei modi di fare che esteticamente. Portava dei jeans neri e un maglioncino chiaro con tanti piccoli teschi disegnati sopra, aveva le punte dei capelli viola e un viso dolcissimo. Mi colpì il fatto che fosse quella meno truccata del gruppo, che non portasse lo smalto sulle unghie e tenesse delle ciocche di capelli dietro le orecchie, ma che indossasse degli accessori appariscenti e quasi brillanti. Parlava un sacco, ma ascoltava con estrema attenzione quello che dicevano gli altri. Samuel, il suo fidanzato, aveva uno sguardo talmente intenso da sembrare cupo, ma appena sorrideva si intravedeva la sua gentilezza. Era simpaticissimo ed estremamente educato. In realtà, già solo il fatto che fosse amico di Aaron, Caleb e Liam nonostante il loro orientamento sessuale lo rendevano un ragazzo eccezionale, ai miei occhi. Aaron era quello che mi aveva salutato e stretto la mano per primo, e quello che mi aveva chiesto subito come stavo. Nonostante fosse stato il più silenzioso del gruppo all'inizio della serata, ogni volta che parlava diceva o qualcosa che ti faceva ridere all'istante, o qualcosa di molto serio e riflessivo. Quando aveva iniziato a parlare di più, mi ero reso conto che non aveva fatto altro che cercare di farmi ambientare nel gruppo, e che sapeva essere profondo e divertente allo stesso tempo. Caleb aveva l'aspetto di un vero e proprio angioletto, anche se il suo sguardo, oltre ad essere molto dolce, era estremamente vigile, a tratti provocatorio. Per qualche motivo mi sembrava il più emotivo del gruppo e il più amichevole, ma dava l'impressione di essere anche riservato e riflessivo.
Impiegai molto poco a capire perchè Liam volesse loro così bene, e perchè io mi fossi trovato così a mio agio: erano un gruppo di introversi, intelligenti e gentili, che diventavano estroversi quando erano insieme, quasi facendo a turno. Non avevano mai parlato male di nessuno, si ascoltavano l'un l'altro senza parlarsi sopra, passavano da argomenti leggeri come il cibo sul menù e i costumi dei bambini nel locale ai fatti di cronaca sentiti al telegiornale, alle origini della festa di halloween e al concetto di spiriti e fantasmi, per poi tornare a parlare di cose divertenti, come aneddoti della scuola o del lavoro. Mi chiesero un sacco di cose, sia sui miei interessi che sul mio lavoro, ma con estrema educazione e senza farmi sentire sotto pressione, e anch'io, preso da una forte curiosità, avevo chiesto loro molte cose, soprattutto su come si fossero conosciuti tutti, su come si fosse evoluto il loro rapporto, sia come amici che come coppie. Liam mi aveva già spiegato parecchie cose su di loro, ma vederli parlare delle loro storie d'amore di persona e di quell'amicizia speciale era tutta un'altra cosa. Mia e Samuel sembravano marito e moglie, avevano una confidenza tra loro a dir poco unica, e davano l'impressione di essere non solo caratterialmente forti, ma indistruttibili, sia come individui che come coppia. Come se niente avesse potuto scalfirli. Si guardavano come se l'altro fosse la cosa più preziosa che avessero al mondo. Aaron e Caleb invece erano la personificazione della dolcezza. Il viso di Aaron si illuminava ogni singola volta che Caleb gli mostrava un sorriso, mentre Caleb arrosiva o addirittura lo guardava con fare sognante. L'impressione che avevo era che entrambi cercassero di nascondere, magari inconsciamente, la loro dolcezza, solo che non ci riuscivano proprio perchè erano insieme, e non potevano contenersi. Aaron aveva un'aria più misteriosa, perciò faceva meno fatica a fingersi distaccato.
Avevo anche capito perchè Liam avesse iniziato a sentirsi insensibile, guardandoli: ti facevano venire voglia di innamorarti, e senza neanche farlo apposta ti rendevano invidioso del loro amore e della loro felicità, per quanto erano belli. Speravo con tutto il cuore che anche io e Liam, un giorno, saremmo finiti per essere come loro.
Liam, seduto accanto a me durante la cena, era stato il ragazzo complicato e indecifrabile che avevo conosciuto, era rimasto se stesso, e non potevo esserne più felice. La mia presenza non l'aveva condizionato per niente, grazie al cielo.

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