Capitolo quindici.

19.5K 798 125
                                    

Fuori aveva smesso di piovere.

Dopo una mattina intera, la pioggia aveva cessato di cadere.

Aveva smesso di piovere e le gocce non sbattevano più sui vetri appannati.

Il silenzio avvolgeva l'intero appartamento, creando un'atmosfera quasi religiosa. L'unico rumore a smorzare quel silenzio era il respiro di Beatrice.

Quest'ultima se ne stava ferma, immobile, dietro la porta d'ingresso.

Perchè anche muovere un solo muscolo sembrava un reato.

Si limitava a tenere lo sguardo basso, sul foglio bianco che Niall aveva fatto passare per la fessura tra la porta e il pavimento e che adesso stava ai suoi piedi.

Beatrice non aveva il coraggio di prenderlo, di guardarlo. Aveva paura che lui fosse ancora lì dietro e aveva il timore che anche solo respirando avrebbe causato sospetti da parte di Niall. Quindi preferiva restare immobile e trattenere il fiato.

Non riusciva a pensare lucidamente. Il pensiero che dietro quella tavola di legno ci fosse Niall, la rendeva così nervosa. Si sentiva come una dodicenne alla sua prima cotta.

Dio, Niall era venuto a cercarla a casa sua. Non poteva crederci. Insomma, era del tutto impossibile. Completamente surreale.

Allora qualcosa di lei gli importava.

Quando fu sicura che Niall se ne fosse andato, prese un respiro profondo. Ascoltò i passi del ragazzo scendere pesanti lungo le scale e il portone del condominio sbattere violentemente rimbombando nel silenzio della scala.

Di conseguenza, Beatrice si lasciò andare in un sospiro esasperato, prima di sentire il respiro più veloce, come a volerle fare una ripicca per aver trattenuto il fiato per tutto quel tempo.

Il cuore le mancò uno o due battiti quando gli occhi si fissarono sul pezzo di carta ai suoi piedi.

Con le mani tremanti, si piegò e lo afferrò. Una faccia del foglio riportava la pubblicità di un bar poco famoso lì a Londra. Dall'altro lato una parola incombeva a grandi caratteri e riempiva lo spazio bianco:

"Perchè?"

Beatrice lesse ad alta voce.

Aveva persino dimenticato come si respirava, troppo presa ad elaborare quelle parole nel suo cervello.

Beatrice aggrottò le sopracciglia e assottigliò lo sguardo.

Pressò le labbra una contro l'altra, rileggendo più volte quella domanda.

Quando allontanò il foglio bianco dalla sua visuale, stendendo il braccio lungo il fianco, cercò di regolarizzare il suo respiro e prese a fissare la porta, dietro la quale qualche minuto prima stava ancora Niall.

Un dubbio cominciò a nascerle nella testa.

Stava facendo la cosa giusta?

Continuò a pensarci per tutta la sera. Questi pensieri le attanagliavano la mente e facevano in modo che lei non trovasse pace.

Quella notte dormì veramente poco.

Aveva passato la maggior parte della sera a leggere e guardare vecchi telefilm in televisione, mentre la luna saliva in cielo e diventava quasi l'unica fonte di luce nelle strade. Forse perchè credeva che così avrebbe potuto distrarsi un poco.

Poi si era addormentata. Così. Senza nemmeno accorgersene. Era caduta improvvisamente nel sonno, ormai troppo stanca per tenere gli occhi aperti.

La mattina seguente si era svegliata alle sette. Tutta colpa della sveglia che aveva dimenticato di disattivare.

Responsibility || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora