Hai impegni lunedì 24?

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Salve a tutti!
Sono nuova di qui ed è la prima volta che pubblico qua su WattPad. Quindi se ho fatto casini è tutta colpa mia.

Questa è la prima fic che ho scritto, è stata pubblicata (non qua) la prima volta il 24/12/2020. In giro la troverete come One-Shot, qua ho deciso di dividerla in più capitoli perché, dopo aver provato a pubblicarla intera, ho notato che non è agevole da leggere.

Mi spiace per il disagio, davvero, sto cercando di capire come funziona il più velocemente possibile!

Questa storia è ambientata dopo la partita con gli Adlers, considerando che la V. League inizia tipo a ottobre e si protrae fino a marzo, quindi decisamente prima delle olimpiadi.

La data è domenica 02/12/2018.

Che dire? Spero vi divertiate a leggerla come io mi sono divertita a scriverla, ci sono un po 'di licenze poetiche su qualche personaggio ma ho fatto di tutto per cercare di non andare OOC. Non ce l'ho fatta, ovviamente, è un po' impossibile ma spero apprezziate lo sforzo.

Buona lettura!



Hai impegni lunedì 24?

Sapeva che, ad un certo punto, avrebbe pagato per tutto quello che aveva fatto di sbagliato nella sua vita.

Era il rovescio della medaglia, pensò costernato. Potevano passare solo un certo numero di giorni discretamente positivi prima che il karma arrivasse a mordergli il culo. O il bilancio delle parti. Qualsiasi cosa.

Non pensava di meritarselo.

Non aveva fatto niente di troppo cattivo per meritarselo.

(Komori avrebbe dissentito con veemenza. Komori era uno sporco bugiardo e non faceva testo.)

Non aveva mai copiato un compito, mai , neanche quando la squadra di Itachiyama entrava nel mood schizzato stagionale e allenatore e capitano spingevano per allenarsi, allenarsi e allenarsi ancora, come se per campare avessero dovuto respirare sudore e dolore, e tornava a casa la sera senza ricordarsi come era riuscito a raggiungere il portone di ingresso. Ricordava ancora i pianti isterici dei primi anni, gli occhi spiritati di Iizuna-san e Motoya che scappava via con la scusa della pausa pipì.

Naturalmente lo studio veniva trascinato fino a notte fonda, una speranza di riuscire a riuscire a stare con gli occhi aperti abbastanza tempo da permettergli di continuare a portare avanti il ​​suo rendimento perfetto. Troppe volte era finita con lui che crollava abbracciato alla lampada da tavolo.

Non aveva mai mandato affanculo quel pazzoide dell'allenatore del Waseda, ed era una cosa che tutti i suoi ex compagni di squadra avevano fatto prima di laurearsi, una sorta di rito di passaggio con medaglia di partecipazione annessa.

Lui non la voleva quella fottuta medaglia, grazie tante.

Aveva dato indicazioni giuste ai turisti, aveva aiutato vecchietti ad attraversare la strada e a disinfettarsi nel frattempo, aveva portato una quantità francamente imbarazzante di cuccioli trovatelli prima a casa sua, poi in rifugi sicuri una volta che i suoi genitori si erano premurati di schiacciare i suoi sogni di bambino di crescere con un cane come compagno di vita.

Non aveva mai ucciso nessuno. Sì, ci aveva pensato . A onor del vero ci aveva anche provato ma la scoperta che, per quanto forte, la sua schiacciata non avrebbe portato all'obitorio nessuno lo riempiva ogni giorno di delusione. Forse mirava in punti sbagliati. Sicuro Wakatoshi ci sarebbe riuscito, ma lui era un'anima pura ed era certo che non lo avrebbe neanche preso in considerazione.

Hai impegni lunedì 24?Where stories live. Discover now