III

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Seriamente, qual era il loro problema?

"Qual è il vostro problema?" Chiese ringhiando ai suoi compagni. Erano finalmente riusciti ad entrare nello spogliatoio alla fine dell'allenamento (Omi-kun era corso sotto le docce mentre lui ancora si accompagnava ad Hinata per il defaticamento, non si vedeva da nessuna parte.) e, nonostante vari iniziali livelli di nudità, era l'ora di affrontarli.

"Chi è che ha un problema?" Domandò Meian, i sensi da capitano attivi.

"Atsumu." Rispose Inunaki, scavando nel suo borsone.

"Col cazzo! Tu hai un problema!" Puntò un dito verso il libero. Poi, ripensandoci, puntò il dito verso ognuno di loro. "Tutti voi avete un problema!"

"Io sto benissimo." Barnes lo guardava curioso.

Atsumu lo valutò, occhieggiando i suoi pettorali. "Ok, tu non hai un problema." Ammise. "Mi sta bene."

"A me fa male la spalla!" Avvisò Goro, muovendo il braccio con una smorfia. Effettivamente lo spiker di riserva si era allenato con Hinata e Hinata aveva l'energia di un bambino sotto anfetamine, quindi sì, poteva fargli male la spalla.

"Fila in infermeria." Sibilò Meian. "Gente, non devo dirvelo io. Se vi fa male qualcosa andate in infermeria, dal preparatore atletico, ovunque ma cazzo, fatevi curare." Dal tono, sembrava lo intendesse in più di un modo.

Goro si mise la giacca e uscì dallo spogliatoio. "C'è qualcun altro?" Ringhiò il capitano, guardandosi in giro.

Un coro di "Nooooo" riempì la stanza, come in una classe di asilo. Meian sembrò soddisfatto. "Quindi non c'è nessun problema." Sentenziò, guardando Miya.

"C'è un problema invece!" Atsumu si arrabbiò ancora di più. "Grosso come Ushiwaka!"

Shion cominciò a ridere. "Dio Tsumu, solo tu riesci a ficcare in mezzo a una frase discutibile la cotta della tua cotta!"

"Vaffanculo! Non è la sua cotta!" Sbraitò. "Vuole solo distruggerlo!"

Capì di aver sbagliato totalmente scelta di parole quando anche Adriah, il dolce, coccoloso Adriah, scoppiò a sghignazzare. E forse aveva appena ammesso qualcosa che non era pronto a far sapere a loro. Non era giusto.

"E non è la mia cotta!" Cercò di recuperare.

Si rese conto di aver peggiorato la situazione quando anche Hinata cominciò ad iperventilare. Stronzi, tutti quanti.

"Atsumu, non devi mentire." Ridacchiò Meian. "Abbiamo già un programma in atto nel caso in cui ..." Si bloccò, non riuscendo a finire.

"... Qualcuno vi becca a farlo come animali." Cinguettò Inunaki. "Qualcuno non della squadra, eh, gente sensibile e potenzialmente distruttiva."

"Parla per te, voglio la terapia pagata se succede davvero." Disse Barnes scuotendo la testa e facendo ridere Hinata.

"È più un quando che un se." Se ne uscì Tomas, lasciando sgomento Atsumu.

"Shion, che cazzo insegni a Adriah-san?" Domandò, la bocca aperta per lo shock. "Non parlava neanche giapponese qualche tempo fa e adesso ne sa abbastanza per prendermi per il culo?"

"Miya, chiunque riuscirebbe a trovare le parole per prenderti per il culo, in qualunque lingua." Ovviamente Sakusa doveva uscire in quel momento, accappatoio addosso e asciugamano a strofinare i ricci, la pelle cotta dalla temperatura elevata e la bocca rosso scuro.

Una visione, davvero, ma si trovava ad essere troppo disperato per godersela: Omi aveva sicuramente sentito tutto. Voleva introdursi con calma e invece no, la squadra l'aveva preceduto con la delicatezza di un panzer corazzato. Aveva passato intere settimane a mettere a punto il suo piano perfetto ed ora era andato tutto ...

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