Horace Lumacorno

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"Mi sei mancata, tesoro"

Harry Potter russava forte. Era rimasto per quasi quattro ore seduto su una sedia vicino alla finestra di camera sua, a fissare la strada sempre più avvolta nel buio, e infine si era addormentato con una guancia schiacciata contro il vetro freddo, gli occhiali storti e la bocca spalancata. L'alone nebuloso lasciato dal suo respiro sulla finestra scintillava al bagliore aranciato del lampione, e la luce artificiale privava il suo volto di ogni colore, dandogli un'aria spettrale sotto il ciuffo ribelle di capelli neri.
La stanza era disseminata di vari oggetti e di una certa quantità di rifiuti. Piume di civetta, torsoli di mela e carte di caramella ingombravano il pavimento, parecchi libri d'incantesimi giacevano alla rinfusa tra le divise aggrovigliate sul suo letto e una catasta disordinata di giornali si levava in una pozza di luce sulla sua scrivania.

Harry grugnì nel sonno e il suo viso scivolò di qualche centimetro lungo il vetro, inclinandogli ancora di più gli occhiali, ma lui non si destò. Una sveglia che aveva riparato parecchi anni prima ticchettava sonora sul davanzale, indicando le undici meno un minuto. Accanto alla sveglia, fermo sotto la sua mano abbandonata, c'era un foglio di pergamena coperto da una grafìa sottile e obliqua. Harry aveva letto quella lettera tante volte da quando era arrivata tre giorni prima che, sebbene alla consegna fosse arrotolata in un cilindro ben stretto, ormai era decisamente piatta.

"Caro Harry,
Se per te va bene, sarò al numero quattro di Privet Drive questo venerdì alle undici di sera per accompagnarti alla Tana, dove sei stato invitato a trascorrere il resto delle vacanze scolastiche.
Sempre se sei d'accordo, ti sarei molto grato se potessi aiutarmi in una faccenda che vorrei sbrigare prima di arrivare alla Tana. Ti spiegherò meglio di persona.
Per favore, manda la tua risposta con questo gufo. A venerdì, spero.
Un caro saluto,
Albus Silente"

Anche se la sapeva già a memoria, Harry aveva continuato a gettare occhiate a quella missiva a intervalli di pochi minuti fin dalle sette di quella sera, quando aveva preso posizione vicino alla finestra della sua camera, che offriva una vista adeguata di entrambe le estremità di Privet Drive. Sapeva che era inutile continuare a rileggere le parole di Silente; aveva rispedito il suo 'sì' come richiesto, e ormai non poteva far altro che aspettare: o sarebbe venuto, o non sarebbe venuto.

Ma Harry non aveva fatto i bagagli. Sembrava troppo bello per essere vero, venire sottratto dai Dursley dopo soli quindici giorni. Sua madre gli aveva scritto dicendogli che lei e suo padre erano gli unici a sapere del suo arrivo alla Tana. Non riusciva a liberarsi dalla sensazione che qualcosa sarebbe andato storto: la sua risposta a Silente poteva essersi smarrita; Silente poteva avere qualche impedimento e non riuscire a venire; la lettera poteva rivelarsi non opera di Silente, ma un trucco o uno scherzo o una trappola. Harry non era riuscito ad affrontare l'idea di fare i bagagli, per poi restare deluso e dover disfare il baule. L'unica cosa che aveva fatto nell'eventualità di un viaggio era stata chiudere in gabbia la sua civetta, Edvige.

La lancetta dei minuti sulla sveglia raggiunse il numero dodici, e in quel preciso istante il lampione fuori dalla finestra si spense.
Harry si destò al buio improvviso come se la sveglia avesse suonato. Si raddrizzò in fretta gli occhiali, staccò la guancia dal vetro, vi premette invece il naso e socchiuse gli occhi per scrutare il marciapiede. Un'alta figura avvolta in un lungo mantello svolazzante risaliva il vialetto del giardino.
Harry balzò su, quasi avesse ricevuto una scarica elettrica, rovesciò la sedia e cominciò a recuperare dal pavimento tutto ciò che era alla sua portata e a gettarlo dentro il baule. Mentre lanciava una veste, due libri d'incantesimi e un pacchetto di patatine dall'altra parte della stanza, il campanello suonò.
Giù in salotto zio Vernon urlò: "Chi diavolo è a quest'ora di notte?".

Fᴏʀ Mᴇ Yᴏᴜ Aʀᴇ Tʜᴇ Bʀɪɢʜᴛᴇsᴛ Sᴛᴀʀ~ ʜᴀʀʀʏ Jᴀᴍᴇs PᴏᴛᴛᴇʀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora