XXXI

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NOVEMBRE 1996

Quando aprii gli occhi Draco Malfoy mi stava dando le spalle appoggiato al davanzale della finestra. Stava fumando, ma non riuscii davvero a vederlo in faccia. Il fumo denso un volta espirato si aggrovigliava, insidiandosi e facendosi largo tra i capelli dorati del ragazzo. Aveva le spalle contratte e il busto rigido; mostrava una sorta d'indifferenza nelle sue gesta, ma lo conoscevo abbastanza bene per poter dire che era teso. Estremamente teso. Nella mia mente, invece, non sentivo nulla. Era come se si trattasse di un libro dalle pagine completamente bianche, e che in quel momento non ero in grado di trascrivere.  Ma in ogni caso, anche se avevo la testa vuota, questa mi pulsava ugualmente in modo insistente. Mi mossi, tirandomi leggermente su, scoprendo di essere sdraiata supina sul letto dalle coperte candide bianco latte dell'infermeria. Un'odore di medicina mi punse il naso. Non era un posto accogliente. Le pareti erano spoglie e colorate di grigio topo, segnate dalle crepe del tempo che non lasciavano aria neanche alle cose morte. A parte il giovane Malfoy, nessuno si trovava nell'infermeria. I letti erano freddi e vuoti, le coperte tirate su fin sotto al cuscino morbido e rifatte in modo composto. Concentrai lo sguardo sull'unico mazzo di fiori che era posto sul comò alla mia destra. Erano margherite. Tutto quel bianco mi stava facendo agitare. Gemetti quando mi portai seduta, i piedi nudi toccarono il pavimento dalle piastrelle fredde sentendo la temperatura abbassarsi sulla punta delle dita. Le mossi. Se non altro non avevo perso la sensibilità. Non ricordavo cosa fosse successo, né tanto meno quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che la luce mi aveva colpito le pupille. Mi bruciavano. 

Draco buttò la sigaretta dalla finestra, prima di voltarsi verso di me. 

"Y/n" mi richiamò sobbalzando dalla sorpresa quando si rese conto che ero sveglia. Il mio nome pronunciato da lui sembrava sempre così ingenuo, come se fosse sempre stata la prima volta che lo diceva. Y-N.

Non gli risposi. Avevo la gola secca e solo a schiudere le labbra riuscivo a sentire quanto mi bruciasse. Draco si avvicinò a me, sedendosi sul letto affianco. Non mi toccò, né si azzardò ad avvicinarsi troppo. Gliene fui grata.

"come ti senti?" parlò in un sussurro. Gli occhi cristallini piantati nei miei come radici robuste. Silenzio. "sono passati otto giorni da quando ti hanno trovata" esitò prima di proseguire "stavi morendo, a dire il vero forse lo sei stata. Arrivati al quinto giorno pensavamo non ci fosse più nulla da fare. La situazione andava sempre peggio" 

Il fiato mi si spezzò in gola, mentre il corpo fu pervaso dai brividi. I ricordi di Harry Potter e del voto infranto fecero capolino dall'oblio nel quale erano caduti. Sembravano mattoni roventi. 

"no" sussurrai, più a me stessa che a lui. Dovevo essere morta. Mi schiarii la voce. Draco cercò la mia mano pallida, e quando la trovò l'afferrò con discrezione. Mi passò il pollice delicatamente sul dorso. 

"y/n" strinse la presa sulla mia pelle "ho avuto paura di perderti per la seconda volta"

L'anima di Draco era bianca.

Quando riuscii ad alzarmi dal letto, qualche ora dopo, avevo ripercorso tutte le pareti con le dita della mano sinistra, come per rendermi conto che quello che stavo toccando era reale. Mi ero affacciata temeraria sulla soglia della porta, guardando fuori mentre uno strano senso di ansia si stava impadronendo del mio corpo. Le pareti si stringevano e non mi lasciavano respirare. Due passi indietro e mi ritrovai nuovamente nell'infermeria. Richiusi la porta. La prossima volta pensai. Ma la volta dopo fu di nuovo così, se non peggio. Mettevo un piede fuori dalla stanza e mi sembrava come se non riuscissi a muovere altri passi. Nel frattempo le margherite erano appassite. Draco era venuto ogni giorno, sia durante il mio coma sia dopo essermi svegliata. Tutti i giorni mi raccontava dolcemente quello che stava succedendo all'esterno. Le truppe di Voldemort erano giunte al di là della collina, e stavano aspettando il momento giusto per attaccare. Non parlavamo molto di guerra, a dire il vero. Erano più le volte in cui si sdraiava accanto a me e mi passava le dita affusolate tra i capelli, arricciandoli leggermente. Anche il silenzio era rassicurante insieme a lui. A parte il giovane Malfoy, nessuno era venuto a farmi visita. Neanche Mattheo. A volte mi chiedevo se le persone pensavano che fossi morta. Era passato così tanto tempo dall'ultima volta che avevo visto qualcuno al di fuori dell'infermiera e di Draco che sembrava quasi come se avessi perso la capacità di relazionarmi con gli altri. In realtà avevo solo il cuore spezzato e un centinaio di domande senza risposta. Ma Mattheo non era lì. Non è mai venuto, neanche una volta aveva detto Draco. Neanche una volta. Erano passati dodici giorni da quando ero scomparsa dagli occhi di tutti, e Mattheo si era dimenticato di me. Non riuscivo a non pensarci, a lui e a Daphne. 

VIRAGO - Draco Malfoy or Mattheo riddleWhere stories live. Discover now