Capitolo 15

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SPAZIO NARRATRICE: I'm finally baaackk

EREN'S POV

L'espressione nel volto di Armin era indescrivibile. Stavo malissimo e si aggiunse anche un'enorme sensazione di imbarazzo. Ero rannicchiato a terra, con i pantaloni slacciati e senza maglietta. Gli occhi rossi. Levi sì trovava a pochi metri di distanza di me e a terra c'era una cassettiera ribaltata con fogli sparsi ovunque.

- E- Eren..- Pronunciò Armin scioccato.

Poi dopo essersi guardato intorno, come per cercare di dare un senso a quella scena paradossale, chiuse la porta e se andò con l'espressione di chi ha visto un fantasma.

Levi mi stava ignorando completamente. Alzò la cassettiera da solo, aiutandosi con una spalla e iniziò a dividere tutti i fogli per risistemarli.
Io mi alzai da terra e mi richiusi i pantaloni. Rimasi fermo come un palo qualche istante, immobile con le braccia barcollanti, a fissarlo. Sentii ogni pezzo della mia dignità abbandonare il mio corpo e la mia anima.
Aspettai qualche istante, ma lui continuava a comportarsi come se non ci fosse nessun altro in quella stanza, come se non fosse successo nulla.
Così mi voltai e lentamente me ne andai, e Levi non fece assolutamente nulla.

Uscii direttamente dalla Survey Corp e mi sedetti sulle scale dell'entrata principale a fissare la strada.
Presi il telefono per chiamare un taxi.

- Sì pronto..- Dissi.

Poi sentii una mano, da dietro, poggiarsi sulla mia, prendermi il telefono e riattaccare. Era Armin.

- Ti porto io a casa- Disse lui.
Poi si sedette sulle scale vicino a me.

- No Armin, per fav- Fui interrotto.

- Eren, fammi sentire utile per una volta. Te lo chiedo per favore, fammi credere anche solo per una sera di essere un amico utile- Spiegò Armin.

Abbassai lo sguardo.

- Come faccio con Mikasa? - Chiesi portandomi le mani alla testa.

- L'ho portata a casa e le ho detto che ti è venuto mal di pancia perché ti sei ingozzato al buffet- Disse Armin.

- Ah ok..- Pronunciai a bassa voce.

Salimmo sull'auto di Armin. Ci mettemmo entrambi la cintura di sicurezza.

Lui guardava verso l'esterno. Passò qualche minuto ma non mise in moto l'auto.

- Armin.. andiamo a casa?- Chiesi retoricamente.

- Andiamo a casa e poi cosa, Eren? Poi mi ringrazi perché ti ho dato il passaggio? Domani a scuola, ti chiedo come stai e mi dici che va tutto bene, ma hai solo un po' di sonno? Devo fare finta di non avere visto niente quando sono entrato in quella stanza? - Spiegò Armin serio.

Era veramente preoccupato. Come probabilmente nessuno mi aveva mai dimostrato prima.

- Avrei dovuto dirvelo, almeno a Mikasa, almeno a te..- Dissi io.

- No Eren, non hai capito. Non me ne frega niente di chi ti fai. Se hai intenzione di raccontarmelo ti ascolto, ma non è questo che mi interessa- Spiegò Armin.

Ero perplesso. Era stranissimo sentire Armin parlare in quel modo e di certe cose.

- Io spero solo che la situazione che ho visto non sia quello che penso..- Continuò.

Poi lo guardai interrogativo e lui si voltò verso di me.

Lui sì schiarì la voce.
- Lui.., lui ti ha..? - Armin non riusciva a concludere la sua frase, al che riuscii a comprendere a cosa cercava di arrivare.

Fammi quello che vuoi (Ereri/Riren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora