Fuga

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POV HARRY
Non appena fummo di fronte al cancello, le sue sbarre assunsero la forma di un volto
-Motivo della visita?- domandò questo.
-Sono qui per vedere l'Oscuro Signore- fece in risposta Piton, sollevando la manica per mostrare il marchio nero.
Gli occhi del viso si soffermarono qualche secondo sul braccio dell'uomo, dopo di che il cancello si spalancò.
In un attimo percorremmo il viale e ci trovammo di fronte all'enorme porta di mogano che conduceva all'interno dell'abitazione.
La padrona di casa bussò e dopo qualche minuto l'entrata venne aperta, da quello che scoprii essere un' elfa domestica. Passandogli accanto notai che aveva un aspetto famigliare, ma non ci feci troppo caso.
"Non è il momento di futili pensieri" mi ordinai e continuai a seguire il professore e Narcissa che si stavano dirigendo in un'ampia sala da pranzo. Al suo interno vi era un lungo tavolo, a cui era accomodata una ventina di persone, tutte vestite di nero: Mangiamorte.
Piton proseguì, ma la donna si arrestò, voltandosi nella nostra direzione.
-Winky, il tuo lavoro qui è finito. Puoi pure ritirarti-gli ordinò, gentilmente.
Winky quel nome non mi era sconosciuto.
-Winky è uno dei tanti elfi domestici che lavora nelle cucine di Hogwarts, mi chiedo cosa ci faccia al Manor-bisbigliò Hermione, come se mi avesse letto nel pensiero.
L'elfa annuì, facendo un debole inchino, per poi sparire con un pop.
La donna spostò lo sguardo a destra e a sinistra per assicurarsi che nessuno la stesse osservando.
-Ragazzi, siete qua?- sussurrò.
Scostai leggermente il mantello, scoprendo parte del mio corpo, permettendo a Narcissa di parlare con una persona e non con il vuoto.
-Bene, sapete cosa fare- disse. Poi, indicando un punto alla sua destra, continuò -proseguite verso quella direzione. Ad un certo punto vi troverete davanti ad una porta, potrete aprirla con un semplice Alohomora: Draco è tenuto lì dentro. Vi prego di fare attenzione, non voglio che vi succeda nulla di male-
-Non si preoccupi, pensi ad entrare piuttosto. La staranno aspettando- feci, accennando al gruppo di Mangiamorte riuniti poco distanti da noi.
-Va bene. Una volta salvato Draco, salite la scala e girate a sinistra. La mia stanza si trova oltre la seconda porta. Buona fortuna ragazzi- ci spiegò quest'ultimo dettaglio, per poi darci le spalle e raggiungere la sala da pranzo.
-Diamoci una mossa- mormorò Ron, visibilmente agitato.
Seguimmo le indicazioni di Narcissa fino a che non raggiungemmo la porta da lei accennata.
-Aloh.. - fermai la mia amica giusto in tempo perché sentii una voce provenire dall'interno.
Feci cenno ai due ragazzi di avvicinarsi, in questo modo avremmo potuto capire a chi apparteneva la voce. Non appena ebbi accostato l'orecchio un urlo di dolore squarciò il silenzio, facendomi raggelare il sangue, subito dopo una risata soddisfatta.
-È quello che ti meriti per aver infangato il nome di Malfoy diventando un frocio di merda- quella voce, l' avrei riconosciuta ovunque: Lucius Malfoy era all'interno della stanza e stava facendo del male a Draco. A quel pensiero, la rabbia mi pervase a tal punto che iniziai a colpire la porta così forte da scotti armi le nocche.
-Harry! Smettila altrimenti ci farai scoprire!- cercò di farmi ragionare Ron.
-Oh certo la smetto così quel figlio di puttana continua a torturare il mio ragazzo!- esclamai, alzando di poco il tono della voce.
Hermione alzò gli occhi al cielo e, afferrando sia me che Ron per l'orecchio, ci trascinò in una stanza adiacente. Non appena ci fermammo, la ragazza ci guardò contrariata.
-Ragazzi calmatevi non possiamo mandare tutto a rotoli!-
-Ma io ero più che calmo! Era Harry quello impazzito!- borbottò il rosso, massaggiandosi l'orecchio.
-Scusatemi, è solo che non posso accettare il fatto che quell'uomo faccia del male a Draco- mormorai, fissando il pavimento.
-È tutto ok, tranquillo Harry. La prossima volta cerca di contenerti, però, preferirei uscire da qui viva- mi raccomandò la ragazza. Detto ciò si affacciò oltre l'uscita, per ritirarsi un attimo dopo. Si precipitò verso me e Ron, coprendonci con il mantello dell'invisibiltà.
-Non. Una. Parola- sillabò.
Compresi il significato di quelle parole non appena vidi Lucius Malfoy attraversare la soglia. Probabilmente si stava assicurando che non ci fosse nessuno, dati i numerosi colpi che avevo afflitto alla porta.
L'uomo perquisì la stanza con lo sguardo. Trattenni il fiato non appena i suoi occhi si posarono su di me, ma non dovetti preoccuparmi più di tanto perché dopo un'ultima occhiata, girò sui tacchi e se andò.
-Miseriaccia pensavo ci avesse visti!- bisbigliò Ron, fingendo di asciugarsi il sudore dalla fronte.
-Bene ragazzi, andiamo. Prima salviamo Draco, prima siamo fuori di qui- feci, dirigendomi al di fuori della stanza, costringendo i miei amici a seguirmi.
Avvicinammo nuovamente l'orecchio alla porta per assicurarci che questa volta non ci fosse veramente nessuno. Quando non udimmo niente consentiti ad Hermione di sbloccare la serratura.
-Alohomora- bisbigliò, con un tono di voce così basso che a stento riuscii a sentirla.
La serratura scattò, così abbassai la maniglia ed entrai in una stanza buia, rischiarata dalla debole luce del sole che oramai stava tramontando.
Con un colpo di bacchetta rischiarai l'ambiente circostante. Quello che mi si rivelò non era molto diverso da quello che mi ero immaginato: ovunque erano accatastate cianfrusaglie di ogni genere, da antichi mobili ormai usurati dal tempo a provette da pozionista posizionate su di una scrivania simile a quella di Silente. Tuttavia non mi interessava ciò che conteneva quella stanza, o perlomeno m'importava chi fosse al suo interno. Girovagai per la stanza, spostando lo sguardo alla ricerca di Draco e dopo qualche minuto la mia attenzione fu catturata da una figura esile rannicchiata a terra. In un attimo gli fui accanto: mi accovacciai e constatai che quello era proprio il mio ragazzo. Lo analizzai velocemente e ciò che trovai fu una serie di lividi e ferite, alcune molto profonde, inflitte su tutto il corpo.
-Hermione potresti liberarlo da queste?- le chiesi, rivolgendo lo sguardo sulle corde che strattonavano il Serpeverde.
Lei subito mi raggiunse e pronunciò un incantesimo che subito fece sciogliere qualsiasi nodo che era syato formato in precedenza.
Lanciai un'occhiata a Ron e lo vidi a pochi passi da me, immobile che fissava il pavimento.
-Amico perfavore, invece di stare lì impalato potresti controllare che non arrivi nessuno?- gli suggerii, bruscamente. Sì, forse ero stato un po' duro, ma in quel momento la mia attenzione era focalizzata su un'unica cosa o meglio persona.
Osservai il rosso guardarmi sconvolto per un attimo, ma subito dopo si riscosse e andò alla porta.
-H-harry?- un mugolio indistinto, mi riportò alla realtà. Abbassai lo sguardo sul biondo e lo vidi sbattere gli occhi ripetutamente, come per constatare che quello non fosse un sogno.
-Sì, Draco, sono io- sussurrai, trattenendo a stento le lacrime -Stai tranquillo ora sei al sicuro, ti porteremo fuori di qui-
-Ma...come?- chiese confuso, cercando di mettersi in piedi, ma fallendo miseramente.
-Non ora. Per il momento pensiamo ad uscire da qui-dissi, accorrendo a sorreggerlo.
-Ron, la strada è libera?- gli domandai, aiutando Draco a raggiungere la porta. Il ragazzo annuì, perciò, dopo aver coperto tutti e quattro con il mantello, gli feci cenno di uscire e subito dopo lo seguii, con Hermione a chiudere la fila.

Percorremmo i corridoi che conducevano all'atrio in assoluto silenzio, sempre accertandoci che nessuno ci intralciasse il percorso. Per fortuna tutto andò liscio e giungemmo a destinazione senza essere scoperti. Passammo accanto alla sala da pranzo, dove notai Lucius guardare nella nostra direzione, quasi riuscisse a vederci, ma nemmeno un attimo dopo aveva riportato la sua attenzione sul Signore Oscuro.

-Harry tutto bene?- mi domandò Hermione. Annuii debolmente, distogliendo lo sguardo dal Mangiamorte e concentrandomi sulla mia amica.

-Si, tranquilla- la rassicurai. Tuttavia la ragazza, continuò a fissarmi, titubante. Sollevai gli occhi al cielo, sbuffando -Avanti Herm, sto bene! Ora andiamo, ci siamo quasi-

Così riprendemmo il nostro percorso, cominciando a salire i gradini che ci avrebbero condotto nella camera di Narcissa. Arrivati in cima alle scale, seguimmo le indicazioni dateci dalla donna e ci trovammo davanti alla seconda porta. Ron, davanti a me, la spalancò, rivelando una stanza grande quasi quanto il dormitorio di Hogwarts. Un'enorme letto a quattro piazze era collocato al centro, coperto da una sottile coperta di seta color smeraldo. Accanto ad esso una scrivania di mogano con sopra diversi libri rilegati in pelle. La parete destra era completamente occupata da un'ampia libreria con al suo interno volumi di tutte le dimensioni e su qualsiasi argomento. Se ne avessi avuto l'occasione avrei chiesto a Draco di invitarci nuovamente a casa sua: ero sicuro che Hermione avrebbe trascorso tutto il tempo che aveva a disposizione pur di sfogliare per intero quel ben di Dio.

La parete sinistra, invece, era dominata da un alto camino in pietra con accanto un contenitore al cui interno probabilmente si trovava la metropolvere.

-Avanti Ronald, non stare lì impalato, muoviti!- strillò la riccia, pur mantenendo un tono di voce basso. Subito il ragazzo entrò nel camino ed afferrò una manciata di metropolvere

-Hogwarts!- scandì bene le parole, per non ritrovarsi nella situazione in cui ero capitato al secondo anno, dopo di che sparì.

Qualche minuto dopo eravamo rimasti solamente io e Draco. Così lo aiutai ad entrare nel camino, gli misi un po' di polvere nella mano e gli afferrai il viso tra le mani

-Su forza, manca poco e poi sarà tutto finito- lo incitai, guardandolo negli occhi e infondendogli il poco coraggio che ancora possedevo. All'improvviso sentii dei passi provenire da poco lontano così lasciai un ultimo bacio a fiori di labbra e spinsi il ragazzo nel camino, dopo di che pronunciò il nome della scuola e sparì. In men che non si dica entrai nel camino e feci la stessa cosa che poco prima avevano fatto i miei amici.

-Hogwarts!- esclamai e intanto che le fiamme mi avvolgevano vidi distintamente Lucius Malfoy che entrava all'interno della stanza e mi lanciava uno sguardo a dir poco terrificante.

Giunsi sano e salvo nell'ufficio di Silente, sotto lo sguardo sollevato dei miei amici e quello stanco del mio ragazzo. Di una cosa, però, ero certo: non era assolutamente finita lì.

ETERNI NEMICI... FORSE  || DRARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora