capitolo 11: è diventato matto (*)

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"Quanto manca?" Chiesi mentre guardavo fuori dalla macchina con gli occhioni a cuore, come tutte le bambine della mia età.

"Pochissimo"disse mio padre.

"Eccco siamo arrivati" continuò dopo qualche minuto scendendo dalla macchina e prendendomi in braccio.

Avevamo una casa in montagna in cui eravamo soliti andare durante le vacanze di natale, apparteneva alla nostra famiglia da 4 generazioni e presto sarebbe diventata mia, adoravo quella casa, per me rispecchiava l'idea
Della nostra famiglia perfettamente, anche perchè la maggior parte dei ricordi erano qui.
venivamo qui molto spesso per stare tutti insime ed era stupendo.
Si trovava sperduta nel nulla in mezzo a un bosco di pini e quando venivamo era sempre ricoperta dalla neve, era un panorama mozzafiato.
Quell'inverno però il tempo era piu cupo e triste degli altri anni e c'erano un terribile temporale in arrivo.
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Era ormai sera e avevamo messo apposto i bagagli.
Ci trovavamo tutti sul divano a guardare un film con il camino acceso.
Ma Sentimmo un forte tuono e la tv si spense all'improvviso.

Io iniziai a piangere "mamma ho paura" dissi singhiozzando mentre mi accollavo al braccio di mia madre.
"Shh tranquilla teosoro, adesso passa tutto" rispose la donna iniziando ad accarezzarmi i capelli per calmarmi e la cosa -come al solito- funzionò, Mi addormentai tranquilla tra le braccia di mia madre
Ma non potevo minimamente immaginare che quella sarebbe stata l'ultima volta.

"AH!" Mi svegliai di soprassalto con il cuore che batteva a mille e con il fiatone.
"È successo di nuovo..." dissi con poco fiato.

Quando mi calmai Mi alzai dal letto e andai in bagno a sciacquarmi la faccia con acqua fredda come ogni volta.
Guardai l'ora ed erano le 7 così decisi di farmi una doccia con acqua calda per rilassarmi e mi avviai a scuola, con la soliga poca voglia, mi dimenticai anche di prendere il mio muffin per colazione.

"t/n!" sentii una voce chiamarmi, probabilmente lo stava già facendo da un po ma la mia mente era troppo spenta e distratta quella mattina.

"Si?" Risposi assonnata.

"Buongiorno eh" senza sorpresa trovai il signor takeda affacciato al suo piccolo balconcino che mi stava osservando da capo a piedi.

Cielo, ma tra tutte le mattine che ci sono proprio oggi doveva alzarsi a darmi il buongiorno.
Di solito a quest'ora dormiva perchè andava a letto tardi, peggio di un adolescente.

"Oggi sei distratta, tutto bene?" Chiese, e come potevo biasimarlo, ero in ritardo e non stavo correndo, e si sarà sicuramente accorto degli enormi buchi neri che ho sotto gli occhi, comunemente chiamate occhiaie.

"Si ho solo...-" feci per dire qualcosa ma mi fermai, parlare con lui dei miei genitori non era una come un taboo "ho solo fatto tardi ieri sera per la scuola"

"Ah si? Hai un test?"

"Oggi? Credo di no... NO ASPETTA! SI CHE HO UN TEST! O MIO DIO SONO IN RITARDO! MI DISPIACE SIGNOR TAKEDA CI VEDIAMO DOPO SCUOLA ORA SCAPPO!!"

"idiota" disse.
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Arrivai a scuola con un po di ritardo e le gambe a pezzi dalla maratona di 20 km che mi ero fatta alle 8 del mattino, ma anche con qualche minuto di ritardo riuscii a fare il test e quasi tutto bene, -la mia vista non era delle migliori-

Mi beccai anche una ramanzina da present mic per il ritardo e un occhiataccia da parte di tutti, ma facevano bene, avevo i capelli scombinati pieni di foglie e i vestiti tutti sporchi, sembravo uno straccio, perchè con la mia solita fortuna ero riuscita a cadere dentro un cespuglio e successivamente una pozzanghera per evitare di investire una povera anziana che era sbucata dal nulla, odio la mattina.

Because i love you, idiot ||bakugoxreader||OmegaverseWhere stories live. Discover now