IL TUO STALKER, TAE HYUNG

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Jungkook è il mio stalker diceva Taehyung.

Taehyung era un uomo di bell'aspetto. Avvenente.
Viveva in un quartiere amante della quietudine a Seul.
Correva senza posa ad acquistare una tela quando annunziavano un nuovo concorso.
Sì, Taehyung era un pittore.
Un artista e talvolta un pittore dell'ambiente coreano, ma principalmente era un tizio dedito alla pittura. Amava in particolare l'effige del defunto di un pittore di cui mai aveva avuto modo di sentire parlare. Amava quando la drammaticità si concretizzava in una composizione bidimensionale. Amava la pittura su tavola, su tela, a olio o persino quella murale. Amava effigiare alborelle che aveva visto nell'Italia settentrionale.
Insomma, era un artista a trecentosessanta gradi. Carattere cupo, protagonista principale delle novelle, di bell'aspetto, un passato torturato dal dolore alle spalle, un filosofo e un portento.

Era allegro.

E Jungkook era il suo stalker. Anche quest'ultimo dipingeva. Potevano essere rivali? Ma sì.

Siamo rivali e lui è il mio stalker.

Taehyung inoltre diceva: Jungkook mi pedina come un investigatore privato ma non lo fa fisicamente, lo fa con quel suo sguardo che mi pare una cupa voragine. Siamo rivali e trovo piuttosto logico che mi voglia tenere d'occhio ma lui non si pone limiti. Un attimo penso di piacergli, tant'è ossessionato da me, e un altro m'incute timore. Beh, sì. È davvero un bel ragazzo, un poco più giovane di me, e mi ricorda il mio fratellino che abita con la mia famiglia a Daegu. Abita nel mio stesso quartiere da ben due anni e di consueto prendiamo parte ai concorsi d'arte. Lui non sembra essere talentuoso ma, e che cavolo, la vita è così. Lui mi sorride, mi guarda, mi parla come una persona normale ma per me non è normale.

•••

Agosto.

Taehyung si trovava a casa di Jungkook alle quattro e un quarto di pomeriggio.
Questi era andato a trovarlo con l'intenzione di mostrargli il suo dipinto iscritto al concorso ma le cose erano precipitate.

«Cosa credevi, Jungkook? Che tu fossi il mio stalker e io la tua vittimina?» assunse un cipiglio duro, «Credo che qui si siano scambiati i ruoli.»

«Spieghiamo meglio la cosa: tu sei ossessionato da me, io ne sono consapevole ma tu non lo sai. Inoltre, non sei neanche consapevole di quanto io detesti questa tua ossessione verso di me.»

«Non capisco.» affermò Jungkook.

«Odio le persone false, odio quelle che leccano i piedi a qualcuno perché conviene, odio ipocriti e soprattutto odio persone come te. Fingono tanto di essere persone innocenti e creative, passano per normali, negano i fatti quando sono colti sul fatto ma ogni volta li trovi ad ossessionarsi per te. No, tanto chi penserà mai che sono uno stalker? In fin dei conti, la gente è facile da manipolare. Io sono così e ho i miei cani pronti a difendermi a prescindere dalla natura della verità.»

Jungkook sorrise rumorosamente alle parole di Taehyung.

«Odio persone false. Odio ipocriti. A parte che la logica di tutto ciò che stai dicendo vive solo nella tua mente. Non saremmo entrambi falsi? E tu ipocrita, Taehyung?» interloquì questi, «Ciao Jungkook! Come sta andando con il nuovo dipinto? Sono sicuro che verrà bellissimo. Con quale coraggio mi fai la predica quando hai sparato simili puttanate?»

«Oh, avanti. Taehyung! È facile, ammettilo di essere un cazzo di egocentrico e lasciami vincere questa dannata competizione. In fondo, tu non hai possibilità contro di me e lo sai. Tu mi temi, tu temi ogni mia mossa, che io sia anche a livelli inferiori tu temi il mio minimo e fioco progresso. Perché sai che ho le qualità per superarti e andare oltre.» esibì un sorriso tirato.

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