Chiudi gli occhietti adesso

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🔴Pt. 2 di "Condividere la felicità" e "Le stava baciando il cuore".
Quindi, se ancora non li avete letti, vi invito a farlo per capire meglio la storia narrata in questo capitolo🔴

"Ma no, non puoi preferire lo shampoo all'aloe a quello al mango"
"Hai mai sentito l'odore dello shampoo all'aloe?"
"No"
"Ecco, allora muto"
Iniziò così un bisticcio tra i due al supermercato, ad assistere tutto lo scaffale dedicato alla cura dei capelli
"Mamma Lidia preferisce quello al mango, però"
"Mh, te l'ha detto lei?"
"No, ma sono sicuro che a lei piace quello al mango"
"Mamma Lidia, fidati, preferisce quello all'aloe"
Figurati se adesso si dovevano mettere a bisticciare nel supermercato per la scelta del gusto dello shampoo da prendere che andasse bene ad entrambi
"Dobbiamo riniziare la litigata che abbiamo fatto in casetta?"
Disse lui quasi sconsolato
"No, perché QUELLO ALL'ALOE è per tutti i tipi di capelli"
Disse Giulia, evidenziando quella parte della frase per un preciso motivo
"Quello che ti stavo spalmando io cos'era, scusa?"
Disse Sangio, riaprendo la questione di un mesetto prima
"Era balsamo, per ricci, poi"
Lo rimproverò lei, ancora, mentre rideva per l'errore commesso dal ragazzo ormai un pò di tempo prima
"Allora, prima cosa, lo shampoo in quel momento non era proprio il primo dei miei pensieri ed era colpa tua"
Disse lui, giustificandosi, guardandola un pò maliziosamente ripensando a quell'episodio successo in casetta, portandola a mettersi le mani sul viso per il rossore.
Sangio iniziò a sorridere, per poi riprendere la parola poco dopo
"Seconda cosa, come pretendi che vengano questi poi? È quello il segreto"
Continuò lui, indicandosi i ricci definiti
"Ma io non sono riccia, cretino"
Disse lei, continuando a ridere, dandogli un piccolo schiaffetto
"Vabbé, è indifferente. Sono tutti uguali"
Disse Sangio, cercando di cambiare argomento e sviarsela il prima possibile
"No, cambia tantissimo. E poi, se 'sono tutti uguali' a te va bene quello all'aloe, no?"
Disse la ragazza, iniziando a guardarlo con un finto fare angelico dopo aver utilizzato a suo favore ciò che Sangio aveva detto poco prima
"Ok, va bene, hai vinto. Prendi quello all'aloe. Sta diventando testarda la ragazza, eh. Ti lamenti sempre"
Sbuffò lui ironicamente, continuando però a sorridere
"Gnegne"
Canzonò lei, ironicamente, continuando a sorridere, lasciandogli un bacio sulle labbra subito dopo
"Allora... Il pane c'è, la carta igienica anche, schifezze varie pure... Non manca niente. Andiamo a pagare?"
Disse Sangio, dopo qualche minuto, facendo mente locale delle cose da prendere
"Mica abbiamo finito"
Disse Giulia con tono ovvio, meritandosi uno sguardo confuso da parte del ragazzo, che qualche secondo dopo venne sostituito da un'espressione ironicamente senza speranza
"Vuoi prendere i Pan di Stelle?"
Disse lui, ridendo e scuotendo la testa incredulo
"No, stupidito. Cioé, si, quelli sempre"
Disse Giulia, correggendosi immediatamente per la cavolata che aveva appena detto
"E che vuoi prendere?"
Chiese lui, allora, curioso
"Nulla"
Disse lei, meritandosi un altro sguardo interrogativo
"Mi fai fare un giro sul carrello?"
Continuò la ragazza, cambiando da un secondo all'altro espressione e tono di voce, facendo il labbruccio, risultando l'esserino più tenero del mondo a cui sapeva che Sangio non sapeva resistere.
Infatti, come pensava, non ci era voluto molto per convincerlo.
Il labbruccio aveva un potere incredibile
"Non puoi guardarmi così, però. È proprio un colpo basso"
Disse lui, ormai con i manici del carrello in mano, ricordandosi del motivo per cui stava per fare quel che stava per fare
"Ti faccio anche gli occhi alla 'Gatto dagli stivali'?"
Lo minacciò lei, facendogli spalancare gli occhi
"Oh, no"
Disse lui, con tono terrorizzato, ma ironico, iniziando a farla ridere a crepapelle per il fatto che dopo la sua affermazione abbia iniziato a correre con il carrello in mano, con lei dentro.
Giulia iniziò a ridere e non ci misero molto a guadagnarsi l'attenzione dei presenti e anche a far intervenire il personale del supermercato per aver colpito un piccolo stand di assaggini vari
"Siamo davvero... mortificati"
Provò a dire Giulia, trattenendosi incredibilmente, anche se non completamente, dalle risate
"Si, ci dispiace"
Disse Sangio, che provava anche lui a coprire la sua risata mordendosi le guance
"Era una questione di vita o di morte"
Aggiunse Giulia, che era evidente si trovasse sul punto di scoppiare da un momento all'altro, facendo sì che Sangio le desse una pacca sul sedere, come per farle capire di smetterla
"Girare per il supermercato in un carrello urlando 'Fiu, fiu, non ci prenderete mai' era una questione di vita o di morte?"
Disse quell'uomo, abbastanza grande, imitando quello che era uscito dalla bocca di Sangio durante l'atto incriminato.
Istintivamente, si guardarono complici.
Entrambi avevano quasi bisogno di darsi dei pizzichi per trattenersi.
Davvero non ce la facevano più
"Ah, i giovani d'oggi"
Esclamò il responsabile, per poi allontanarsi dai due.
Inutile dire che non appena voltò loro le spalle, scoppiarono.
Come se l'uomo non fosse a qualche metro di distanza e se non riuscisse a sentirli.
Infatti, si girò subito dopo, squadrandoli un pò, facendoli ricomporre all'istante.
La situazione, però, si replicò quando si girò nuovamente per andare chissà dove.
Riuscirono a passarla liscia per quella volta, ma non avevano lasciato loro comprare nulla.
Non appena misero il piede fuori dal supermercato iniziarono di nuovo a sbellicarsi dalle risate
"Amo sentirmi così"
Disse Sangio di punto in bianco, quando ormai c'era silenzio
"Così come?"
Disse Giulia, dopo averlo visto sospirare felice prima di dire quella frase
"Leggero"
Disse lui, tornando finalmente serio, guardandola negli occhi.
Come per comunicare che era proprio quello che desiderava nella vita.
La leggerezza.
La spensieratezza.
Vivere come se non ci fosse un domani.
Il cuore di Giulia sembrò quasi perdere un battito.
"Che bella cosa"
Pensava.
Si stava davvero rendendo conto che forse il cambiamento di Sangio, caratterialmente, non è che non la riguardasse per niente e questo lo faceva rincuorare.
"Anche se ci hanno cacciato dal supermercato?"
Disse lei, tornando seria, ma ironica allo stesso tempo, al che il ragazzo sorrise, portando istintivamente le sue mani sui fianchi di Giulia per attirarla più vicina a sé
"Anche se ci hanno cacciato dal supermercato"
Ripettette lui convinto, continuando a sorridere, pensando alla breve, intensa, ma soprattutto divertente avventura di qualche minuto prima.
Tornarono a casa.
Quella che ormai anche Giulia, nonostante fosse lì soltanto dal giorno precedente, considerava casa.
La sentiva sua.
Era così accogliente.
Le mura color giallo pastello molto chiaro, con alcune striature per dare movimento.
L'incredibile quantità di mobili in legno.
Le vecchie foto della sua famiglia.
Per non parlare di loro, poi.
Si sentiva già parte di quella piccola, ma grande  famiglia e per lei, sentirsi così quasi subito, non era frequente.
Più riguardava quelle foto e più riusciva a scorgere la purezza.
L'amore.
Il rapporto sincero tra i membri.
Era la prima volta che pensava che forse le avrebbe fatto piacere esserci anche lei in quelle foto.
Sapeva che fossero di molti anni prima, ma lei aveva comunque il desiderio di esserci.
Quello delle foto però, non era l'unico dei suoi pensieri.
Purtroppo.
Il giorno dopo sarebbe stato davvero intenso e lei aveva un pò di paura.
Forse era proprio per quel motivo che adesso si trovava lì, in piedi in un salone, di notte e da sola.
O almeno così credeva
"Che fai?"
Una voce roca la risvegliò da quello stato di trance in cui era caduta
"Gio, che paura"
Disse lei, voltandosi, dopo aver notato, per sua fortuna, che si trattasse del riccio.
Non che ci fossero molte altre possibilità.
Era notte fonda.
Quasi le 4.00 del mattino.
E Giulia era in piedi in quella stanza ad ammirare le fotografie di famiglia.
Sangio, invece, stava dormendo beatamente.
Forse era una delle prime volte che gli capitava una cosa del genere da sei mesi a quella parte.
Si era svegliato perché ormai la presenza di Giulia durante la notte era abitudine.
Sarebbe stato strano non averla lì con lui.
È proprio per questo che, anche se dormiva, non gli ci volle molto per rendersi conto dell'assenza della ragazza accanto a lui.
Così, ancora tutto insonnolito, scese le scale, fece qualche passo e se la ritrovò a squadrare ogni centimetro di ogni foto presente nel suo salone.
Come se avesse dovuto impararle a memoria e ripetergliele il giorno dopo
"Non volevo spaventarti. Che ci fai qui?"
Disse lui, con la voce impastata dal sonno, interrompendo i suoi pensieri
"Nulla, avevo un pò sete"
Disse la ragazza, indicando il bicchiere che aveva tra le mani e che aveva ancora qualche goccia al suo interno.
Sangio la guardò come per dire
"Non prendermi in giro, ti conosco"
Al che Giulia, sbuffò leggermente.
Certe volte proprio non sopportava il fatto che lui riuscisse a leggerle dentro.
Visto che la ragazza non ne voleva sapere di muovere un piede, Sangio quasi corse verso la sua direzione per prenderla di forza e caricarla sulla sua spalla a mo di sacco di patate
"Gio, mettimi giù, dai. Sveglieremo tutti"
Sussurrò lei, una volta che il ragazzo stava salendo gli scalini delle scale
"Se non avessi fatto così adesso non saremmo arrivati in camera e tu non ti saresti messa a dormire, vero?"
Disse lui, cercando di farle acconsentire la sua proposta
"Gio, tanto non riesco a dormire"
Confessò lei, dopo che Sangio l'aveva posata delicatamente sul letto, facendola sedere
"Ti va di parlarne?"
Disse lui, cercando di leggerle dentro di nuovo, provando a cercare il suo sguardo, che ormai non ne aveva voluto sapere di alzarsi ed incrociare il suo
"Ma no, non è nulla, è solo che non riesco a dormire"
Provò a dire lei nel modo più convincente possibile.
Peccato che davanti a lei aveva Sangio.
Come poteva mentirgli?
"Ah, piccola bugiarda che non sei altro"
Disse lui, scuotendo un pò la testa, come per sembrare affaticato.
Sangio le diede una piccola spinta sulla spalla destra per farla cadere indietro sulla schiena
"E questo perché?"
Disse lei, iniziando a ridere, dopo che il ragazzo si era letteralmente messo sopra di lei a peso morto, poggiando la testa sul suo petto, impedendo volontariamente loro di incrociare i loro sguardi
"Così sei contenta. Non mi guardi e puoi dirmi la verità, no?"
Confessò lui il suo piano e la ragazza, smise un attimo di ridere.
Per lui era una cosa così bella.
E anche per lei lo era, visto che lo vedeva felice.
Però, era estranea a tutto quel mondo e ne aveva paura.
Le sue paranoie quella sera si erano impossessate nuovamente di lei.
Ma questa volta, l'argomento era totalmente nuovo.
Non avrebbe mai voluto parlare di lei anche per quanto riguardasse quel momento che doveva essere solo suo e di nessun altro.
Perché doveva riempirlo di pensieri negativi il giorno prima di quella straordinaria esperienza che si sarebbe svolta il giorno dopo?
"Gio, non è niente, davvero"
Provò lei a ribadire, senza però riuscire a convincerlo nuovamente
"Non rimani sveglia per caso"
Disse lui, facendo riferimento a tutti i bei, ma anche ai brutti momenti che avevano passato in casetta fino a qualche giorno prima.
La ragazza si maledì di nuovo mentalmente per il fatto di essere così trasparente agli occhi del ragazzo
"Che succede?"
Disse lui, dopo diversi secondi di silenzio, girando la testa per guardarla negli occhi, riuscendo nel suo intento.
Non poteva, proprio non riusciva a mentire a quei profondi occhioni che, con un raggio di luna che illuminava perfettamente proprio quella sua parte del viso, sembravano ancora più luccicanti
"E se domani tutte le persone che ci sono non mi vorranno lì?"
Confessò lei, facendolo diventare un pò confuso
"Loro sono lì per te, chiaramente, ed io ne sono felicissima. Ma se la mia presenza non fosse loro gradita?"
Continuò la ragazza, chiarendo meglio il punto
"Ma che dici, Giu"
Disse lui, non capendo davvero quale fosse il reale problema che la ragazza si stava facendo
"Che ne sai tu? Magari... Non lo so... Forse è meglio se resto a casa"
Disse Giulia, scostando per qualche secondo lo sguardo dal suo, per poi riprendere qualche secondo dopo
"Assolutamente no"
Disse lui, con tono deciso
"Gio, non voglio crearti problemi"
Disse lei, con uno sguardo un pò triste
"Ma che problemi? Tu sei lì per me, no?"
Disse lui e Giulia annuì
"Ecco, avete già una cosa in comune, vedi?"
Continuò Sangio, facendola sorridere
"Ma poi, praticamente, io e te siamo in simbiosi agli occhi di tutti. Non che non lo siamo anche nella vita reale, ma insomma, i nostri nomi sono associati l'uno a l'altro ed è come se ne venisse pronunciato uno solo. Capisci quello che ti sto dicendo?"
Proseguì lui il suo discorso, sotto lo sguardo leggermente interrogativo della ragazza
"Che praticamente ci vedono come una cosa unica. Penso sia molto difficile trovare qualcuno domani che non ti voglia bene, perché se vogliono bene a me, fidati, che ne vogliono anche a te. Penso sia una conseguenza quasi ovvia"
Disse lui, cercando di tranquillizzarla, ma esponendo comunque la verità.
Era certo che se qualcuno si sentisse legato a lui, quasi automaticamente lo era anche a lei.
Era proprio una cosa inevitabile.
Qualcosa che non derivava dal loro rapporto.
Non era perché stavano insieme.
Era una cosa molto più profonda.
In quel percorso, si erano ricuciti le ferite a vicenda.
Proprio per quello, era convinto che se qualcuno si sentisse vicino a lui, se provasse una forma di affetto nei suoi confronti, automaticamente si sarebbe sentito così anche con lei.
Era davvero una cosa inevitabile.
Perché se non ci fosse stato l'altro, non sarebbero stati quello che erano in quel momento ed alle persone, com'erano, piaceva e non poco.
Tanto da diventare quasi degli esempi.
Il fatto che ormai i loro nomi erano associati non gli dava fastidio.
Qualche mese prima sicuramente si.
Ma adesso no.
Non era più il Sangio di qualche mese prima.
"Sangiovanni e Giulia"
"Giulia e Sangiovanni"
Era sempre così.
E quelle volte in cui venivano pronunciati da soli, il nome dell'altro in un modo o nell'altro usciva sempre fuori.
E a lui non dava fastidio.
Perché poteva dire che una parte di lui apparteneva a quella ragazza.
Che una parte di lui era quella ragazza.
E lo sarebbe sempre stata.
Adesso nella sua vita aveva una personcina in più.
Una che, però, per lui valeva come mille.
Una che era orgoglioso di dire essere "la sua ragazza" per la bella persona che era
"Quindi, domani, tu ci vieni eccome all'instore e non solo. Ti faccio affacciare insieme a me"
Disse lui soddisfatto, toccandole con l'indice il naso al "Tu", facendole spalancare gli occhi e prendere la parola subito dopo
"No, no, questo no. Deve essere un momento tuo ed io non voglio impicciarmi"
Ed era vero.
L'ultima cosa che avrebbe voluto fargli era immischiarsi in cose che non la riguardavano, soprattutto se riguardavano lui.
Lui capì immediatamente ciò che la ragazza stava dicendo.
Lo rendeva estremamente felice il fatto che lei ci tenesse così tanto a fargli avere il suo momento, anche se avesse significato non condividerlo al 100% con lei.
Molti se ne sarebbero approfittati.
Ma lei, no, e lui lo sapeva.
Già dal primo istante in cui gli era passata per la mente quell'idea.
Quanto si sentisse piccola in una cosa che forse era più grande di lei era davvero incredibile.
Tanto.
Tanto.
Ma lei era così.
Sapeva che se avesse accettato, Sangio l'avrebbe veramente fatta affacciare davanti a tutta Piazza Duomo insieme a lui.
Lei però, non voleva essere d'intralcio, anche se sapeva che per lui lei non lo era mai.
Voleva soltanto starsene nel suo angoletto, tranquilla e rimanere incantata a guardarlo da lontano fare ciò che più lo rendeva felice
"Grazie"
Sussurrò una piccola Giulia ancora schiacciata dal corpo del ragazzo, che non ne voleva sapere di scendere da lei e che non le pesava minimamente.
Sorrideva.
Sorrideva di cuore.
Come al solito, ormai, si sentiva più tranquilla dopo aver parlato con lui.
Molto più tranquilla.
Sapeva sempre cosa dire in ogni momento e proprio per questo motivo lei le era indecifrabilmente grata
"Sono io che devo ringraziare te"
Disse Sangio, ricambiando il sorriso della ragazza
"Ma, quindi... Proprio non ti vuoi alzare?"
Disse Giulia dopo alcuni secondi di silenzio
"Pensavo di non pesarti"
Disse Sangio, quasi preoccupato di farle del male e di poterla rompere anche soltanto con il peso del suo gracile corpo, sollevando immediatamente il petto per controllare come stesse
"Invece, con tutti i muscoli che ti ritrovi mi pesi tantissimo"
Disse lei, ironicamente, passandosi una mano sulla fronte per fingersi affaticata, iniziando a sorridere, facendogli capire che stava scherzando
"Stronza"
Disse il ragazzo, riaccoccolandosi al suo petto, sorridendo anche lui
"Cretino, lo dicevo per te. Stai scomodo, no?"
Gli disse la ragazza, preoccupata di far dormire bene il ragazzo per la giornata successiva
"Macché scomodo, qui sto una meraviglia"
Disse lui, sistemandosi ancora meglio, con tono entusiasta e con un viso ironicamente angelico, facendo riferimento al fatto di avere la sua testa poggiata sul suo seno
"Che scemo che sei"
Disse lei iniziando a ridere imbarazzata, contagiando anche il ragazzo, dandogli un piccolo schiaffetto sulla schiena coperta dalla maglietta che lui indossava, posandola lì e prendendo ad accarezzargli i ricci subito dopo
"Chiudi gli occhietti adesso"
Disse lui premurosamente, sussurrandole, staccandole, anche se mal volentieri, le mani dalla sua testa e iniziando lui stesso a farle i grattini sul braccio.
Come per infonderle calma.
In quel momento si sentiva in dovere di farla rilassare.
Sentiva come se la ragazza ne avesse bisogno più di lui.
Come se non fosse lui ad avere un instore il giorno successivo
"Vale anche per te, eh, rockstar"
Disse lei, sentendolo subito dopo sorridere sul suo petto, contagiando anche lei, che nel frattempo lo ringraziava mentalmente per quelle piccole, ma grandi attenzioni che le stava riservando.
Qualche ora dopo, molto comodamente, visto che il treno era alle 12.00, si alzarono dal letto uno dopo l'altro.
Giulia si rese conto di non avere con sé i Pan di Stelle e non appena Sangio la raggiunse lo costrinse a mettersi qualcosa al volo per prendere dei cornetti al bar lì sotto casa.
Ci sarebbe andata lei, ma aveva usato a suo favore la scusa del
"Tu sei veloce a prepararti, io invece lo sono quanto una lumaca"
Un pò si sentiva in colpa per aver schiavizzato il ragazzo, ma alla fine era "per una buona causa".
Si ripeteva.
Alla velocità della luce, tornò su, con l'affanno
"Oddio, che succede?"
Disse lei, in tono preoccupato, iniziando già a pensare che si trattasse di un attacco d'asma, anche se ormai era raro che gli succedesse
"Falso è qui sotto, dice che ci ha scritto un messaggio stamattina per dirci di essere pronti da..."
Disse lui, guardando l'orologio del cellulare, che aveva come sfondo quella foto che si erano fatti allo specchio dopo la doccia in casetta.
Quando Sangio le aveva spalmato il balsamo per ricci sui suoi capelli e Giulia era appena rinata grazie alle sue parole.
La ragazza fece un respiro di sollievo per il fatto che si trattasse soltanto di quello e non di ciò a cui aveva pensato
"5 minuti, cazzo"
Disse lui, scattando in piedi come un soldato per l'enorme ritardo che già sapeva che avrebbero fatto
"Dai, muoviamoci"
Continuò lui, mettendo la quarta per dirigersi verso la sua cameretta, trovando comunque, però, il tempo di darle una pacca sul sedere
"Ma ce l'hai proprio con lui, eh?"
Alzò leggermente i toni per farsi sentire dal ragazzo che ormai aveva già preso il via, ridendo e indicandosi il fondoschiena, incapace, di tanto in tanto come in quel caso, di dire anche soltanto qualche parola che si avvicinasse al volgare
"Eh, che ci vuoi fare. Quando una cosa è bella, va toccata"
Urlò quasi lui, per farsi capire chiaramente da lei nell'altra stanza, facendola arrossire
"Ma pensa a prepararti, cretino"
Continuò lei mantenendo lo stesso tono di poco prima, né troppo basso da non essere sentita, né troppo alto per svegliare chi ancora in quella casa stava dormendo sonni tranquilli
"Si e tu smettila di arrossire"
Disse lui, dall'altra stanza, facendola iniziare a ridere pensando a quanto quel ragazzo sapesse come si sarebbe comportata in ogni situazione.
Anche se in quel caso era lei stessa ad ammettere che non era poi una cosa così tanto inimmaginabile da aspettarsi da lei.
Subito dopo, Giulia raggiunse Sangio in camera e, in tempi record, riuscirono ad essere pronti e addirittura in anticipo per prendere il treno Vicenza-Milano.
Un dejavu era apparso nella mente della ragazza.
Prima di qualche giorno prima, non aveva mai preso un treno.
Solo una miriade di aerei per raggiungere Barcellona fin da quando era piccola.
Ma un treno mai.
Era quasi calato il buio, dopo aver assistito ad uno dei tramonti più belli della sua vita.
D'altronde si sa.
I tramonti di Roma non hanno prezzo.
Sfumature di rosso, di rosa e persino qualche accenno del viola.
Vedeva gli alberi lungo le rotaie arrivarle vicino e poi scappare via.
Come se stessero fuggendo da un pericolo imminente che invece lei stava per raggiungere.
Aveva notato che fuori dal vagone c'era del vento e quasi sentiva che fosse anche lì dentro per la forte, fortissima aria condizionata sparata proprio sul suo braccio destro.
Neanche spostandosi riusciva a non provare dei brividi di freddo.
Ed il treno era partito solo da dieci minuti.
Accanto a lei, il riccio.
Che invece già aveva cominciato a chiudere gli occhi ed appisolarsi, dopo averle preso la mano praticamente appena seduto.
Lo guardava incantata.
Come se al mondo nessuno mai avrebbe potuto anche soltanto avvicinarsi a tanta bellezza.
La tranquillità sul suo viso faceva sì che tranquillizzasse anche lei.
Quasi quasi, quel freddo non lo sentiva più.
Il suo cuore, scaldato da quella dolce visione del ragazzo che con un viso angelico era intento ad addormentarsi, riusciva a trasmettere a tutto il resto del corpo il calore che aveva ricavato.
Non sapeva da quanto tempo ormai non gli aveva staccato gli occhi di dosso.
Sapeva soltanto che più lo guardava, più pensava
"Anche il primo treno l'ho preso con lui. Incredibile"
Iniziò a riavvolgere il nastro del suo film preferito.
Nella sua mente, si formò una chiara immagine di tutti i loro momenti.
Il suo film preferito.
Che poi, era la realtà.
Non era uno dei tanti film che invece si faceva in testa ogni giorno prima di entrare ad Amici.
Sorrise pensando a quanto tutto quello sembrava quasi irrealizzabile, prima di conoscerlo, ed adesso si trovavano mano nella mano su un treno per raggiungere la sua città natale e per conoscere la sua famiglia, dopo essere stati a Roma per conoscere la sua.
Adesso, invece, su quel treno Vicenza-Milano pensava proprio a lei sul treno Roma-Vicenza qualche giorno prima.
Quel giorno volò.
Tutte le paranoie del giorno prima scomparvero non appena Sangio le prese la mano, la guardò prima di mettere piede fuori dal van per infonderle forza e sicurezza e la portò fuori da lì.
Già in quel momento ogni tipo di timore l'aveva lasciata, ma quando sentì chiaramente in mezzo a tutte quelle voci una persona che urlò
"Oddio, c'è anche Giulia"
Seguito subito dopo da un boato ancora più forte di quello che c'era prima
"Wow"
Si limitò a dire lei una volta dentro al palazzo di Piazza Duomo
"Hai visto? Che ti avevo detto?"
Disse Sangio, avvicinandosela di più prendendola per i fianchi, per poi continuare dicendo
"Ti adorano. Non ne avevo dubbi"
Lasciandole subito dopo un bacio sulle labbra.
Dopo qualche ora, l'instore finì.
Inutile dire che Giulia aveva già fatto amicizia con quei "bodyguard milanesi dall'accento particolare", a sua detta, quasi nascosta in un punto strategico da dove lei poteva vedere Sangio, proprio come aveva pensato nella sua testa, ma dove nessuno poteva vedere lei, così da non creare ulteriore, anche se sarebbe stata una bellissima confusione in un'altra circostanza che avrebbe riguardato anche lei stessa in prima persona.
Poco dopo la fine dell'esperienza, la ragazza si trovava già su quello che ormai era il suo posticino, scelto da lei stessa quella mattina.
Con un pò di difficoltà per via della folla, Sangio riuscì a salire sul van e a vedere una Giulia sorridente ad attenderlo.
Come se non si vedessero da chissà quanto tempo, fece a malapena in tempo ad abbassarsi la mascherina e posare le labbra su quelle della ragazza intensamente per qualche secondo, mentre entrambi sorridevano
"Rossetto rosa?"
Disse lui, passandosi un dito accanto al labbro per aver intuito di essere sporco
"Sta diventando esperto, eh, rockstar"
Disse lei ironicamente, facendogli capire che aveva azzeccato
"Il rossetto rosa rimane il rossetto rosa"
Disse lui, facendo riferimento al suo inconfondibile sapore di fragola e anche a quante nuove esperienze quel rossetto aveva fatto da spettatore.
Iniziarono a ridere di nuovo, pensando entrambi a quei bei momenti proprio negli stessi istanti.
Come se le loro menti fossero collegate e proiettassero un unico film.
Nella complicità di quel momento, si scambiarono di nuovo un bacio.
Molto leggero e casto, ma comunque carico d'emozione.
Sangio, dopo qualche minuto si accorse degli occhi stanchi della ragazza.
Non era stata una giornata semplice per entrambi, ma era stata incredibile e ne era assolutamente valsa la pena.
Si batté due volte la mano sul petto per farle cenno di appoggiarvisi.
Giulia non se lo fece ripetere due volte e la pressione esercitata dai suoi occhi pesanti venne annullata quando li chiuse alle parole del ragazzo.
Le stesse che le aveva detto quella notte prima di addormentarsi
"Chiudi gli occhietti adesso"

Spazio autrice
Ciao. Come state?
Spero che questo aggiornamento vi abbia fatto piacere.
Vi ricordo di seguirmi su Twitter se ancora non lo fate.
Mi chiamo @Seicosibambina_ .
Ricambio il follower a tutti.
Sapete cosa sto per dire. Se il capitolo vi è piaciuto, lasciate un commento dandomi la vostra opinione e/o dandomi un'idea per scrivere la prossima storia e, se vi va, lasciate una stellina.

Xoxo

G💕

Sangiulia's oneshot - storie su Sangiovanni e GiuliaTempat di mana cerita hidup. Terokai sekarang